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L’euro forte spiazza le Borse ma Piazza Affari regge e Wall Street corre

A differenza delle Borse americane, i listini europei aprono il 2018 quasi tutte in rosso a causa degli svantaggi competitivi dell’export provocati dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro – Piazza Affari però recupera e chiude quasi in parità: Brembo, Italgas, Moncler e A2a i titoli più penalizzati – In rialzo Unipol, Fca, Leonardo, Unicredit e Saipem.

L’euro forte spiazza le Borse ma Piazza Affari regge e Wall Street corre

Wall Street viaggia al galoppo, mentre l’Europa chiude contrastata la prima seduta di Borsa del 2018. Piazza Affari contiene le perdite, -0,04%, 21.845 punti, con Unipol, +3,27%, in gran forma. Tiene Madrid +0,35%, in calo Parigi -0,45%; Francoforte -0,36%; Londra -0,52%,

L’euro rallenta leggermente sul dollaro, allontanandosi dai massimi della giornata e al momento scambia in zona 1,205. In calo il petrolio, ma sempre vicino ai massimi dall’estate 2015. Brent -0,7%, 66,4 dollari al barile, le tensioni anti-governative in Iran compensano solo in parte l’effetto ribassista della riapertura dell’oleodotto Forties nel mare del Nord. Oro 1311,4 dollari l’oncia, +0,66%.

Positivo il quadro disegnato dai dati maco di giornata: gli indici Pmi manifatturieri di Eurozona e Germania si confermano su livelli record a dicembre e quelli di Italia, Francia e Regno Unito rallentano, ma continuano a segnalare una forte espansione. Anche negli Usa l’attività delle imprese del settore privato sale più del previsto a dicembre.

Gli effetti si scaricano negativamente sull’obbligazionario, appesantito, nella Ue, anche dalle parole dell’economista Benoit Coeure, membro dell’Executive Board della Bce, secondo il quale la forza dell’espansione economica nell’Eurozona induce fiducia sul raggiungimento del target dell’inflazione vicino al 2% nel medio termine: “I mercati devono capire che il Quantitative easing non durerà per sempre” e “c’è una ragionevole possibilità” che l’estensione del programma di acquisto di asset da parte di Francoforte annunciato a ottobre “possa essere l’ultimo”. Con questo mese parte intanto la riduzione degli acquisti mensili da 60 a 30 miliardi di euro.

In questo contesto e con l’aggiunta dell’incognita delle elezioni politiche a marzo, il rendimento del Btp Italia 10 anni sale al 2,10% e lo spread con il Bund si porta a 163.70 punti base, +5,54%.

Sul fronte azionario, la blue chip migliore è Unipol, con volumi doppi rispetto alla media, sostenuti anche dalla conferma della raccomandazione ‘outperform’ da parte di Mediobanca con target price a 4,88 euro.

Bene Fiat, +1,68%, che inverte la rotta in giornata e ritrova ottimo slancio, nonostante il settore risulti debole a livello europeo per i brutti dati sulle immatricolazioni. Acquisti su Leonardo +1,61%; Stm +1,26%; Buzzi +1,47%. I maggiori ribassi sono per Brembo, -1,89%; Italgas -1,77% e A2a -1,3%; Banca Generali -1,62%; Campari -1,4%.

Nel segmento Star brilla Reno De Medici, +12,07%. Effervescente Mondadori +5,76%, che starebbe definendo un progetto di consolidamento sul mercato francese, con la creazione di un polo editoriale che unisca le attività d’Oltralpe della casa editrice con Lagardère e Marie Claire.

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