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Legno e arredamento: dopo il boom da ecobonus, l’industria frena. “Anche il 2024 sarà complesso”

Colloquio a tutto campo con Claudio Feltrin, presidente di Federlegnoarredo-Fla che anticipa i trend per il 2024. “Soffre il legno, regge l’arredo. Il trend resta negativo sia per le vendite Italia che per l’export a causa dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente, ma siamo attrezzati per fronteggiare la situazione”

Legno e arredamento: dopo il boom da ecobonus, l’industria frena. “Anche il 2024 sarà complesso”

Come stanno reagendo i più importanti settori della manifattura italiana di fronte alle enormi tensioni politiche e economiche causate a livello mondiale dai conflitti ucraino-russo e Israele-Palestina e dalla crisi dei mercati? Ecco quali sono i risultati e le previsioni di un comparto di grande rilevanza per il nostro Paese perché il suo fatturato vale quasi il 5 per cento di quello nazionale. Si tratta della filiera di FederlegnoArredo (Fla) e ne abbiamo parlato con il presidente Claudio Feltrin. Innanzitutto la carta di identità di Federlegnoarredo-Fla, vale a dire dal pannello al mobile: ricavi (2022) alla produzione di 56,7 miliardi di euro pari al 4,6 per cento del totale nazionale, con 68mila imprese, pari al 14,9% del totale manifatturiero e 298mila addetti, pari all’8% del totale. 

Industria del mobile e arredamento: dopo due anni in crescita, la frenata

Una filiera di rilievo mondiale che sino ad ora ha raccolto successi e conquistato mercati ma che, dopo due anni di crescita anche a due cifre, si ritrova a fare i conti con una frenata sia del mercato Italia che delle esportazioni. Claudio Feltrin, presidente di Federlegnoarredo, ci racconta cosa sta accadendo e cosa accadrà nei prossimi mesi.

“Il 2023 era partito bene – afferma – con un primo trimestre ancora positivo, poiché le aziende risentivano degli effetti positivi dell’ondata degli ordinativi dei due anni precedenti, due anni davvero eccezionali che non potevano comunque continuare”. Feltrin, con la precisione di analisi che gli viene dall’essere un imprenditore calato nella realtà quotidiana, fornisce anche un quadro più realistico dei due anni di grandi vendite. “Dopo il periodo del Covid, quando le spese per la casa erano rimaste ferme, le famiglie si sono trovate a disposizione risorse per ristrutturare e migliorare l’abitazione”. E hanno cominciato a spendere, favorite da una serie di ecobonus a gogo che invitavano a comprare, cambiare arredi, elettrodomestici, guardaroba….Feltrin definisce questi booster vere e proprie droghe al consumo, alle quali si sono aggiunti gli effetti inflazionistici che hanno gonfiato listini. “Si sono di conseguenza verificate distorsioni micidiali dei mercati e bene ha fatto questo governo a intervenire ponendo dei limiti”. 

E per il 2024 nessun miglioramento in vista

Nel 2023 dopo un primo trimestre in crescita, i tre mesi successivi e poi il primo semestre hanno registrato per l’intera filiera segni decisamente negativi con un -5 per cento del fatturato“. A novembre – riprende Feltrin – pubblicheremo il consueto Osservatorio dei nove mesi trascorsi e posso dire che non ci aspettiamo miglioramenti, nemmeno per il 2024 che sarà un anno decisamente complesso”. Non si tratta soltanto di inevitabili rallentamenti legati a fattori interni, ma in massima parte alle pesanti conseguenze dei conflitti  che stanno coinvolgendo proprio quelle aree dove le nostre aziende stavano ottenendo grandi risultati sia di immagine sia di business.

Va sottolineato che da almeno due anni le imprese dell’arredamento italiano, in gran parte Pmi, aprono a ritmo sostenuto grandi show room monomarca o in joint venture con i migliori partner della distribuzione di fascia alta e altissima. In tutto il mondo. Ma  aprire e tenere aperte show room richiede un costoso apparato di servizi per fidelizzare una clientela esigente. Si tratta cioè di impegnativi finanziamenti che, come è accaduto con il conflitto in Ucraina, possono poi rivelarsi inutili: i ricchi mercati russi e russofili, quello ucraino e dei paesi dell’est Europa si sono o chiusi del tutto o in parte bloccati. “Le nostre aziende hanno così cercato altri sbocchi sui mercati del Medio Oriente e dell’Asia -racconta Feltrin – ma il conflitto Israele-Hamas ha ancora una volta creato rallentamenti e difficoltà”. Quanto alla Cina, un mercato particolarmente positivo e aperto al made in Italy è in arretramento per la crisi immobiliare”.

