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L’Europa insiste sulla tassonomia per gas e nucleare come fonti sostenibili ma la Germania resta contraria

Ancora una volta l’Unione si presenta divisa su scelte strategiche in materia di energia. Le attese per i finanziamenti privati e la pesante contrarierà della Germania su gas e nucleare come fonti energetiche sotenibili.

L’Europa insiste sulla tassonomia per gas e nucleare come fonti sostenibili ma la Germania resta contraria

L’Unione Europea non arretra sulla tassonomia per gas e nucleare. Le due fonti di energia osteggiate da alcuni governi restano dentro la valutazione sui futuri investimenti, ma a certe condizioni. La Commissione ha dato via libera con un nuovo provvedimento e introdotto altri criteri per le economiche che saranno messe in circolo. La parola fine spetta, comunque, a Consiglio e Parlamento. La prospettiva di vedere crescere gli investimenti privati per tutte le fonti rinnovabili resta allettante. Almeno quanto la speranza che la crisi dei prezzi dell’energia a fine 2022 sarà alle spalle, soprattutto dei Paesi più esposti. Tutti i governi sanno che si sta aprendo una partita politica ed economica che accompagnerà l’intero Green New Deal.

LA GERMANIA

Le future regole per ora continuano a dividere i 27 Paesi. Con la Germania che ribadisce in particolare il no alle centrali. In queste settimane gestisce lo stop al gasdotto Stream 2 ma la vicenda ha a che fare più con la geopolitica che non con gli interessi di famiglie ed imprese. Un segno dei tempi del dopo Merkel che anche in tema di energia ha saputo mantenere un buon equilibrio tra vecchie e nuove fonti. Le discussioni dentro la coalizione semaforo ci sono, al punto che un portavoce del neo cancelliere Olaf Scholz, ha indicato il fattore tempo come elemento strategico per riflettere sulle decisioni finali . “Ci sono quattro mesi di tempo. Valuteremo la posizione della Commissione e poi dopo un confronto nella coalizione, decideremo come comportarci “. Una dichiarazione che ricalca la posizione già espressa nelle settimane scorse contraria a classificare l’energia nucleare come fonte eco-sostenibile. L’Ue, a maggioranza poco sensibile alle critiche, dice che gas e nucleare sono fonti utili alla transizione ecologica. Con il nuovo atto delegato è stato deciso che gli investimenti per essere ritenuti validi dovranno rispettare determinati requisti. Rispetto al precedente testo, fatto circolare a fine 2021, è stata stabilita la rimozione di target intermedi per la conversioni delle centrali a gas naturale verso gas decarbonizzati. Si tratta di “ condizioni rigorose per le attività sia gasiere che nucleari, che contribuiscano alla transizione verso la neutralità climatica ” si legge nel testo. Decisa anche una maggiore trasparenza per chi deciderà di investire “in modo che gli investitori possano individuare le opportunità di investimento e compiere scelte informate”. E’ un’altra apertura verso fondi privati, banche ,investitori istituzionali.

LE DICHIARAZIONI

I criteri stabiliti sono da seguire obbligatoriamente o sono volontari ? Rispetto alla massa di denaro che si potrà vedere in circolazione ogni Paese è libero di scegliere. “Resta uno strumento volontario”, ha precisato il commissario europeo Mairead McGuinness. Ma la complessità dell’iter e le divisioni lasciano intendere che la finanza dovrebbe premiare tutte le altre fonti pulite a discapito di gas e nucleare. A proposito delle centrali, poi, si discute anche delle scorie. Se l’Italia è ancora alla ricerca del luogo dove costruire il Deposito nazionale, a Bruxelles si parla di rivedere la gestione delle scorie ogni tre anni in base all’evoluzione tecnologica. In linea generale su tutto il cammino della tassonomia il Vicepresidente europeo Valdis Dombrovskis, dice che “accelererà gli investimenti privati di cui c’è bisogno nel prossimo decennio”. Con le nuove norme sulla tassonomia – ha spiegato – stiamo rafforzando gli obblighi di trasparenza e d’informazione giacché la neutralità climatica è una missione e un dovere dell’Ue. Il suo pensiero positivo ,pero’, ancora non è condiviso da tutti e realisticamente ci toccherà assistere ad una dura battaglia che non aiuta gli obiettivi climatici al 2030.

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