Condividi

Luce: allacci abusivi sempre ingiustificati

Secondo la cassazione l’energia elettrica non è un bene primario e dunque chi si allaccia alla rete in maniera abusiva per “stato di necessità” non può essere “perdonato”.

Luce: allacci abusivi sempre ingiustificati

L’energia elettrica non è un bene “indispensabile alla vita”. Lo sostiene la Cassazione in una sentenza con la quale condanna per furto di energia elettrica una donna pugliese senza lavoro, sotto sfratto e con una figlia incinta che sosteneva di essersi allaccia abusivamente alla rete perché non aveva i soldi per pagare la bolletta, agendo dunque per “Stato di necessità”.

Secondo i giudici della Corte Suprema invece, l’elettricità non è un bene di prima necessità, perché non mette a rischio l’esistenza, ma al contrario è uno strumento che procura agi e opportunità.

In base a quanto si legge nella sentenza: “L’esimente dello stato di necessità postula il pericolo attuale di un danno grave alla persona, non scongiurabile se non attraverso l’atto penalmente illecito, e non può quindi applicarsi a reati asseritamente provocati da uno stato di bisogno economico, qualora ad esso possa comunque ovviarsi attraverso comportamenti non criminalmente rilevanti”.

Nel caso specifico: “la mancanza di energia elettrica non comportava nessun pericolo attuale di danno grave alla persona, trattandosi di bene non indispensabile alla vita, nel senso sopra specificato (infatti, l’energia elettrica veniva utilizzata anche per muovere i numerosi elettrodomestici della casa): semmai idoneo a procurare agi e opportunità, che fuoriescono dal concetto di incoercibile necessità”. Per questo motivo la donna leccese è stata condannata.

Commenta