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Le banche vogliono cancellare Espirito Santo

Secondo il quotidiano Folha de S.Paulo, Telefonica ha in corso colloqui per la cessione della quota in Telecom Italia – Indesit, oggi il test sul prezzo Opa (11 euro) – Ipo: anche Sisal rinuncia: restano le small – Enel elettrica, oggi dividendo Ansaldo Sts – Fiat: contratto per 80 mila – Piazza Affari apre in terreno positivo.

Le banche vogliono cancellare Espirito Santo

Partenza soft per i listini asiatici: Tokyo + 0,25, in linea con le Borse cinesi e del Far East. Regna un clima d’attesa per le trimestrali Usa e, non meno importante, per il dato sul Pil cinese del secondo trimestre: la previsione è di un rialzo del 7,4%.

Riusciranno i conti della corporate America a risvegliare il Toro? E’ la speranza di Wall Street, dopo una settimana sofferta, sia per le nuove tensioni sul fronte del Medio Oriente che per il rallentamento della ripresa nell’Unione Europea.

La sfilata sarà aperta da Citigroup che dovrebbe annunciare la “pace” con il ministero della Giustizia Usa sancita da una multa record per la stagione dei subprime: 7 miliardi di penale per chiudere ogni contenzioso. 

Poi toccherà ad una lunga serie di dati che daranno la misura dello stato di salute della Corporate America: tra le banche sono attese le trimestrali di Morgan Stanley, Goldman Sachs, Bank of America, Jp Morgan. Non meno importanti i conti del comparto tech, da Google a Yahoo, Ibm ed Intel oltre a General Electric, Johnson & Johnson e Yum Brands.

Domani i riflettori dei mercati saranno concentrati sull’audizione di Janet Yellen in Senato.

Nel Vecchio Continente c’è invece attesa per l’intervento odierno di Mario Draghi al Parlamento Europeo. Importante in settimana anche la diffusione dell’indice Zew sulle aspettative delle imprese tedesche. L’indice EuroStoxx 50 ha chiuso la settimana con un calo del 3,6%. Dalla metà di giugno il ribasso è del 5%, il rialzo da inizio anno si riduce a +1,4%.

La Borsa di Parigi chiude con un progresso dello 0,3%, Parigi e Francoforte sono pressoché invariate. Milano (+0,6% venerdì) è la Borsa che registra la peggiore performance settimanale con un calo del 4,38 %, la performance più negativa da aprile. Il guadagno da inizio anno si riduce a +8,7%. A favorire la discesa di Piazza Affari contribuisce la grande dipendenza della Borsa italiana dal comparto bancario, colpito dalla crisi in arrivo da Lisbona.

Avanza, in questa cornice, la quotazione dell’oro a 1345,46 dollari l’oncia, ai massimi da quattro mesi. Sono minori le tensioni sul fronte dei titoli di Stato. Dopo il collocamento venerdì in asta di Btp a 15 anni a un rendimento che è il nuovo minimo storico (3,44%), la settimana chiude con il decennale scambiato al 2,89%, in miglioramento dal 2,94% di ieri. Lo spread è ridisceso a quota 168 (-5 punti base). Stabili il dollaro (1,3605 sull’euro) e le quotazioni del greggio (Brent poco sopra i 100 dollari al barile).

AZIONISTI VIP IN FINECO, LENTE USA SU UNICREDIT

A scatenare la tempesta sulle banche, si sa, è stata la crisi che ha investito il Banco Espirito Santo, seconda banca del Portogallo, che ha chiuso la settimana con una perdita superiore al 20%. Il tracollo è stato scatenato dal comunicato in cui nei giorni scorsi Espirito Santo International, una delle finanziarie attraverso cui la famiglia Espirito Santo controlla la banca, ha annunciato che non rimborserà gli interessi di un prestito. Subito i riflettori si sono accesi sul rischio che il Banco sia fra i creditori del gruppo, e in effetti lo è, per un ammontare massimo di 1,18 miliardi di euro comunque inferiore ai 2,1 miliardi di eccesso di capitale che la banca vanta rispetto ai requisiti minimi di solidità patrimoniale richiesti nella zona euro.

In Italia fra i titoli che hanno sofferto di più nel corso della settimana ci sono Unicredit (-6,3%), sotto inchiesta negli Usa assieme ad altri istituti europei e Generali (-5%).

S’arricchisce il parterre degli azionisti di Finecobank, l’unica Ipo che ha saputo sfidare la crisi estiva. Il colosso del rsparmio gestito Threadneedle Asset Management ha acquisito oltre il 2% nell’Ipo. Kairos Partners ha comprati il 3% circa. 

