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Le elezioni italiane fanno crollare le banche e la Borsa

Bufera sui mercati finanziari per l’incubo dell’ingovernabilità italiana – A metà mattina Piazza Affari perde il 4% (peggior listino d’Europa) e le maggiori banche lasciano sul campo tra il 6 e il 7 per cento – Fiammata dello spread Btp-Bund che si attesta attorno a quota 325 pb – Solo Berlusconi, come al solito, minimizza lo spread – L’euro si indebolisce

Le elezioni italiane fanno crollare le banche e la Borsa

Pronti, partenza, via: Piazza Affari cola a picco. C’era grande attesa per la prima seduta di Borsa dopo le elezioni politiche italiane e fin dall’apertura si è capito che i timori erano fondati. In avvio il Ftse Mib arriva a perdere oltre quattro punti e mezzo, trascinando al ribasso tutti gli altri listini europei: Londra -1,35, Francoforte -2%, Parigi -2,54%. A pesare sui mercati è naturalmente il risultato del voto italiano, che non consente alcuna governabilità, mancando qualsiasi maggioranza possibile in Senato. 

Fra i titoli peggiori sul listino milanese figurano naturalmente i bancari, come sempre legati da un rapporto inversamente proporzionale all’andamento dello spread. In coda al paniere le azioni di Montepaschi (-8,45%), Intesa Sanpaolo (-8,19%), Mediolanum (-7,92%), Ubi (-7,76%), Unicredit (-6,31%), Mediobanca (-5,64%) e Bpm (-5%). 

Negli stessi minuti il differenziale di rendimento fra i Btp a 10 anni e gli equivalenti Bund tedeschi viaggia ben oltre la soglia psicologica dei 300 punti base, a 325, dopo aver toccato un picco all’avvio degli scambi a quota 355. La nuova ampiezza della forbice corrisponde a tassi d’interesse sui nostri decennali pari al 4,74%. Proprio oggi a fine mattinata è attesa un’asta di Bot a sei mesi.  

“Smettiamola con questa storia dello spread, abbiamo vissuto felicemente tanti anni senza – ha commentato Silvio Berlusconi -. E’ un’invenzione di due anni fa. Non confrontiamoci sempre e comunque con la Germania, non ha importanza. Non sono assolutamente preocupato dalla reazione dei mercati che vanno per la loro strada. Sono indipendenti e un po matti”.

Intanto, l’euro si indebolisce nettamente rispetto al dollaro e scambia a 1,3053. Ieri, secondo la rilevazione della Bce, la moneta comunitaria valeva 1,3304 biglietti verdi. L’euro tratta in netta flessione anche nei confronti dello yen, a 119,47 (123,805 ieri), considerato un bene rifugio nei momenti di maggiore tensione sui mercati. 

Il primo segnale di preoccupazione finanziaria per la situazione italiana era arrivato però dalla Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha lasciato sul campo il 2,26% e il Topix che ha chiuso in ribasso dell’1,42%. 

Tutto negativo il paniere principale dei titoli milanesi: le performance migliore e’ quella di Impregilo (-0,1%), inchiodata ai 4 euro dell’opa Salini. Per quanto riguarda gli altri titoli principali di Piazza Affari, Telecom Italia crolla del 6%, mentre Fiat è in rosso di quasi quattro punti, dopo che ieri Fitch ha declassato il rating del debito a lungo del Lingotto da BB a BB-.

Perdite più contenute per Mediaset (-2,27%), che ieri ha volato inaspettatamente sulle ipotesi di una vittoria netta del centrosinistra, suggerite dagli exit poll, e si è sgonfiato quando le prime proiezioni hanno indicato che al Senato la vittoria sarebbe potuta andare alla coalizione guidata dall’azionista di riferimento Silvio Berlusconi. Generali scende del 6,6%. Finmeccanica crolla in ribasso del 5%, Fiat Industrial -3,2%, StM -3,7%. Enel cade in ribasso del 5%, Eni perde il 2,2%. 

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