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Leonardo-Airbus, fusione difficile ma non impossibile

Il Governo Renzi caldeggia una maggior integrazione industriale tra i giganti della difesa e dell’aerospazio di Italia e Francia – Il report di Banca Akros e lo studio della Deloitte

Leonardo-Airbus, fusione difficile ma non impossibile

La fusione fra Leonardo e Airbus è difficile, ma non impossibile. Mercoledì Le Monde ha pubblicato un articolo scritto dai ministri italiani degli Esteri e della Difesa, Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti, in cui i due esponenti del governo invocano una più stretta collaborazione nella politica europea di sicurezza e difesa, sostenendo anche le ragioni di una maggiore integrazione industriale a livello continentale. Parole che il mercato legge nell’ottica di un possibile avvicinamento tra i due colossi della difesa di Italia e Francia, che potrebbero anche arrivare a fondersi.

“Riteniamo che sia uno scenario possibile, anche se le relazioni tra Italia e Francia non sembrano così ‘calde’ al momento – notano gli analisti di Banca Akros -. Ricordiamo che Airbus era nata all’inizio degli anni Duemila quando Germania, Francia e Spagna si erano unite in consorzio. L’Italia era rimasta fuori e aveva deciso di rafforzare i propri legami con Gran Bretagna e Stati Uniti, ma in uno scenario post-Brexit l’equilibrio dei poteri è cambiato ed è possibile che l’Italia cerchi un accordo con i partner europei rimasti’. Banca Akros sottolinea inoltre che, dal punto di vista delle valutazioni, Airbus al momento tratta a un multiplo di 14,4 volte gli utili attesi per il 2016, mentre Leonardo è valorizzata soltanto 10,4 volte. L’upside potenziale per Leonardo è quindi un molto interessante +40% circa”.

Quanto alla situazione attuale di Leonardo, il gruppo si colloca all’ 11esimo posto nella classifica mondiale della classifica 2015 dei giganti di aerospazio e difesa, salendo di due posizioni rispetto all’anno precedente, con un fatturato pari a 14.439 miliardi di dollari. Per quanto riguarda gli indicatori di performance finanziaria, Finmeccanica si posiziona al 15esimo posto nella classifica della top 20 A&D per utile operativo, salendo di una posizione rispetto all’anno precedente. È quanto si legge in uno studio di Deloitte dedicato al settore dell’aerospazio e della difesa.

Dalla stessa analisi emerge che nel 2015 il settore aerospaziale e della difesa è cresciuto del 3,8%, superando la crescita del Pil mondiale di 2,4 punti percentuali. I ricavi del comparto A&D sono aumentati di 24,8 miliardi di dollari, a quota 674,4 miliardi di dollari. Tuttavia, la variabilità dei mercati monetari registrata nel 2015 impone di analizzare il dato prendendo in considerazione anche le fluttuazioni del dollaro: in questo caso i ricavi del settore scendono di circa due punti percentuali (1,9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Grazie alla crescita della spesa dedicata al settore militare, il segmento della difesa segna un aumento dei ricavi pari a 1,7% equivalente a circa 5,8 miliardi di dollari. “Dopo due anni consecutivi di decrescita – dichiara Gianluca Di Cicco, Aerospace & Defense Leader per Deloitte in Italia – gli investimenti nel settore della difesa torneranno ad aumentare grazie all’aumento della domanda internazionale di prodotti militari collegata alle crescenti tensioni in Medio Oriente, Est Europa, Corea, India e Cina”.

Lo studio evidenzia che nel 2015 il segmento commerciale aerospaziale ha fatto registrare un record per quanto riguarda le consegne e gli ordini in backlog. Nel 2015 le consegne di aerei sono aumentate del 3,3 % mentre è stato il backlog di ordini a far registrare il record storico di 13.467 ordini, segnando un aumento dell’87,4% rispetto al 2010. Il backlog, calcolato sui prezzi di listino, ammonta a circa 2 miliardi di dollari garantendo la produzione per i prossimi dieci anni e facendo segnare un netto incremento rispetto al dato del 2010 (7.4 anni).

Di contro i nuovi ordini per aerei commerciali hanno registrato un decremento del 39% rispetto al dato dell’anno precedente raggiungendo quota 1.841 unità. Nel 2015 il segmento commerciale aerospaziale è cresciuto del 6,3%, raggiungendo un fatturato complessivo di 325,5 miliardi di dollari. “L’attuale portafoglio ordini suggerisce una stabilità futura del settore industriale nonostante, dopo 3 anni in positivo, nel 2015 si sia registrato un calo degli ordini per i velivoli commerciali – continua Di Cicco – La crescita della domanda di trasporto soprattutto in Cina, India e Medio Oriente, così come la necessità di velivoli a basso consumo di nuova generazione hanno contribuito a potenziare la domanda”.

Il report Deloitte stima che circa 34mila aerei saranno consegnati dal 2015 al 2034, per un valore complessivo di oltre 5,47 miliardi di dollari. Da un punto di vista di mercati geografici, il settore Aerospace & Defence europeo sta eclissando quello statunitense. Una grande competitività di mercato, l’aumento dei budget dedicati alla difesa e l’aumento costante della produzione di velivoli commerciali sono i fattori che hanno contribuito alla crescita dei ricavi europei, pari all’8,2% (+9,6% per il settore commerciale e +6,9% per il settore della difesa) mentre quella statunitense è pari all’1,4%.

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