Condividi

Lusso: Lvmh punta ad assumere in Italia oltre 2000 talenti nei Métiers d’Excellence entro la fine del 2024

Il colosso del lusso internazionale punta salvaguardare e trasmettere saperi unici alle nuove generazioni. Ruolo-chiave dell’artigianato italiano nel Gruppo che collabora con un network di 5.000 fornitori e aziende subappaltatrici per un totale di oltre 200.000 persone

Lusso: Lvmh punta ad assumere in Italia oltre 2000 talenti nei Métiers d’Excellence entro la fine del 2024

Parole d’ordine Métiers d’Excellence et Savoir faire, professioni che potrebbero scomparire a breve. LVMH il gruppo internazionale che raccoglie sei iconiche Maison (Bulgari, Acqua di Parma, Loro Piana, Fendi, Pucci e Cova), nonché di 31 manifatture punta a sostenere la grande arte dell’artigianalità d’eccellenza, una delle virtù tipiche italiane con l’iniziativa Métiers d’Excellence .
Nel corso del secondo evento SHOW ME a Milano, che ha accolto 400 ospiti tra cui anche i CEO delle Maison del Gruppo, una decina di giorni prima della sua edizione parigina, ha illustrato l’importanza dell’ecosistema italiano nel curare i métier di Creatività, Artigianato ed Customer Experience.

Mancano figure professionali, occorre formare nuovi talenti

La Fondazione Altagamma stima che, entro la fine del 2026, ci sarà una carenza di 346.000 persone nei Métiers d’Excellence in Italia, incluse 94.000 persone nel settore della moda e pelletteria e 36.000 nell’ospitalità.

“L’impegno del Gruppo nel trasmettere e tutelare i savoir faire e nel sostenere il grande talento delle nuove generazioni tramite la sua iniziativa Métiers d’Excellence è cruciale, considerata la mancanza di figure professionali nel retail o nell’ospitalità di alta gamma” dice Lvmh. “Acquisire queste competenze può essere quindi una grande opportunità di aumentare l’impiego dei giovani”.
Nel corso di SHOW ME, presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano, il Gruppo ha presentato le iniziative svolte nell’anno da LVMH per sensibilizzare e valorizzare i Métiers d’Excellence (che rappresentano 7.000 talenti di LVMH su 12.000 dipendenti totali in Italia) oltre che per formare nuovi talenti “per salvaguardare e trasmettere questi saperi unici alle nuove generazioni”.
Centrale, dicono a Lvmh, è il ruolo-chiave dell’artigianato italiano nel Gruppo che collabora con un network di 5.000 fornitori e aziende subappaltatrici per un totale di oltre 200.000 persone.’

L’Ad di Bulgari Jean-Christophe Babin ha sottolineato la necessità di molti collaboratori nei vari settori del gruppo, ha ricordato la scuola di manifattura di gioielli Bulgari, il più grande sito produttivo di gioielli d’Europa, nel distretto orafo piemontese di Valenza, per la quale è stata posata la prima pietra della nuova fase di estensione lo scorso ottobre. Il termine dei lavori è previsto entro la fine del 2024 e consentirà alla manifattura di avvalersi di una nuova superficie di 17.500 metri quadrati. Con l’assunzione di 650 nuovi dipendenti entro il 2028, la nuova struttura consentirà di raddoppiare l’attuale capacità produttiva del sito, portandolo a una superficie complessiva di 32mila metri quadrati, diventando probabilmente la più grande manifattura di gioielli al mondo.

Nel 2023 un premio per sostenere gli artigiani di tutto il paese

Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, nel ricordare come l’artigianato creativo italiano sia una preziosità per l’Europa, ha annunciato che nel febbraio 2023 l’associazione lancerà, in partnership con Fendi, CNMI e Confartigianato, un premio per sostenere gli artigiani di tutto il paese.

SHOW ME è stata anche l’occasione per esporre l’opera dell’artista Francesca Pasquali e dell’artigiana Simona Iannini, che hanno creato la seconda opera artistica commissionata da Métiers d’Excellence LVMH, che mira a instaurare nuovi punti di dialogo tra Arte e Artigianato.

Entro 2 anni previste 2000 assunzioni di giovani apprendisti

“Le iniziative Métiers d’Excellence LVMH per l’apprendimento e la formazione nella creatività, nell’artigianato e nell’esperienza cliente rappresentano un impegno a lungo termine che sta al centro della nostra filosofia per le risorse umane” ha detto Chantal Gaemperle, Vicepresidente esecutiva del Gruppo LVMH per Risorse Umane e Sinergie. “I nostri talenti giocano un ruolo essenziale nella crescita e sviluppo del nostro Gruppo e speriamo di continuare ad attirare nuove generazioni verso i nostri Métiers, specialmente in Italia. In questo Paese, infatti, prevediamo di assumere oltre 2000 giovani apprendisti in queste professioni nei prossimi due anni e siamo lieti che esista già una comunità di 2000 artigiani che sono stati formati grazie all’Institut des Métiers d’Excellence, in 6 paesi dal 2014”.

Programmi di formazione fin dalle scuole medie

Diversi i programmi attraverso cui Métiers d’Excellence di LVMH vuole offrire un apprendimento continuo in Creatività, Artigianato e Customer Experience dalla scuola media fino alla fine della carriera.
Si parte con la sensibilizzazione dei più piccoli alle scuole medie. In un anno, Lvmh ha contribuito a sensibilizzare 700 allievi delle scuole medie in collaborazione con sei Maison (Bulgari, Berluti, Celine, Dior, Fendi, Loro Piana). Inoltre il programma punta a indirizzare gli studenti e le persone in cerca di impiego verso l’offerta di formazioni e di posizioni aperte da LVMH con il tour “You and ME” che verrà introdotto anche in Italia nel 2023 (i dettagli si possono consultare nel sito: youandme.lvmh.it).

Censis e Confindustria Moda: se si investissero 6 mld se ne avrebbero 20 di fatturato

Che il Made in Italy sia un’eccellenza nel mondo è stato oggi certificato anche dai dati resi noti da Censis e Confindustria Moda, la federazione che riunisce le sette associazioni industriali italiane del settore Tessile Moda e Accessorio, nel rapporto ‘Il valore del settore Moda nell’Economia e nella Cultura.
Se nel prossimo triennio, sottolinea la studio, si ritagliasse un pacchetto di investimenti per il settore di 6 miliardi, il ritorno in termini di crescita sarebbe enorme: la produzione industriale crescerebbe di oltre 11 miliardi e il fatturato di quasi 20. “Un investimento pubblico porterebbe enormi vantaggi, da un punto di vista economico ma anche sociale e culturale” dice. Oltre a impatti rilevanti per occupazione, redditi, qualità della vita e, in certi casi, anche sulla stessa possibilità di buon vivere in una determinata area geografica. Lo studio di Confindustria Moda e Censis non si limita a chiedere investimenti a pioggia, che non porterebbero i risultati auspicati, ma individua aree di intervento specifiche ad alto impatto strategico: da una fiscalità amica a investimenti green, dalla formazione alla tutela dell’eccellenza al supporto alla crescita.

Commenta