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Lettera aperta di 150 economisti: “Europa, svegliati”

In una lettera a Conte, Gualtieri e Gentiloni gli economisti caldeggiano un piano in 8 punti dell’Unione europea per fronteggiare la drammatica emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo

Lettera aperta di 150 economisti: “Europa, svegliati”

Oltre 150 economisti hanno scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni nella quale esprimono tutta la loro preoccupazione per le sorti dell’Italia e dell’Unione Europea, alle prese con una gravissima crisi sanitaria legata all’emergenza coronavirus che sta già portando a ripercussioni economiche pesantissime a livello globale. 

A firmare il documento importanti economisti e docenti delle principali Università italiane, tra i quali l’ex ministro Rainer Masera dell’Università Marconi, Giovanni Dosi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Maria Cristina Marcuzzo dell’Accademia dei Lincei e dell’Università La Sapienza di Roma, Massimo Egidi della Luiss di Roma, Gianfranco Viesti dell’Università di Bari, Pietro Alessandrini dell’Università Politecnica delle Marche, Nicola Acocella dell’Università La Sapienza di Roma, Andrea Boitani dell’Università Cattolica di Milano, Annalisa Rosselli dell’Università Tor Vergata di Roma, Francesco Silva dell’Università Milano Bicocca.

La lettera si apre con una richiesta che non lascia spazio a dubbi. L’Unione Europea deve intervenire. Le caratteristiche “globali” dell’emergenza richiedono infatti “interventi congiunturali tempestivi da parte degli organismi internazionali”.

È urgente che l’Unione europea adotti un pacchetto di provvedimenti di politica economica in grado di far fronte alla grave crisi sanitaria ed economica, dovuta alla diffusione del coronavirus. Il problema è globale e richiede interventi congiunturali tempestivi da parte degli organismi internazionali.

È ormai chiaro che la recessione che si prospetta non è solo determinata dalla caduta dell’offerta, com’era stato da alcuni erroneamente diagnosticato giorni fa, ma è anche legata alla forte riduzione della domanda.

Dal lato dell’offerta, il rallentamento dell’attività economica globale comporta brusche interruzioni delle catene dei rifornimenti delle filiere internazionali di produzione (global value chain). La riduzione dei livelli produttivi riduce i ricavi e aumenta in maniera insostenibile il peso dei costi fissi delle imprese.

Dal lato della domanda, il consumo di beni e servizi sta subendo una forte contrazione in molti settori e l’effetto domino ne amplifica gli effetti, mettendo in crisi l’intera economia.

La recessione che aspetta l’Italia, determinata secondo i 150 economisti dalla parallela riduzione di domanda e offerta, rischia di far tornare il Paese indietro di 12 anni, vanificando gli sforzi compiuti dal 2008 ad oggi per uscire dalla grande crisi finanziaria causata dal fallimento di Lehman Brothers. Secondo Moody’s il Pil Italiano potrebbe contrarsi dello 0,5% in caso di scenario di base, mentre in presenza di un “rallentamento esteso e significativo” il dato potrebbe attestarsi a -0,7%. Su FIRSTonline, gli economisti Luca Paolazzi e Fabrizio Galimberti parlano di “rischio tzunami per l’economia mondiale”. Cosa fare dunque?

Un’emergenza così grave, non adeguatamente gestita, potrebbe portare alla fine della moneta unica e in ultima analisi alla disgregazione finale dell’Unione europea. Quali sono le ragioni dello stare insieme se l’Unione europea non è neanche in grado di intervenire efficacemente di fronte a una crisi che sta colpendo tutti i paesi europei?

In questo momento sono indispensabili stanziamenti urgenti a sostegno del sistema sanitario, delle famiglie e delle imprese di tutti i paesi europei, ma non crediamo che si tratti solo di garantire maggiore flessibilità ai bilanci pubblici nazionali, perché gli stanziamenti dei singoli stati non sarebbero sufficienti e comunque comporterebbero aumenti del deficit pubblico e dello spread degli interessi sul debito pubblico che vanificherebbero le politiche di riequilibrio dei conti pubblici.

