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L’Ivass bacchetta le assicurazioni: “Contratti poco chiari”

Il neo presidente Ivass all’assemblea annuale dell’Ania si dice insoddisfatto “sulla semplificazione e sulla chiarezza dei contratti” – Premi Rc Auto giù del 25% dal 2012, raccolta assicurazioni a 135 miliardi, ma giù gli utili

L’Ivass bacchetta le assicurazioni: “Contratti poco chiari”

Il nuovo presidente dell’Ivass, Fabio Panetta, riprende le compagnie assicurative sui contratti e lo fa in una sede d’eccezione: quella dell’Ania, impegnata oggi nella sua assemblea annuale. Presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la presidente di Ania, Maria Bianca Farina e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

LE PAROLE DI PANETTA

L’Ivass non è soddisfatta dell’applicazione da parte delle compagnia assicurative italiane delle linee guida sulla semplificazione e chiarezza dei contratti”, afferma Panetta che poi spiega: “Nei prodotti sinora esaminati abbiamo notato che gli interventi hanno portato in più casi a un allineamento solo formale alle indicazioni delle Linee Guida (struttura, caratteri grafici, box esemplificativi), ma non sono risultati altrettanto adeguati in termini di chiarezza del linguaggio, semplicità dei termini utilizzati, eliminazione di ridondanze, rinvii e ripetizioni”.

Serve dunque più chiarezza allo scopo di instaurare un rapporto di maggior consapevolezza con la clientela. “Anche nei casi in cui lo sforzo di revisione è stato più apprezzabile, non può dirsi raggiunta una vera e propria semplificazione dei testi contrattuali e del disegno dei prodotti” Panetta aggiunge che l’Ivass intende mettere a fuoco, anche con l’aiuto delle associazioni dei consumatori e di imprese e intermediari, lavorando per un miglioramento sostanziale della chiarezza contrattuale”.

Un’analisi a tutto tondo, necessaria anche a causa delle caratteristiche italiane e dell’allarme demografico lanciato dall’Istat che renderà necessario “un più incisivo contributo del welfare privato, che migliori le garanzie sulla salute e rafforzi la componente di servizio, passando dalla cura alla prevenzione. Sarà inoltre importante un ulteriore sviluppo della previdenza complementare, aggiunge Panetta”. Per il presidente di Ivass “Si tratta di fattori che richiedono un diverso modo di ‘fare i prodotti assicurativi’. Mettere al centro le esigenze e le aspettative dei clienti significa diversificare l’offerta disegnando prodotti calibrati sulle specifiche esigenze dei cittadini: esigenze di risparmio e di investimento, ma anche di protezione”.

I DATI DI ANIA

L’Associazione che riunisce le compagnie assicurative ha fornito anche i principali risultati ottenuti nel 2018. Nel dettaglio, l’anno scorso il premio medio Rc Auto ammontava a 414 euro, cifra invariata rispetto al 2017. Rispetto al 2012 però, sottolinea l’Ania, il premio è sceso del 25%, si sono ridotte del 40% le distanze territoriali e è fortemente diminuita anche la differenza con il premio medio dei principali Paesi europei (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), passata da 213 a 72 euro.

I risultati del settore rc auto mostrano “andamenti molto positivi dovuti alla forte concorrenza fra le imprese, alla presenza crescente della telematica, dove l’Italia è al primo posto nel mondo, e al calo delle frodi, peraltro ancora troppo diffuse”, sottolinea l’associazione. La presidente, Maria Bianca Farina, sul tema frodi ha poi sottolineato che l’Ania “ha promosso un Osservatorio che, con il sostegno dei suoi associati e grazie anche al contributo di tutte le istituzioni preposte alla prevenzione e repressione del fenomeno, dovrebbe garantire risultati tali da tradursi in benefici sensibili sui prezzi dell’intera utenza”.

Per quanto riguarda le assicurazioni, nel 2018 le assicurazioni italiane hanno raccolto premi per 135 miliardi di euro, migliorando la loro performance del 3,2% rispetto al 2017.

La spinta maggiore è arrivata dal settore vita, che ha raccolto 102 miliardi di euro (+3,5%). Bene anche il ramo danni con 33 miliardi (+2,3%). A questi premi, bisogna sommare poi quelli  raccolti dalle imprese europee che operano in Italia, pari a 13 miliardi nel vita e 5 miliardi nel danni.

Per quanto riguarda gli altri parametri finanziari, gli investimenti assicuratori italiani hanno superato gli 840 miliardi di euro, pari a quasi il 50% del PIL, ma brutte notizie arrivano sul fronte utili, scesi del 30% rispetto al 2017 a quota 4 miliardi di euro. “Il calo – spiega l’Ania – ha essenzialmente riguardato il settore vita, in seguito alle rettifiche di valore contabilizzate sui titoli”.

L’APPELLO DI FARINA

Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania, lancia un appello alle istituzioni: “Uno statista pragmatico come Winston Churchill sosteneva che il coraggio è quello che serve per alzarsi e parlare, ma anche quello che serve per sedersi e ascoltare. Al mondo della politica chiediamo dunque un confronto con il resto della società: imprenditori, sindacati e organizzazioni che a diverso titolo rappresentano parti vitali dello sviluppo e della coesione del paese”.

Farina ha poi sottolineato il ruolo fondamentale svolto dalle assicurazioni per garantire la tenuta dei conti pubblici italiani. Le compagnie assicurative italiane garantiscono “un sostegno ancora oggi significativo al nostro debito pubblico“. “I titoli di Stato italiani – conclude Farina – sfiorano il 40% circa del totale degli investimenti assicurativi e rappresentano il 15% dell’intero stock in circolazione”.

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