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Lobby, in Senato la proposta di un registro dei “portatori d’interesse”

A Palazzo Madama l’ex membro del governo Riccardo Nencini ha presentato una proposta di regolamento dell’attività delle lobby: per l’iscrizione al registro occorre non aver subito nell’ultimo decennio condanne per reati contro la pubblica amministrazione nè aver ricoperto negli ultimi 12 mesi cariche di governo o svolto il mandato parlamentare.

Lobby, in Senato la proposta di un registro dei “portatori d’interesse”

In Parlamento si torna a parlare di lobby e regolamentazione dell’attività dei “portatori di interessi”. A Palazzo Madama se ne è fatto promotore il senatore ed ex membro del governo Riccardo Nencini che ha presentato una proposta di regolamento dell’attività delle lobby.

In Europa solo 7 Paesi – Francia, Austria, Irlanda, Lituania, Polonia, Regno Unito e Slovenia – si sono dotate di una legge sulle lobby e di un registro obbligatorio. Da noi manca una legge specifica, ma c’è da ricordare che  la Camera già si era data delle regole nel marzo dell’anno scorso. Ora anche il Senato prova a seguirne l’esempio.

Ovviamente siamo solo alla fase dei buoni propositi. In sintesi viene proposta l’istituzione di un registro pubblico dei lobbisti istituito presso gli uffici di Presidenza del Senato e periodicamente aggiornato, nonchè  trasparenza e pubblicità degli incontri dentro e fuori il Senato anche con dirigenti e funzionari.

Per l’iscrizione al registro occorre non aver subito nell’ultimo decennio condanne per reati contro la pubblica amministrazione nè aver ricoperto negli ultimi 12 mesi cariche di governo o svolto il mandato parlamentare. Gli incontri dei senatori con i lobbisti devono essere registrati  e resi pubblici in una apposita sezione sul sito istituzionale del Senato.

Rispetto al regolamento adottato dalla Camera, la proposta del senatore Nencini estende l’obbligo per i lobbisti di comunicare anche gli incontri con i funzionari e i dirigenti del Senato.

In caso di violazione delle disposizioni è prevista la sospensione o la cancellazione dal registro. E se  magari anche qualche senatore non si comporta correttamente  l’ufficio di Presidenza può comminare la sospensione dai lavori d’aula.

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