Concordiamo con chi sostiene che l’Unione europea debba mettere a disposizione dei paesi membri ingenti risorse per far fronte con rapidità e in maniera adeguata all’emergenza sanitaria, economica e sociale. Riteniamo che questo momento di crisi debba essere trasformato in un’occasione concreta per valorizzare la specificità europea rispetto ad altri sistemi sanitari e di protezione sociale, e per mostrare ai cittadini europei il senso profondo della nostra unione.

Non bastano dunque i 25 miliardi promessi dal Governo italiano per far fronte alle conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus, né la flessibilità che l’Unione Europea si è già detta disposta a concedere al nostro Paese. Serve di più: un intervento forte e solerte dell’Unione Europea. Altrimenti il rischio è che la recessione causata dall’emergenza coronavirus si trasformi nella fine dell’euro e dell’Ue. Per evitarlo, gli economisti hanno presentato otto diverse proposte che spaziano da misure a favore di lavoratori, famiglie e imprese, a un grande piano d’investimenti che riesca a rilanciare l’economia degli Stati Membri. 

La proposta 

I provvedimenti urgenti per far fronte alla crisi sanitaria ed economica dovrebbero riguardare:

1) Il finanziamento immediato dei sistemi sanitari dell’Unione europea per l’aumento del personale sanitario e dei posti letto degli ospedali, per le spese riguardanti i test clinici e per le attrezzature per la protezione del personale sanitario.

2) Un sussidio di disoccupazione temporaneo per tutti i lavoratori a tempo indeterminato o a tempo determinato che rimarranno senza lavoro nei prossimi mesi a causa della flessione dell’attività produttiva.

3) Un indennizzo economico alle famiglie messe in quarantena domiciliare.

4) Sussidi e apertura di linee di credito alle imprese che devono sospendere temporaneamente l’attività a causa della messa in quarantena del personale o della caduta della domanda da parte dei consumatori.

5) Assistenza ai minori nel caso di ricovero di entrambi i genitori e agli anziani non auto-sufficienti nel caso di ricovero delle persone che li assistono. Aiuti alle famiglie nei periodi in cui le scuole sono chiuse a titolo precauzionale.

6) Un finanziamento straordinario del sistema scolastico per l’acquisto di apparecchiature che consentano la didattica a distanza.

7) Un finanziamento alle organizzazioni del terzo settore che operano a sostegno delle situazioni di emergenza createsi con la diffusione del coronavirus.

8) Infine, è necessario realizzare un grande piano d’investimenti, relativo a infrastrutture e ambiente, che rilanci l’economia europea già fortemente colpita dalla crisi finanziaria e ora messa in ginocchio dalla crisi sanitaria.

Dove trovare i soldi? I 150 economisti firmatari della lettera propongono di predisporre uno “strumento di scopo”, finanziato tramite garanzie comuni e, soprattutto, caratterizzato da bassi tassi d’interesse. 

Il finanziamento delle risorse necessarie 

Questi provvedimenti richiedono l’attuazione di un rapido piano di spese correnti e d’investimenti pubblici. Per il finanziamento di queste spese andrà creato un appropriato strumento di scopo, sostenuto da garanzie comuni, privo di rischio, e quindi caratterizzato da bassi tassi d’interesse (safe asset).