Mobili e arredamento: le conseguenze su ricavi e export

“Il secondo trimestre è stato particolarmente difficile con un -12 per cento del’intera filiera e il semestre, grazie ai positivi dati dei primi tre mesi, ha avuto una contrazione complessiva meno pesante, del 5,9% ma con un trend negativo sia per il mercato italiano (-6,8 per cento) che per l’export (-4,5 per cento)Il macrosistema Arredo registrava minori perdite con un -1,1 per cento, un calo delle esportazioni del 3,3 per cento”. Unica positiva voce sono le vendite del mercato Italia con un +1,3 per cento, dovuto al proseguimento degli effetti positivi degli investimenti del 2022.

Lo scenario attuale e quello che si va profilando potrebbe essere destabilizzante per un comparto di vitale importanza per il Paese. E invece no. “Siamo ben attrezzati per affrontare situazioni così complesse come le attuali”, sottolinea Feltrin. “È vero, le nostre associate sono PMI ma negli anni si sono consolidate e oggi vantano dimensioni e fatturati superiori a quelli medi delle altre PMI. Mentre il fatturato medio della di queste ultime non supera gli 830mila euro, quello della filiera è di 9,6 milioni con 31 addetti, un numero nettamente superiore anche queste rispetto alle altre PMI”. Sintesi: grazie a design, tecnologie, eco sostenibilità e investimenti a livelli molto alti usciranno dai problemi ben prima degli altri comparti manufatturieri.

Il Monitor di novembre confermerà i dati negativi

“Quanto alle stime sul 2024, ricordo che a novembre renderemo pubblico il consueto Monitor, costruito su interviste ad un consistente campione di aziende che esprimono circa il 40 per cento del fatturato totale della filiera. Ma già posso anticipare che per l’intero 2023 le sole voci in positivo riguarderanno il macrosistema Arredo con una leggerissimo incremento dello 0,2 per cento dei ricavi e delle vendite in Italia dell’1,3 per cento. L’export invece proseguirà nel rallentamento con un -0,7 per cento”.

Quanto al resto della filiera, le previsioni sono decisamente pessimiste: ricavi -8,5 per cento, vendite Italia -8,6 e export -8,3 per cento. Sarà dunque vitale soprattutto per il comparto dell’arredo focalizzare investimenti e iniziative per il prossimo Salone del Mobile (Milano, 16-21 aprile) dopo che alcune imprese del mobile – in gran parte le meno strutturate – avevano manifestato qualche avvisaglia di  disaffezione….”Questo può essere accaduto quando il Paese è uscito dal Covid e le aziende si sono trovate stracolme di ordini e forse ritenevano che si potesse fare a meno delle fiere. Ma ora non è più così, anzi”. In piena crisi internazionale, con le progressive perdite di mercati in espansione e  un generale impoverimento delle famiglie, il Salone di Milano è un imprescindibile e operativo appuntamento. 

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Legno e arredo made in Italy: il primato dell’ecosostenibilità

Il mandato di Feltrin alla Presidenza della Fla nasce all’insegna della transizione green per settori industriali che già annoverano risultati da primato anche perché sono i mercati più evoluti dove si dirige la quota predominante delle esportazioni a richiederlo. “L’industria legno-arredo italiana è terza a livello internazionale – come riporta la fondazione Symbola di Ermete Realacci, una eccellenza italiana – è prima in Europa in economia circolare e produce meno emissioni climalteranti degli altri grandi Paesi Ue: 26 kg ogni mille euro di produzione, a fronte dei 43 della Germania, dei 49 francesi, degli 79 britannici e degli oltre 200 spagnoli. Ci sono tutte le condizioni per essere protagonista nella sfida aperta dalla UE e dai grandi Paesi del mondo per l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050 partendo da una tradizione consolidata”.

Con Feltrin l’impegno diventa strutturato e si traduce nel 2022 nella survey “Legno-Arredo italiano nella transizione ecologica”in collaborazione con la fondazione Symbola. Ne è uscita un’originale – e unica per la consistenza – mappa dei percorsi avviati dalle aziende, dall’approvvigionamento alla progettazione, dalla produzione al fine vita. L’approccio è stato così pragmatico su dieci precisi punti che oggi Fla ha implementato rapidamente molti primati nell’ottica dell’economia circolare. A partire dalla fase decisiva ai fini della transizione green, quella dei materiali, i pannelli. “Siamo i più bravi in assoluto, i primi in Europa – sostiene Feltrin – ben il 97 per cento è realizzato con legno riciclato”. Dall’inizio del 2022 questi obiettivi si sono tradotti in una guida  con famiglie di azione necessarie per arrivare nei prossimi cinque anni  ad una compiuta transizione ecologica. “Nel segno di un impegno sociale –come recita la Survey- in linea con il manifesto di Assisi”. E con i primi importanti risultati che la FLA  presenterà dal 7 al 10 novembre a Ecomondo di Rimini.

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