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Le Borse zittiscono Trump: listini in rialzo dopo la rivolta

Più che sulla rivolta dei fan di Trump, i mercati si concentrano sugli effetti della vittoria Dem in Georgia: soffre il Big Tech e salgono banche e ciclici e soprattutto i rendimenti dei T-Bond – A Piazza Affari capitalizzazione record di Enel e gloria per costruzioni, banche e petroliferi

Le Borse zittiscono Trump: listini in rialzo dopo la rivolta

L’ordine regna sui mercati finanziari dopo che la Guardia Nazionale, su ordine del vicepresidente Mike Pence, ha liberato Capitol Hill dall’assedio dei militanti di estrema destra scatenati da Donald Trump contro il simbolo della democrazia americana, che ha provocato 4 vittime. Anzi, stamane, dopo che i social network hanno spento la voce del quasi ex presidente degli Stati Uniti bloccando i suoi account, le Borse si concentrano sulla notizia dell’affermazione democratica in Georgia, che ha consegnato il controllo del Senato a Joe Biden, in attesa che si completi l’iter dell’insediamento del nuovo presidente.

AVANZA L’ASIA, FRENA SOLO HONG KONG

Salgono i mercati azionari aperti e i futures di Wall Street. L’indice MSCI Asia Pacific è in rialzo dello 0,5%, in prossimità dei massimi della storia. Segno più per il Nikkei di Tokyo (+1,5%), CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +1%, Kospi di Seul +2%, S&P ASX200 di Sidney +1,4%.

Fa eccezione Hong Kong (-0,4%), su cui pesa il giro di vite contro il dissenso, un tema che promette di inasprirsi con la nuova amministrazione Usa. L’Hang Seng di Hong è in calo dello 0,4%, penalizzato dal ribasso da Alibaba e da Tencent: è in arrivo dalla Casa Bianca un ordine esecutivo che vieta le relazioni commerciali con le due aziende.

Pesa anche la decisione della New York Stock Exchange di rimuovere dal listino le tre principali società telefoniche della Cina.

IL TREASURY SCHIZZA OLTRE L’1%. SOTTO TIRO I FANG

Le aspettative di incrementi della spesa pubblica in grado di risollevare l’inflazione negli Stati Uniti stanno buttando giù le obbligazioni: il Treasury Note a dieci anni arriva a 1,04% di rendimento, massimo da marzo. La curva dei tassi di mercato, espressa dal differenziale tra il rendimento del decennale ed il biennale, è sempre più ripida: stamattina tra dieci anni e due anni ci sono 90 punti base, massimo degli ultimi tre anni.

Andamento contrastato per i listini Usa: salgono Dow Jones (+1,44%), S&P (+0,57%) e Russell 1.000 (il listino delle pmi, +2,5%). Frena il Nasdaq (-0,61%).

Perdono colpi i Big della tecnologia: in rotta Apple, Alphabet, Microsoft e, più di tutti, Facebook.

ELON MUSK VICINO AL SORPASSO DI BEZOS

Sale solo Tesla (+2,9%). Elon Musk è vicino a sorpassare Bezos come uomo più ricco del mondo.

Il dollaro è poco mosso nei confronti delle principali valute del pianeta, anche per effetto delle rassicurazioni sul proseguimento dell’attuale politica monetaria da parte della Federal Reserve, contenute nei verbali dell’ultima riunione del board pubblicati ieri.

Petrolio Brent lanciato verso i massimi di periodo a 54,7 dollari il barile, in rialzo dello 0,5%. Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono scese di circa 8 milioni di barili, molto più del previsto. L’Arabia Saudita, dopo essersi accollata buona parte dei tagli alla produzione decisi dall’Opec +, ha deciso di alzare i prezzi ai clienti dell’Asia e del Nord America.

Euro dollaro a 1,231 da 1,233 della chiusura.

ITALIA VERSO L’ACCORDO SUL RECOVERY PLAN

Su Facebook il premier Conte chiede “responsabilità” per “rafforzare coesione e solidità della squadra di governo” e tende la mano a Italia Viva, rinnovando la disponibilità ad “accogliere le buone idee degli altri”. Al centro dello scontro tra Iv e Conte è la ripartizione delle risorse del Recovery Plan. Con l’inserimento dei fondi per il Sud, il Recovery Plan arriva a 218,5 miliardi.

L’EUROPA FESTEGGIA PRIMA “DELL’INSURREZIONE”

Le Borse europee hanno archiviato la seduta prima che da Washington arrivassero le notizie drammatiche dell’invasione di Capitol Hill. Ma la seduta è stata comunque dominata dall’eco dalla politica Usa. In particolare, tutti i listini hanno allungato il passo, chiudendo sui massimi da febbraio sull’onda della vittoria dei candidati democratici in Georgia.

Piazza Affari avanza del 2,4%, a quota 22.734,32. Seguono nell’Eurozona Francoforte (+1,87%) e Parigi (+1,87%). La migliore è Madrid (+3,11%). Esplode Londra (+3,67%), spinta anche dalla debolezza della sterlina.