È prevedibile che tale nuovo strumento sarà ben accetto alla massa del risparmio attualmente inoperoso. Il finanziamento di queste spese potrebbe essere distribuito ai singoli paesi in proporzione alla popolazione

10 marzo 2020

Francesco Abbate, Università di Torino

Nicola Acocella, Università di Roma “La Sapienza”

Tindara Addabbo, Università di Modena e Reggio

Carmen Aina, Università del Piemonte Orientale

Pietro Alessandrini, Università Politecnica delle Marche

Alessia Amighini, Università del Piemonte Orientale

Davide Antonioli, Università di Ferrara

Alessandro Arrighetti, Università di Parma

Guido Ascari, Università di Oxford e Università di Pavia

Francesco Asso, Università di Palermo

Alessandro Balestrino, Università di Pisa

Leonardo Bargigli, Università di Firenze

Adriana Barone, Università di Salerno

Roberto Basile, Università dell’Aquila

Marco Bellandi, Università di Firenze

Enrico Bellino, Università Cattolica Milano

Simona Beretta, Università Cattolica Milano

Carluccio Bianchi, Università di Pavia

Mario Biggeri, Università di Firenze

Andrea Boitani, Università Cattolica Milano

Leonardo Boncinelli, Università di Firenze

Carlo Borzaga, Università di Trento

Luigi Brighi, Università di Modena e Reggio Emilia

Sheila Anne Chapman, LUMSA, Roma

Alessandro Caiani, IUSS Pavia

Rosaria Rita Canale, Università di Napoli “Parthenope”

Chiara Candelise, Università Bocconi

Salvatore Capasso, Università di Napoli “Parthenope”

Riccardo Cappellin, Università di Roma Tor Vergata

Floro Ernesto Caroleo, Università di Napoli “Parthenope”

Laura Castellucci, Università di Roma “Tor Vergata”

Stefano Castriota, Università di Pisa

Alberto Cavaliere, Università di Pavia

Enrica Chiappero-Martinetti, Università di Pavia

Guglielmo Chiodi, Sapienza Università di Roma

Maurizio Ciaschini, Università di Macerata

Fabio Clementi, Università di Macerata

Caterina Colombo, Università di Ferrara

Gianluigi Coppola, Università di Salerno

Lorenzo Corsini, Università di Pisa

Lilia Costabile, Università di Napoli Federico II  e  Clare Hall, Cambridge

Valeria Costantini, Università di Roma “Tor Vergata”

Elisabetta Croci Angelini, Università di Macerata

Marco Cucculelli, Università Politecnica delle Marche

Eleonora Cutrini, Università di Macerata

Simone D’Alessandro, Università di Pisa

Bruno Dallago, Università di Trento

Domenico Delli Gatti, Università Cattolica

Mirella Damiani, Università di Perugia

Marco Dardi, Università di Firenze

Luca De Benedictis, Università di Macerata

Pasquale De Muro, Università di Roma “Tor Vergata”

Pompeo Della Posta, Università di Pisa

Sergio Destefanis, Università di Salerno

Cinzia Di Novi, Università di Pavia

Giovanni Dosi, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa

Massimo Egidi, LUISS Guido Carli

Alessandra Faggian, Gran Sasso Science Institute

Francesco Farina, Luiss, Roma

Stefano Fasani, Queen Mary University of London

Davide Fiaschi, Università di Pisa

Michele Filippo Fontefrancesco, Università di Pollenzo

Damiano Fiorillo, Università di Napoli “Parthenope”

Chiara Franco, Università di Pisa

Gianfranco Franz, Università di Ferrara

Maurizio Franzini, Università di Roma “La Sapienza”

Ugo Fratesi, Politecnico di Milano

Andrea Fumagalli, Università di Pavia

Mauro Gallegati, Università Politecnica delle Marche

Giuseppe Garofalo, Università della Tuscia

Gioacchino Garofoli, Università dell’Insubria

Luisa Giallonardo, Università dell’Aquila

Luca Gori, Università di Pisa

Stefano Gorini, Università di Roma “Tor Vergata”

Gianluigi Gorla, Università della Valle d’Aosta

Tullio Gregori, Università di Trieste

Michele Grillo, Università Cattolica Milano

Davide Infante, Università della Calabria

Stefano Lucarelli, Università di Bergamo

Elena Maggi, Università dell’Insubria

Antonio Majocchi, Università di Pavia

Susanna Mancinelli, Università di Ferrara

Andrea Mangani, Università di Pisa

Maria Cristina Marcuzzo, Sapienza Università di Roma, Accademia Nazionale dei Lincei