IPO, ANCHE SISAL RINUNCIA. RESTANO SOLO LE SMALL

S’assottiglia la lista delle debuttanti: dopo la rinuncia di Rottapharm anche Sisal Group ha deciso di rinunciare alla quotazione a Piazza Affari. La società dei giochi ha comunicato che l’azionista Gaming Invest ha deciso di procedere al ritiro integrale dell’Offerta Globale di Vendita e Sottoscrizione delle azioni. Gli appassionati delle matricole dovranno così accontentarsi di una small cap: stamane esordirà sull’Aim la Iniziative Bresciane, società attiva nella costruzione e gestione di piccole centrali idroelettriche. 

INDESIT, OGGI TEST SUL PREZZO D’OPA

Dopo il balzo di venerdì di Indesit (+3%, a 10,85 euro) si vedrà stame se il titolo supererà il prezzo annunciato da Whirlpool (11 euro), che ha raggiunto l’accordo per acquistare il 67% del gruppo dalla famiglia Merloni. Alcuni operatori sperano di poter strappare un rilancio alla società Usa, vista anche la buona risposta di Wall Street sul titolo Whirlpool dopo l’operazione italiana.

L’offerta rappresenta un premio del 4,5% sulla chiusura di Indesit di giovedì, ma sulle scie delle indiscrezioni di possibili operazioni straordinarie il titolo si è impennato negli ultimi mesi. Rispetto a un anno fa il valore delle azioni Indesit è sostanzialmente raddoppiato.

La decisione della famiglia di vendere è arrivata dopo un lungo periodo di divergenze tra i fratelli sul futuro della compagnia. A novembre scorso era stata annunciata la nomina da parte di Fineldo di un advisor (Goldman Sachs) per esaminare le opzioni strategiche per la quota detenuta dalla famiglia.

L’operazione è soggetta all’ok da parte dell’Antitrust e del tribunale di Ancona, che qualche mese fa ha nominato Aristide Merloni tutore del padre Vittorio, gravemente malato, con la facoltà di esercitare i diritti di voto di Fineldo.

TELECOM, TELEFONICA FARA’ UN PASSO INDIETRO?

In movimento Telecom Italia. I report (vedi Exane) sottolineano le potenzialità industriali dell’ex incumbent alla vigilia di una stagione che si annuncia ricca di colpi di scena sullo scacchiere internazionale, a partire dalla decisione di Carlos Slim di cedere parti di America Movil al grande dinamismo di Vodafone e Orange.

Ma la vera “bomba” arriva dal Brasile: Telefonica ha in corso colloquiper la cessione della sua quota in Telecom Italia, una mossa che risponderebbe alle richieste dell’authority brasiliana. Lo scoop, bisognoso di conferme,è del quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo.

ENEL ELETTRICA, OGGI IL DIVIDENDO ANSALDO STS

La congiuntura dei mercati suggerisce prudenza sul fronte delle vendite di Stato, come ha dimostrato il mezzo flop di Fincantieri. Ma continuano i lavori nei cantieri dei colossi di Stato, in vista di possibili cessioni. In casa Enel +1,6%: in settimana il cda ha deciso ufficialmente la messa in vendita delle attività in Slovacchia e in Romania dando i relativi mandati ad alcune banche d’affari.

Intanto Enel Green Power, uno dei titoli più corteggiati dagli investitori internazionali, . Ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Sharp per il riacquisto da parte dell’azienda ( un’azione ogni nove possedute).

In evidenza Finmeccanica, mentre cresce l’attenzione per il nuovo business pla, Oggi Ansaldo Sts distribuirà il dividendo (una azione per ogni nove già possedute). Sulla Snam pesa la decisione del tribunale di Palermo che ha notificato a Italgas Spa, la società di distribuzione del gas del gruppo Snam, la misura preventiva di amministrazione giudiziaria per i rapporti contrattuali con alcuni fornitori.

FIAT, C’E’ IL CONTRATTO PER 80 MILA

Si avvicina la data dell’assemblea del primo agosto, ultima tappa in vista dalla fusione con Chrysler che sta richiamando 895.000 veicoli Suv per modificare il circuito elettrico delle luci degli specchietti di cortesia. Fiat e i sindacati (esclusa la Fiom che non partecipa alla trattativa) hanno intanto raggiunto l’ accordo per il contratto nazionale di gruppo. L’intesa prevede l’erogazione per il 2014 di ‘una tantum’ di 260 euro agli oltre 80.000 dipendenti italiani di Fiat e Cnh Industrial, ha detto una fonte sindacale.

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