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Le elezioni spaventano le Borse e i Btp

Il rischio che Trump sorpassi la Clinton alle Presidenziali Usa mette in allarme i mercati – Scende il dollaro, salgono oro e yen – L’Italia paga l’incertezza sul referendum: lo spread Btp-Bund si impenna – Piazza Affari sotto i 17mila punti – Niente Mps per Passera – Poste alla carica di Pioneer con Aberdeen

Le elezioni spaventano le Borse e i Btp

Allarme rosso. Le previsioni di Meteo Borsa non lasciano troppe speranze. Le Borse asiatiche viaggiano in negativo: Tokyo -2%, Hong Kong -1,3%. Male anche Sidney (-1,8%) e le Borse cinesi. Salgono i beni rifugio, dall’oro allo yen. E i futures sui mercati europei promettono una partenza negativa. La ragione? Le elezioni fanno paura.

Capita a Wall Street, turbata dalla rimonta di Donald Trump, ma anche in Piazza Affari, alle prese con la possibile vittoria del No al referendum del 4 dicembre. I sondaggi Usa sono concordi nel rilevare le difficoltà di Hillary Clinton dopo la riapertura delle indagini sull’emailgate: secondo Abc/Washington Post Trump è addirittura in vantaggio. Anche il Financial Times, che ha garantito l’endorsement alla candidata democratica, registra il rischio sorpasso.

La Borsa Usa, che dava per scontata la vittoria della Clinton (un vantaggio di dodici punti una settimana fa), teme il colpo di scena: ieri l’indice S&P 500 -0,68% è scivolato ai minimi dal 7 luglio scorso, dopo sei giorni consecutivi all’ingiù come non accadeva dall’agosto 2015. In ribasso anche il Dow Jones (-0,58%) e il Nasdaq (-0,69%). Il timore è che la sera dell’8 novembre, a seggi chiusi, si replichi quanto successo dopo l’affermazione della Brexit.

SENTIX: L’ITALIA RISCHIA PIÙ DELLA GRECIA L’USCITA DALLA UE

Intanto gli analisti stanno valutando in maniera sempre più seria lìeventualità di una sconfitta di Matteo Renzi il 4 dicembre. Di riflesso, i rendimenti del debito italiano hanno toccato ieri nuovi massimi. Lo spread del Btp con il Bund, che rende lo 0,20%, è salito a 151 punti base. Il differenziale tra il decennale ed il Bono spagnolo si è allargato a 46 punti base, massimo degli ultimi 4 anni. Record negativo anche per il rendimento dei decennali italiani, che ha superato di slancio la soglia dell’1,7%, chiudendo all’1,76%, su livelli che non si vedevano addirittura da un anno, novembre 2015.

A dare un’idea delle preoccupazioni degli operatori basta uno sguardo alla rilevazione di Sentix, un autorevole centro studi tedesco: l’Italia ha superato per la prima volta la Grecia come Paese che ha maggiore probabilità di lasciare la zona euro, secondo un sondaggio presso gli investitori, anche se l’ipotesi per i prossimi 12 mesi non va oltre il 9,9% (contro l’8,5% di Atene).

GIÙ IL DOLLARO, A WALL STREET FRENA PFIZER

La doppia incognita elettorale condiziona gli umori dei mercati, oggi in attesa del comunicato della Fed al termine della riunione del comitato monetario. Perde colpi il dollaro (1,1069 sull’euro, poco sopra i 103 il cambio dello yen) nella presunzione che Trump, favorevole al protezionismo, preferisca una valuta debole. Ma il peso messicano, la valuta più vulnerabile, ha perso il 2%.

Bene i dati in arrivo dall’economia reale. L’indice ISM sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere è salito a 51,9 da 51,5 di settembre, poco sopra le stime del consensus. Sul listino azionario, da segnalare i conti di Pfizer, in calo dello 0,8%, sui minimi degli ultimi sette mesi. La prima società farmaceutica degli Stati Uniti per valore della capitalizzazione ha chiuso il trimestre con un calo dell’utile netto del 38% anno su anno, peggio del previsto. Pfizer ha ritoccato all’ingiù le previsioni sui ricavi dell’anno in corso e ha deciso di non portare avanti lo sviluppo di un nuovo farmaco per il colesterolo alto.

PETROLIFERI, AVANZA SHELL, ARRETRA ENI 

Ancora debole il petrolio. Il Wti arretra dello 0,7%, a 46,54 dollari. Il Brent tratta a 48,2 dollari. Il mercato resta sotto pressione a causa della produzione record dei principali esportatori e per l’incertezza sul fatto che l’Opec e i suoi concorrenti siano in grado di fare qualcosa per affrontare l’eccesso di offerta a livello globale.

A Londra, BP è in calo del 4% nel giorno della presentazione dei dati del trimestre: l’utile ha battuto le stime, ma solo grazie ad una plusvalenza straordinaria. Ad Amsterdam, invece, Royal Dutch Shell ha guadagnato il 3% dopo aver diffuso dati del trimestre superiori alle aspettative.

Eni-1,6%. La compagnia italiana assieme a Statoil ed ExxonMobil investirà 5,5 miliardi di corone norvegesi (circa 608 milioni di euro) nello sviluppo del sito estrattivo Trestakk, nell’offshore norvegese, meno dei 7 miliardi stimati lo scorso gennaio. La società italiana prevede che una decisione finale sugli investimenti per il giacimento di South Coral, in Mozambico, venga presa entro fine anno, mentre la produzione di gas naturale liquefatto dovrebbe iniziare cinque anni dopo. Tenaris-1%.

