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L’export traina la ripresa (+5,8%), ma occhio a dazi e sanzioni

Dopo un 2017 con una crescita di 31 miliardi di euro, secondo SACE l’export italiano potrebbe mantenersi su una media del +4,5% nel triennio 2019-21. Spiccano farmaceutica (+4,7%), beni intermedi (+4,8%) e di consumo (+3,3%), mentre il comparto alimentare (+4,9%) cresce anche in regioni geografiche in cui il Made in Italy è’ in flessione.

L’export traina la ripresa (+5,8%), ma occhio a dazi e sanzioni

Secondo quanto riporta la SACE, dopo una performance brillante nel 2017 con una crescita di 31 miliardi di euro dell’export di beni, le esportazioni italiane continueranno ad avanzare quest’anno del 5,8% e del 4,5% medio nel triennio 2019-21. Nonostante le previsioni, a maggio l’export italiano è diminuito dello 0,8% in termini tendenziali: la performance dei primi cinque mesi rimane positiva (+3%) ma inferiore allo stesso periodo del 2017 per diverse ragioni che vanno dal rallentamento temporaneo dell’Area Euro, passando attraverso il calo della fiducia di imprese e consumatori a causa del timore di un inasprimento delle tensioni commerciali globali, fino agli effetti statistici di base legati al significativo incremento delle esportazioni italiane osservato nell’anno precedente. L’introduzione di nuovi dazi e sanzioni comporta conseguenze che potranno pesare sulle performance future dell’export italiano: uno scenario di escalation di queste misure e di deterioramento della fiducia tra gli operatori provocherebbe un calo di quasi 2 punti percentuali rispetto alla crescita prevista per il 2018 e di ben 3,6 punti percentuali nel 2019, anno in cui l’export si manterrebbe positivo, ma solo dell’1,6%.

Nei mesi considerati sono i Paesi UE a sostenere l’export italiano (+4,9%), con buoni risultati sia nell’Est Europa (in particolare Polonia e Rep. Ceca in crescita del +10%) sia nei mercati tradizionali (Germania, Francia a circa +4,5%). Allo stesso tempo, l’export verso il Regno Unito si mantiene stabile (+0,6%). A frenare con un modesto +0,6% l’area extra-UE, in particolare nei mercati OPEC e MENA. In controtendenza l’India (+16,1%), mentre gli USA chiudono a +1,1%. Dopo la straordinaria performance del 2017, le esportazioni in Cina hanno registrato un calo del -0,5%, principalmente a causa della flessione nel comparto automotive; allo stesso tempo rimane significativo invece l’aumento delle vendite in meccanica strumentale (+7%). Altrettanto bene le vendite verso i Paesi del Mercosur al ritmo del +6,3% con il forte contributo di farmaceutica, meccanica strumentale e apparecchi elettrici. In un’ottica di breve periodo, nei mesi marzo-maggio le esportazioni italiane hanno registrato una flessione dello 0,7% rispetto al trimestre precedente; in calo anche le vendite all’estero di maggio rispetto ad aprile (-1,6%).

Dal punto di vista settoriale nei primi mesi dell’anno sono i beni intermedi a crescere al tasso più elevato (+4,8%), seguiti dai beni di consumo (+3,3%); i beni strumentali chiudono invece i primi cinque mesi con un modesto +1,1%. Tra i beni di consumo, i non durevoli hanno fatto segnare la performance migliore (+3,8%); quelli durevoli hanno invece registrato un incremento dell’1,2%. L’export di alimentari e bevande (+4,9%) cresce nei mercati a est della Penisola e anche in regioni geografiche in cui, complessivamente, le vendite Made in Italy sono in flessione: è il caso, ad esempio, di Russia (+13,1) e Turchia (+7,3%). Dopo un 2017 oltre le attese (+11,3%), il comparto autoveicoli è in calo del 4,5%, a causa della flessione nelle destinazioni extra-UE (-10%): in controtendenza, anche in questo caso, India (+34,2%) e USA (+10,7%). E pur se a un tasso più moderato rispetto all’anno scorso, la farmaceutica si conferma tra i settori più dinamici (+4,7%), soprattutto in USA, Cina e mercati ASEAN.

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