Enrico Piero Marelli, Università di Brescia

Luigi Marengo, LUISS Guido Carli

Simone Marsiglio, Università di Pisa

Alberto Marzucchi, University of Sussex

Rainer Masera, Università Marconi

Carla Massidda, Università di Cagliari

Massimiliano Mazzanti, Università di Ferrara

Nicola Meccheri, Università di Pisa

Marco Missaglia, Università di Pavia

Maurizio Mistri, Università di Padova

Sandro Montresor, Gran Sasso Science Institute

Mario Morroni, Università di Pisa e Clare Hall, Cambridge

Marcella Mulino, Università dell’Aquila

Chiara Mussida, Università Cattolica Milano

Augusto Ninni, Università di Parma

Ferdinando Ofria, Università di Messina

Guido Ortona, Università del Piemonte Orientale

Stefania Ottone, Università Milano Bicocca

Paolo Paesani, Università di Roma Tor Vergata)

Antonella Palumbo, Università di Roma “Tor Vergata”

Carlo Panico, Università di Napoli

Maria Laura Parisi, Università di Brescia

Valentino Parisi, Università di Cassino

Francesco Pastore, Università degli Studi della Campania

Gabriele Pastrello, Università di Trieste

Pasquale Pazienza, Università di Foggia

Anna Pellanda, Università di Padova

Lorenzo Pellegrini, Erasmus University Rotterdam

Anna Pettini, Università di Firenze

Paolo Piacentini, Università di Roma “La Sapienza”

Ferruccio Ponzano, Università del Piemonte Orientale

Giuseppe Porro, Università dell’Insubria

Rosita Pretaroli, Università di Macerata

Maurizio Pugno, Università di Cassino

Paolo Ramazzotti, Università di Macerata

Giovanni Ramello, Università del Piemonte Orientale

Giorgio Rampa, Università di Pavia

Gian Cesare Romagnoli, Università Roma Tre

Donato Romano, Università di Firenze

Annalisa Rosselli, Università di Roma “Tor Vergata”

Lorenza Rossi, Università di Pavia

Donatella Saccone, Università di Pollenzo

 Andrea Salanti, Università di Bergamo

Enrico Saltari, Università di Roma “La Sapienza”

Lino Sau, Università di Torino

Antonio Savoia, The University of Manchester

Maria Luigia Segnana, Università di Trento

Susan Mary Senior, già Università di Siena

Marcello Signorelli, Università di Perugia

Francesco Silva, Università di Milano Bicocca

Annamaria Simonazzi, Università di Roma “La Sapienza”

Claudio Socci, Università di Macerata

Anna Soci, Università di Bologna e Clare Hall, Cambridge

Riccardo Soliani, Università di Genova

Bruno Soro, Università di Genova

Stefano Spalletti, Università di Macerata

Antonella Stirati, Università di Roma Tre

Lucia Tajoli, Politecnico di Milano

Renata Targetti Lenti, Università di Pavia

Mario Tiberi, già Università di Roma ”La Sapienza”

Patrizio Tirelli, Università di Pavia

Melissa E. Tornari, Coventry University e Collegio Carlo Alberto

Leonello Tronti, Università di Roma Tre

Milica Uvalic, Università di Perugia

Giovanni Vaggi, Università di Pavia

Marco Valente, Università dell’Aquila 

Enzo Valentini, Università di Macerata

Vittorio Valli, Università di Torino

Elena Vallino, Università di Torino

Massimiliano Vatiero, Università di Trento e Università della Svizzera italiana

Andrea Ventura, Università di Firenze

Alessandra Venturini, Università di Torino

Alessandro Vercelli, Università di Siena

Sergio Vergalli, Università di Brescia

Cecilia Vergari, Università di Pisa

Gianfranco Viesti, Università di Bari

Gennaro Zezza, Università di Cassino

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