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Londra, stretta contro i cittadini Ue

Il Guardian rivela un piano che costringerebbe tutti gli Europei di esibire il passaporto alla frontiera e porrebbe dei limiti molto restrittivi ai visti di lavoro.

Londra, stretta contro i cittadini Ue

Goodbye alla libera circolazione. Subito dopo Brexit, Londra intende chiudere le frontiere. Lo rivela un documento, pubblicato dal Guardian, con le proposte del ministero dell’Interno britannico. Proposte che ancora non sono state ufficialmente approvate e quindi potrebbero subire diverse modifiche, ma che danno comunque la misura delle intenzioni del governo May.

I punti fondamentali del piano sono tre. Innanzitutto, non basterà più la carta d’identità: per essere ammessi su suolo britannico, i cittadini comunitari dovranno esibire il passaporto alla frontiera.

Quanto agli immigrati dall’Ue, i lavoratori non qualificati potranno risiedere nel Paese per un massimo di due anni, mentre quelli qualificati – se considerati necessari – potranno avere un permesso di lavoro valido dai tre ai cinque anni. Ma le imprese sono chiaramente invitate ad assumere lavoratori britannici, “dando preferenza nel mercato del lavoro ai residenti legittimi – si legge nel testo – È più importante che mai sviluppare i talenti nazionali per costruire un’economia forte e competitiva”.

Un altro aspetto allarmante del documento, notano i commentatori, è la definizione di “famigliare” che gli immigrati Ue, quelli in grado di ottenere ancora il diritto all’ingresso in Gran Bretagna, potranno portare con sé. La normativa prevista, secondo le indiscrezioni del Guardian, restringe ai “familiari diretti” tale possibilità, cioè coniuge, figli e genitori anziani a carico, con un passo indietro notevole rispetto alle regole attuali.

È evidente che il documento, quanto di più contrario allo spirito europeo, rappresenta un pessimo viatico in vista del prossimo giro di negoziati Londra-Bruxelles sulle condizioni del divorzio. Del resto, la garanzia di libera circolazione ai cittadini comunitari è sempre stata la richiesta numero uno dell’Europa, condizione imprescindibile per discutere in futuro un accordo commerciale che non escluda del tutto Londra dal mercato unico europeo.

Il governo britannico per ora minimizza le rivelazioni del Guardian, affermando attraverso un portavoce che si tratta di un documento “vecchio” (la data è di inizio agosto) che avrebbe già subito numerosi cambiamenti. Ma non ha smentito la sostanza.

Sadik Khan, il sindaco laburista e pro-Ue di Londra, nota che un atteggiamento di questo tipo “strozzerà l’economia della capitale”.

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