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Le varianti spaventano le Borse: banche e petroliferi in rosso

L’incognita varianti torna a mettere paura ai mercati – Molto male soprattutto il settore del turismo e dei viaggi – A Milano in netta flessione i titoli petroliferi e le banche – Brilla invece Terna

Le varianti spaventano le Borse: banche e petroliferi in rosso

Banche e titoli petroliferi zavorrano Piazza Affari, che chiude in calo dell’1,11%, a 25.227 punti, la prima seduta della settimana, in un contesto europeo debole, con molti titoli del turismo ko. A fare paura è di nuovo il coronavirus, nella sua variante Delta che si propaga velocemente in Asia e in altre aree del mondo, superando la barriera della prima dose di vaccini. 

Francoforte perde lo 0,34%, Amsterdam limita i danni allo 0,4%, mentre è più pesante il bilancio di Londra -0,85%, Parigi -0,99% e soprattutto Madrid -1,97%. Il rosso è acceso per Tui (-4,67%) ed Easyjet (-5,8%) a Londra, mentre nella capitale spagnola affonda Icag (-6,19%), controllante di British Airways, Aena e Melia Hotels. Anche a Milano, in coda al Ftse All Share ci sono Sostravel (-3,64%), Trawell (-4,15%), Portale Sardegna (-6,31%).

Ad appesantire gli scambi, nell’ultima parte della seduta, ha contribuito l’avvio contrastato di Wall Street, che resta in ogni caso in zona record con lo S&P500. Si apprezza il Nasdaq, mentre il Dow Jones cede circa mezzo punto percentuale, con lo sguardo degli investitori rivolto agli sviluppi sul piano bipartisan per le infrastrutture da 579 miliardi di dollari, che il presidente Joe Biden dovrebbe firmare anche senza un accordo su altre priorità, come riforma fiscale e lotta al cambiamento climatico. Biden partirà domani dal Wisconsin per un tour volto a promuovere l’intesa sulle infrastrutture, cercando un forte sostegno pubblico anche per le riforme più progressiste. L’evento più atteso di questa ottava però è il rapporto sull’occupazione in calendario venerdì, dopo che l’aumento dell’inflazione del 3,4% su base annuale, a maggio, al passo più rapido dall’aprile 1992, ha pesato sui prezzi dei titoli di Stato. Oggi i rendimenti dei T-Bond scendono e i prezzi risalgono. Il tasso del decennale tratta sotto 1,5%, a 1,487% (in ribasso di oltre il 3%),

La chiusura è positiva anche per il secondario italiano: lo spread tra Btp e Bund decennali scende a 111 punti base (-1,36%) e il tasso del benchmark tricolore si ferma a +0,88%.

Sul primario intanto il rendimento dei Bot semestrali segna il minimo storico a -0,521% ritoccando il precedente minimo a -0,520% segnato nel dicembre scorso. Il Tesoro ha interamente assegnato l’importo offerto, pari a 6,5 miliardi di Bot a sei mesi, scadenza 31-12-2021, a fronte di una richiesta di oltre 8,7 miliardi, per un rapporto di copertura pari a 1,35.

Nel corso dell’ultima settimana la Bce ha portato i suoi acquisti netti nell’ambito del programma Pepp a 24,31 miliardi (contro 19,36 miliardi di una settimana fa) arrivando a quota 1.169,94 miliardi. Per quanto riguarda il programma di quantitative easing, gli acquisti netti di titoli di Stato sono stati positivi per 7,61 miliardi (da +6 miliardi) a 2.422,41 miliardi, mentre gli acquisti di bond societari si sono attestati a 0,174 miliardi (da +2,73 miliardi) a 281,967 miliardi. Nel periodo, infine, gli acquisti di covered bond sono stati pari a 163 milioni (da 587) a 292,132 miliardi, mentre quelli di Abs sono stati negativi per 363 milioni (da -134) a 28,13 miliardi.

Sul mercato dei cambi il dollaro consolida i livelli raggiunti, mentre recupera terreno la sterlina che è vicina ad archiviare la peggior performance mensile da settembre. Fa sperare l’arrivo di Sajid Javid, ex ministro delle finanze e nuovo responsabile della sanità che pare intenzionato ad anticipare la riapertura delle attività, dopo il rinvio deciso per il dilagare della variante indiana (o Delta, come ha deciso di chiamarla l’Oms).

L’euro-dollaro appare piatto, in area 1,934.

Restano sotto i riflettori le criptovalute dopo lo stop imposto dalle autorità finanziarie britanniche alla piattaforma di scambi Binance, con l’imposizione di requisiti stringenti. Per il Ft, l’intervento della Financial Conduct Authority dimostra che le autorità tengono sotto controllo l’industria delle criptovalute per paura timori che possano essere usate per attività illecite. Il Bitcoin tratta poco sotto i 35mila dollari.

Fra le materie prime le vendite colpiscono il petrolio: il future Brent settembre 2021 perde circa l’1,2%, 74,5 dollari al barile. L’oro nero ha toccato questa mattina i massimi da due anni e mezzo, ma ha poi cominciato ad arretrare dopo le notizie su un picco di contagi da coronavirus in Asia e in vista del meeting Opec+ di questa settimana.

In Piazza Affari i titoli petroliferi sono tra i peggiori del listino principale: Tenaris -3,31%; Saipem -2,65%; Eni -2,03%. 

Malissimo le banche: Bper -3,18%; Unicredit -3,09%; Banca Mediolanum -3,05%; Banco Bpm -2,82%. Quest’ultima si tinge di rosso, nonostante abbia modificato gli accordi con il gruppo assicurativo francese Covea, in modo da tenersi le mani libere al fine nel caso di future aggregazioni. Giù Intesa -2,35% e Mediobanca -1,02%.

Atlantia cede il 2,28%, nel giorno in cui rende noto che la propria controllata, Autostrade Portugal, ha sottoscritto il contratto per la cessione a MM Capital Partners dell’intera quota detenuta nella concessionaria portoghese Lusoponte, che gestisce due ponti di attraversamento del fiume Tago a Lisbona. Il corrispettivo dell’operazione è di 55,7 milioni di euro. È inoltre previsto un meccanismo di potenziale earn-out fino a un massimo di 5 milioni di euro, legato al verificarsi di alcune condizioni.

In vetta al listino, con rialzi frazionali, ci sono Terna +0,83%, Ferrari +0,68%, Diasorin +0,58%, Stm +0,47%,.

Fuori dal paniere principale è da capogiro il debutto sull’aia di Meglioquesto, +67,82%.

Chiude in calo invece Ferragamo, -2,67%, dopo aver inizialmente festeggiato la notizia dell’arrivo di Marco Gobbetti nel ruolo di direttore generale e amministratore delegato. Gobbetti, attuale ceo di Burberry (-9,05% a Londra), vanta un lungo percorso professionale nel settore del lusso e del fashion, dove ha ricoperto l’incarico di ad di Moschino prima di approdare nel gruppo Lvmh, all’interno del quale è rimasto 13 anni ricoprendo il ruolo di ceo di Givenchy e di Celine. Gobbetti assumerà l’incarico non appena libero dai suoi obblighi contrattuali con il gruppo inglese. Giovedì prossimo è stato convocato un cda straordinario della Salvatore Ferragamo per gli adempimenti connessi alla nomina.

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