Il dollar index dopo essere sceso al minimo da marzo 2018 a 89,206 ha poi recuperato fino a 89,726. L’euro/dollaro ha chiuso a 1,2294. La sterlina tratta a 0,9020 sulla moneta unica.

PETROLIO, VACCINI E BANCHE GUIDANO IL RALLY

A spingere il sentiment dei mercati hanno contribuito: a) la performance dei petroliferi dopo la decisione sulla produzione raggiunta dall’Opec+ (a Milano Saipem +5%, Eni +3,28%, Tenaris +5,35%); b) l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio del vaccino contro il Covid-19 sviluppato da Moderna, il secondo autorizzato nell’Ue; c) l’andamento dell’indice Pmi composito dell’Eurozona, salito a 49,1 punti dai 45,3 di novembre, dato pur al di sotto del preliminare a quota 49,8 punti.

Ma la reazione dei listini riflette anche la sensazione di rivincita dei titoli di valore (value) nei confronti di quelli di crescita (growth), finora indiscussi protagonisti del rally di Wall Street. Banche, Materie di Base ed Energetici guidano il rialzo: i rispettivi indici di settore salgono di oltre il 4%.

I BTP REGGONO AL RIALZO DEI RENDIMENTI DEI T NOTE

Alla festa ha partecipato nel finale anche l’obbligazionario, già condizionato in avvio dal rialzo dei rendimenti dei treasury note Usa. A fine seduta il rendimento del Btp si colloca allo 0,57%, mentre il Bund di pari durata è salito a -0,54%, ai massimi da 5 settimane. Lo spread chiude a 112 punti.

È attesa per oggi la comunicazione dell’importo dell’emissione di Bot annuali che andranno all’asta il 12 gennaio. In giornata sarà comunicata in dettaglio la composizione della domanda per il Btp a 15 anni sindacato collocato martedì per 10 miliardi dopo ordini per 105 miliardi.

La propensione al rischio ha pesato sull’oro: il future febbraio 2021 ha lasciato sul terreno oltre il 2% intorno a 1908,50 dollari l’oncia.

BUZZI E CNH GUIDANO IL RIALZO “AMERICANO”

L’eco del cambio di rotta in Usa si è fatta sentire in Piazza Affari. Buzzi Unicem, molto attiva nel settore costruzioni oltre Oceano, festeggia con un rialzo del 7,96% la prospettiva di partecipare al programma di investimenti nelle infrastrutture promesso da Joe Biden.

Anche i camion e le macchine movimento terra saranno beneficiate dagli interventi della nuova amministrazione Usa. Ma, secondo le indiscrezioni, il rialzo di Cnh Industrial (+6,64%) dipende dalla ripresa dei colloqui per la cessione ai i cinesi di Faw.

DONI DELLA BEFANA PER UNICREDIT E MONTE PASCHI

Il vento in arrivo da Wall Street ha favorito anche il settore bancario europeo. In Italia ne approfitta l’accoppiata Unicredit-Monte Paschi, il tema più caldo del momento. La banca milanese mette a segno un balzo del 7% abbondante mentre il mercato si interroga sulla “dote” che il Tesoro stanzierà per rendere possibili le nozze con l’istituto toscano (+4,1%). I titoli in evidenza: si parla della cessione di un pacchetto di crediti Npl per 14 miliardi ma anche di un aumento di capitale per 2,5 miliardi (già compresi nel piano presentato in dicembre), 2,5 miliardi di crediti fiscali, più un altro miliardo. Intanto si lavora per disinnescare la richiesta di danni, 3,8 miliardi, presentata dalla Fondazione Monte Paschi.

DEL VECCHIO AVANZA ANCORA IN MEDIOBANCA, VOLA BPM (+5,7%)

In grande fermento Mediobanca (+3,79%) dopo che Leonardo Del Vecchio ha incrementato la sua quota nell’istituto dello 0,9% circa, portandosi all’11,92%. Seduta all’insegna del Toro anche per Bper (+4,8%) e Banco Bpm, anche loro possibili protagonisti della stagione dei merger.

ENEL SALE OLTRE QUOTA 90 MILIARDI, FRENA L’AUTO

Grande exploit di Enel (+6%) il colosso italiano ha superato la soglia di un valore di mercato superiore ai 90 miliardi di euro.

Frena invece l’automotive. Fiat Chrysler -2%. Nel quarto trimestre del 2020 le sue immatricolazioni di nuove automobili negli Stati Uniti hanno registrato un calo dell’8%, in miglioramento dal -10% del terzo trimestre e leggermente peggio delle aspettative degli analisti, ma il mix di prodotto è positivo, in quanto sono andati bene i modelli più redditizi. In leggera crescita il canale retail, mentre il grosso della discesa riguarda l’ingrosso (flotte aziendali ed altro).

Il titolo peggiore di giornata è stata Diasorin (-4%).

BOFA MEDIA DE LONGHI, UNIPOL SAI SALE IN IERVOLINO

Tra le mid cap in rialzo De Longhi (+2,21% a 26,78 euro): Bank of America ha avviato la copertura con rating buy e target price di 32 euro.

Sull’Aim, in evidenza Iervolino (+4,03%), dopo che Unipol Sai ha aumentato la sua quota nel capitale, superando la soglia del 5%.

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