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Legge 104 e 106: tutte le novità dal 2026 su permessi, congedi e smart working. Ecco cosa cambia

La Legge 106 integra la 104 con 10 ore di permesso in più, congedi fino a 24 mesi (non retribuiti per i lavoratori malati o con figli disabili) e nuove regole anche per autonomi e smart working

Legge 104 e 106: tutte le novità dal 2026 su permessi, congedi e smart working. Ecco cosa cambia

Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità per i lavoratori italiani grazie alla Legge 106 del 18 luglio 2025, che integra la storica Legge 104 del 1992. Queste modifiche rappresentano un passo avanti, seppur moderato, nella tutela di chi convive con malattie gravi, croniche, invalidanti o oncologiche, così come dei genitori di figli in condizioni simili. Le novità principali riguardano permessi extra retribuiti per visite ed esami e la possibilità di usufruire di congedi più lunghi. Tuttavia, questo nuovo congedo straordinario non sarà retribuito, a differenza di quello previsto dalla Legge 104 per i caregiver. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia dal 2026 per la Legge 104.

Legge 104: come funziona oggi e cosa cambia con la 106

Prima dell’introduzione della Legge 106, la Legge 104 rappresentava il punto di riferimento per i lavoratori disabili o per chi assiste un familiare con disabilità grave. La normativa prevedeva permessi mensili retribuiti, solitamente tre giorni al mese, frazionabili anche a ore, per consentire visite, terapie o assistenza al familiare. In aggiunta, era previsto un congedo straordinario fino a due anni, retribuito, rivolto ai caregiver. Durante tale periodo, il lavoratore percepisce un’indennità pari all’ultima retribuzione e mantiene la copertura contributiva. In pratica, il sistema si concentrava principalmente sulla tutela dell’assistenza, mentre chi lavorava e conviveva con una malattia grave riceveva meno protezione diretta.

Con l’introduzione della Legge 106, la prospettiva cambia: si passa da una logica centrata sul caregiver a una gestione della fragilità del lavoratore stesso, creando uno spazio di tutela più specifico e personalizzato anche se con molto limiti.

Legge 104, le novità dal 2026: permessi extra e congedo fino a 24 mesi 

Dal 2026, chi ha una malattia grave o invalidante, oppure un figlio minorenne nella stessa condizione, potrà usufruire di 10 ore annue di permesso retribuito, aggiuntive ai tre giorni mensili già previsti dalla Legge 104, per visite, esami e terapie mediche. Questi permessi valgono per tutti i lavoratori pubblici e privati che soddisfano i requisiti e richiedono una certificazione medica rilasciata da specialisti. La certificazione sarà valida anche per l’inserimento automatico nel fascicolo sanitario elettronico.

Oltre ai permessi, la Legge 106 introduce un congedo straordinario non retribuito fino a 24 mesi, dedicato a chi è affetto da malattie oncologiche, croniche o invalidanti con invalidità pari o superiore al 74%. Durante questo periodo, il lavoratore mantiene il posto di lavoro e non può svolgere altre attività lavorative, ma non sarà pagato. Il congedo non incide su ferie, tredicesima, Tfr o anzianità di servizio, anche se può essere riscattato volontariamente ai fini previdenziali. Al termine del periodo di assenza, il lavoratore ha diritto a rientrare al proprio posto e, se la mansione lo consente, ad accedere prioritariamente allo smart working, senza demansionamenti. 

Autonomi e permessi Inps: le nuove tutele

Per la prima volta, la normativa estende alcune tutele anche ai lavoratori autonomi, come liberi professionisti e partite Iva. In caso di patologie oncologiche o invalidanti, è possibile sospendere l’attività fino a 300 giorni l’anno (circa 10 mesi), mantenendo attiva la posizione previdenziale e contributiva. Questa novità riduce il divario tra lavoratori dipendenti e autonomi, anche se rimangono alcune criticità operative da chiarire, soprattutto in merito alle modalità pratiche di applicazione. 

La Legge 106 introduce procedure telematiche semplificate per richiedere permessi e congedi, con l’obiettivo di velocizzare le pratiche e ridurre i tempi di gestione da parte dell’Inps. Tuttavia, l’effettiva applicazione dipenderà dall’adeguamento tecnologico e organizzativo degli enti, quindi resta qualche incertezza sulla rapidità con cui questi strumenti saranno disponibili.

Legge 104: i nodi da sciogliere

Nonostante i progressi, alcune criticità rimangono evidenti. Il congedo non retribuito può risultare difficile da sostenere per chi non dispone di risparmi adeguati. La priorità per lo smart working dipende dalla mansione e dagli accordi aziendali, lasciando margini di discrezionalità. Anche l’estensione delle tutele ai lavoratori autonomi necessita di chiarimenti operativi. Secondo i dati Inps, i permessi della Legge 104 sono in costante aumento: nel 2023, i permessi personali sono cresciuti del 18% rispetto all’anno precedente, mentre quelli per assistenza ai familiari del 14%. Tuttavia, solo il 32,5% delle persone con disabilità tra i 15 e i 64 anni risulta occupata. 

Legge 104: come prepararsi alle novità

I lavoratori che rientrano nei requisiti – invalidità almeno del 74%, patologia oncologica, cronica o invalidante, o genitore di un figlio minorenne in tale condizione – devono verificare la documentazione sanitaria già da ora. È fondamentale avere certificazioni rilasciate da specialisti del Servizio Sanitario Nazionale o da strutture accreditate e coordinarsi con il medico competente aziendale per valutare mansione, compatibilità con il lavoro agile o eventuali adattamenti.

Le aziende, dal canto loro, dovranno aggiornare regolamenti interni, definire procedure chiare per i nuovi permessi e congedi e chiarire le modalità di accesso allo smart working.

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