MILANO SOTTO I 17 MILA PUNTI. OGGI I DATI PMI

Si annuncia un avvio difficile per i listini europei sotto la pressione delle indicazioni elettorali. In mattinata gli umori potrebbero cambiare, almeno in parte, con la pubblicazione degli indici Pmi relativi all’Eurozona. A Milano L’indice Ftse Mib ha perso ieri l’1,32%, scivolando sotto la soglia psicologica di 17.000, a quota 16.898 punti. Giù anche Francoforte (-1,48%), Parigi (-0,86%) e Londra (-0,53%).

Alla vigilia delle decisioni di domani della Bank of England sui tassi, il governatore Mark Carney ha annunciato che resterà alla guida dell’istituto fino alla primavera del 2019, in tempo per guidare il processo di uscita dell’economia britannica dalla Ue.

Gli adviser economici del governo tedesco hanno abbassato le proprie stime di crescita 2017 per l’economia del Paese, migliorando però la previsione relativa all’anno in corso. La stima relativa al 2017 è stata portata a +1,3% rispetto a quella precedente di +1,6%. Il governo ha attualmente una previsione di 1,4%. Per il 2016 si passa invece a +1,9% da +1,5%; la stima del governo è a +1,8%: sarebbe il dato di crescita più forte da cinque anni, sostenuto dall’aumento dei consumi privati e dall’incremento della spesa pubblica. Tra i dati societari di oggi spicca la trimestrale di Lufthansa.

PASSERA RINUNCIA A MPS. POSTE SU PIONEER CON ABERDEEN

Ancora al centro dell’attenzione di Piazza Affari il comparto bancario. MontePaschi ha recuperato lo 0,7%. Alcuni fondi sovrani arabi sarebbero interessati a sottoscrivere una tranche dell’aumento di capitale pari a miliardo. Ma nel frattempo la cordata di Corrado Passera ha rinunciato a portare avanti la sua offerta alternativa. In mattinata l’ex ministro ha informato di aver inviato a Cda e collegio sindacale della Banca senese la comunicazione del ritiro della proposta, dicendo che a lui e agli investitori che rappresenta “sono state negate le condizioni minime per procedere”.

Il piano alternativo avanzato dall’ex ministro, secondo quanto riportato nella nota, prevedeva “lettere di interesse ufficiali da parte di primari investitori internazionali per circa 2 miliardi di euro”. Dal canto suo Mps sottolinea che di questi investitori “non sono state rese note le generalità”. Pur rammaricandosi per la decisione di Passera, il Cda dice di ritenere che sia basata “su argomentazioni infondate e incompatibili con la necessità della banca di assicurare parità informativa tra i suoi potenziali investitori e di mantenere il controllo delle informazioni fornite agli stessi”.

Si scalda intanto l’asta per Pioneer, messa in vendita da Unicredit (-1,7%). Poste italiane, in calo dello 0,3%, sarebbe in procinto di allearsi con Aberdeen nella gara. La società scozzese del risparmio gestito sarebbe interessata alle attività estere dei Pioneer. 

L’indice del settore bancario è arretrato ieri dell’1,26%. Intesa -1,2%. Mediobanca +0,6% . In rosso Ubi Banca (-1,83): gli analisti di Banca Akros hanno tagliato il target da 4,8 a 4,3 euro, confermando però il giudizio buy. Il broker è anche intervenuto sul prezzo obiettivo del Creval (-2,6%), ridotto da 0,50 a 0,45 euro.

TONFO DI CNH, FRENANO FERRARI E FCA

Ribassi diffusi nel resto del listino in una giornata condizionata dalla festività. StMicroelectronics arretra del 4%, nei precedenti tre giorni il titolo del produttore di chip ha guadagnato il 21%. 

CNH -5,3%: i dati del trimestre, diffusi ieri, sono stati complessivamente superiori alle aspettative, ma con qualche ombra nel segmento dei mezzi per cantiere. Deutsche Bank ha bocciato i risultati trimestrali confermando la raccomandazione Sell. Il target price è stato rivisto al ribasso a 6,24 dollari da 6,37 dollari. Kepler Cheuvreux ha confermato la raccomandazione reduce e il prezzo obiettivo a 5,4 dollari, convinta che il punto debole restino i mercati delle macchine agricole. Anche a Banca Akros (accumulate e target price a 7,5 euro) pare che il contesto per il settore dei macchinari agricoli non stia recuperando velocemente come atteso. Per lo stesso motivo Equita (hold e target price a 7,1 euro) ha limato le stime 2016-2017.

Dopo un avvio brillante FCA chiude a -1%. Le vendite negli Usa sono diminuite a ottobre del 10%, a 176.609 unità, rispetto allo stesso mese del 2015. Brusco stop per Ferrari (-2,77%).

Leonardo +0,2% alla vigilia della trimestrale. La Turchia ha dato al suo ministero della Difesa il mandato per l’acquisto di altri 24 jet F-35 di Lockheed Martin. Al programma del caccia americano partecipa Leonardo-Finmeccanica, coperta da Morningstar con un fair value a 13 euro.

Telecom Italia -0,2%. La controllata Tim Brasil ha diffuso i dati del trimestre, in calo a livello di utile ma migliori delle aspettative. Enel sulla parità, Berenberg ha confermato il Buy, alzando il target a 4,50 euro da 4,0 euro. A2A +0,4%.

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