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Le buone ragioni per scommettere nelle economie del Golfo

Tra il 2014 e il 2017 le vendite italiane nei principali mercati della regione sono attese crescere a un tasso medio annuo del 9%, laddove SACE mette allo studio 2 mld in nuovi progetti, fondamentali per infrastrutture, sostenibilità e sviluppo.

Le buone ragioni per scommettere nelle economie del Golfo

Prenderà il via lunedì prossimo la missione in Emirati Arabi Uniti, Qatar e Kuwait, promossa dal Governo italiano per accompagnare le imprese nostrane verso i mercati più promettenti dell’area del Golfo Persico. Questi rappresentano i contesti operativi più stabili di tutta la regione e continueranno a offrire nuove importanti opportunità per il Made in Italy in una molteplicità di settori: dagli idrocarburi alla raffinazione, dalla meccanica strumentale alle costruzioni, dai beni di consumo alla distribuzione organizzata. Secondo le previsioni SACE, dal 2014 al 2017 le vendite italiane nei principali mercati della regione (Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar) sono attese infatti crescere a un tasso medio annuo del 9% circa. Un potenziale allora che trova riscontro nell’operatività di SACE nell’area dove sono allo studio 2 miliardi di euro di nuovi progetti, prevalentemente nei settori dell’acciaio, dell’impiantistica e delle costruzioni, fondamentali per sostenere lo sviluppo infrastrutturale e l’urbanizzazione su cui i paesi della regione stanno fortemente investendo in virtù degli elevati surplus di bilancio, nonostante l’incertezza del contesto regionale e alcune tensioni sul mercato interno del lavoro.

Alla luce della crescita demografica e dei piani di sviluppo industriale, i governi locali stanno investendo in nuove tecnologie per la sostenibilità, come sistemi per il trattamento delle acque, desalinizzazione, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti, con nuove opportunità di business per le imprese italiane. Senza dimenticare i processi di diversificazione energetica, in particolare verso fonti rinnovabili come il fotovoltaico. I grandi piani d’investimento in social housing, logistica e infrastrutture stanno inoltre alimentando la domanda di beni a medio-alta tecnologia, oltre che di know how specifici non ancora sviluppati nella regione. In quest’ambito, si prevedono per l’export Made in Italy performance di crescita superiori alla media regionale in settori come macchinari industriali (+9,5%), apparecchi elettrici (+11,4%) e metalli (+9%). Gioca un ruolo propulsivo il Qatar, grazie al varo di ambiziosi programmi di sviluppo infrastrutturale ed urbanistico tra cui un piano d’investimenti da 7 mld di dollari per il potenziamento del porto di Doha. Va in questa direzione la trasformazione della città a capitale mondiale della finanza islamica, in grado di competere con le piazze di Kuala Lumpur, Ginevra, Londra e Manama. Anche Abu Dhabi ha recentemente approvato un nuovo piano da 4,3 mld per l’espansione della rete stradale e lo strutture di social welfare. E, in questo contesto, la crescente domanda di prodotti di alta gamma guiderà la performance dei settori più tradizionali del Made in Italy, come moda, tessile e abbigliamento (+12,1%), calzature e gioielli (+9,3%) e arredamento (+11,2%). Gli arredi e l’interior design italiano sono infatti molto richiesti non solo dai consumatori ma anche per completare i nuovi spazi pubblici e commerciali in costruzione.

Il portafoglio delle operazioni assicurate da SACE nell’area del Golfo ammonta a € 3,5 miliardi. Tali operazioni riguardano prevalentemente grandi progetti d’investimento nei settori oil&gas, metallurgico, chimico e petrolchimico realizzati su base project finance, che vedono impegnate, direttamente o in qualità di subfornitrici, numerose imprese italiane di ogni dimensione. Per informazioni su alcune delle maggiori operazioni concluse da SACE nei paesi del Golfo si rimanda al Comunicato Stampa ufficiale.

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