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Le banche travolgono ancora Piazza Affari, peggior Borsa d’Europa (-2%)

Le forti perdite delle banche popolari, di Unicredit, di Mps e di Cnh pesano sul FtseMib che lascia sul campo il 2% e perde il doppio della media delle Borse europee – Finisce anche la tregua del petrolio – Tutte negative le Borse del vecchio continente – In controtendenza Saipem, dopo il crollo dei giorni scorsi, Yoox, Snam e Campari – L’incognita bad bank

Le banche travolgono ancora Piazza Affari, peggior Borsa d’Europa (-2%)

In attesa del vertice della Fed, al via domani, le Borse hanno dimenticato l’effetto Draghi. Dopo le ultime due sedute di recupero, i listini aprono la settimana in ribasso in scia al nuovo calo del greggio (a New York -4,7% il Wti a 30,64 dollari al barile).

Torna la pressione speculativa sui titoli delle banche italiane e soprattutto su quelle che sono oggetto di attenzione particolare della Bce. Milano, la piazza più sensibile al comparto del credito, è la peggiore in Europa: L’indice Ftse Mib arretra dell’2,03% a quota 18641. Parigi perde lo 0,58%, Francoforte – 0,29%, Londra – 0,39%.  

Il rimbalzo della Borsa americana, salita giovedì e venerdì, si è fermato. Ripartono le vendite su tutto il listino e il petrolio ingrana di nuovo la marcia indietro. L’indice Dow Jones è in calo dello 0,7%, S&P500 -0,8%, Nasdaq -0,6%.

A Milano perdono colpi Bpm -6,1%, Banco Popolare -7,09% e Unicredit -6,4%. Montepaschi è girata in ribasso nel pomeriggio -3,3% a 0,725 euro, dopo essersi spinta in mattinata fino a 0,8245 euro.

Continua intanto il toto popolari: oggi Equita scrive che un piano a tre con due banche che dovrebbero aggregare Mps non è così probabile. Per gli analisti le maggiori chance di successo sono rappresentate dalla fusione, a brevissimo termine, fra il Banco e la Popolare di Milano. A questa nuova realtà potrebbe poi essere aggiunta Mps.

Oscillazioni da brivido all’avvio dell’aumento di capitale Saipem:  il titolo termina la seduta con un rimbalzo del 18,5% dopo aver chiuso venerdì in caduta del 20%.

La quotazione finale di oggi, 0,6270 euro, non è confrontabile con quella di venerdì (4,202 euro) perché tiene conto dei diritti d’opzione che oggi non hanno fatto prezzo per tutta la seduta ma chiudono con un ribasso finale del 21%.

L’aumento da 3,5 miliardi di euro prevede l’offerta in opzione ai soci di 22 nuove azioni per ogni azione ordinaria e/o di risparmio detenuta, ad un prezzo di emissione pari a 0,362 euro per azione. La società finisce sotto i riflettori anche per il maxi-contratto da 5 miliardi di dollari che dovrebbe firmare nella giornata odierna con le autorità iraniane, in occasione della visita a Roma del presidente Hassan Rouhani.

Gli accordi con Teheran per 5,7 miliardi di euro hanno fatto volare Danieli +21,02% a 17,33 euro, riducendo la perdita da inizio 2016 al 17%. Brillano anche i titoli difensivi come Campari (+1,1%) e Snam (+0,4%).

In pesante ribasso Cnh Industrial (-3,9) in scia a Caterpillar -3% su cui Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a Sell da Neutral.  Stamattina JP Morgan ha confermato la raccomandazione Underweight sulla società dei trattori agricoli, dei camion e degli autobus controllata da Exor. Il target price è 4,62 euro.

Il giudizio negativo sul titolo è contenuta in un ampio report che prevede un anno difficile per le società del settore, afflitte da un perdurante problema di alti livelli del magazzino. La società diffonderà i dati del 2015 venerdì 29 gennaio.

Fiat Chrysler (-1,93%) sarà mercoledì prossimo la prima blue chip italiana ad aprire la stagione dei bilanci 2015. In attesa dei conti, Banca Imi ha confermato la raccomandazione add e il prezzo obiettivo a 10,47 euro sul titolo.

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