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Lazio-Roma, febbre da derby. L’Inter vuole espugnare Cagliari

All’Olimpico (ore 18) si affronteranno due filosofie calcistiche molto diverse: da una parte la concretezza della Lazio di Inzaghi, dall’altra la sfrontatezza della Roma di Fonseca – Alle 20.45 i riflettori si sposteranno su Cagliari, dove l’Inter di Conte proverà ad agganciare la Juve

Lazio-Roma, febbre da derby. L’Inter vuole espugnare Cagliari

Una città in palio. Lo spettacolo della seconda giornata prosegue oggi con il derby della Capitale, uno degli appuntamenti per antonomasia del nostro campionato. All’Olimpico (ore 18) si affronteranno due filosofie calcistiche molto diverse: da una parte la concretezza della Lazio di Inzaghi, dall’altra la sfrontatezza della Roma di Fonseca. Sin qui, pur avendo a disposizione una sola partita, è andata decisamente meglio la prima, con i biancocelesti capaci di vincere 3-0 in casa della Samp a fronte dei giallorossi fermati sul pareggio dal Genoa.

Oggi dunque, pur essendo solo agli albori della stagione, si potrebbe già creare una spaccatura nel campionato: una vittoria della Lazio infatti manderebbe la Roma a meno 5 in classifica, con tutte le conseguenze del caso. Inzaghi però, forse per via di quella legge non scritta dei derby che, spesso, vede prevalere i cosiddetti underdog, non ci tiene proprio a prendersi il ruolo di favorito.

“Nel precampionato nessuno ha parlato della Lazio – ha ringhiato il tecnico in conferenza stampa. – Ora dicono che siamo più forti, prima invece non eravamo neanche tra i primi cinque in classifica. La verità è che la Roma ha un allenatore preparato, capace di farsi seguire dai giocatori e di creare un bel clima. Noi però l’abbiamo preparata bene e siamo concentrati, dovremo avere umiltà e spirito di sacrificio ma allo stesso tempo coraggio. Sappiamo le nostre qualità e come possiamo far male ai nostri avversari”.

Che, ovviamente, vivono il derby in un clima molto diverso, con la consapevolezza di non poterlo sbagliare, pena dire addio alla “tregua” estiva creata da Fonseca. Il tecnico è colui che si gioca di più, a partire dalla credibilità verso critica e tifosi, ma anche la società sa bene quanto conti questo appuntamento.

“Conta solo quello che dice il campo, chi è favorito deve dimostrarlo lì – ha replicato il portoghese. – Non ho dubbi che la Lazio sia una squadra fortissima ìcon un allenatore che è li da tempo, io però credo nell’identità di gioco e nel prevalere sull’avversario, anche se non ho affatto una visione chiusa delle cose”.

Ad ogni modo il tempo delle parole è finito e oggi parlerà solo il prato verde dell’Olimpico, gremito da circa 50 mila persone. Inzaghi sceglierà un 3-5-2 con Strakosha in porta, Luiz Felipe, Acerbi e Radu in difesa, Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto e Lulic a centrocampo, Correa e Immobile in attacco. Classico 4-2-3-1 anche per Fonseca, che risponderà con Pau Lopez tra i pali, Zappacosta, Fazio, Mancini e Kolarov nel reparto arretrato, Cristante e Pellegrini in mediana, Under, Zaniolo e Florenzi alle spalle dell’unica punta Dzeko.

Ma il derby della Capitale non è l’unico appuntamento di prestigio di questa domenica calcistica: alle 20.45 infatti i riflettori si sposteranno su Cagliari, dove l’Inter di Conte proverà ad agganciare la Juve in vetta alla classifica. Partita importante dunque, anche se complicata dalla solita vigilia rumorosa. È stato Mauro Icardi, per l’ennesima volta, a prendersi la scena e a catalizzare tutte le attenzioni: una causa per danni alla propria società, del resto, non si vede spesso. L’argentino, tramite il suo avvocato Giuseppe Di Carlo, ha presentato istanza di arbitrato con lo scopo di ottenere il reintegro in squadra, ma anche un risarcimento per danni di 1,5 milioni, pari al 20% lordo dell’ingaggio annuale.

“Non è una questione economica, quello che interessa a Icardi è essere parte integrante del progetto Inter – ha specificato il legale. – Vi pare possibile che in due mesi di preparazione non abbia partecipato a un’amichevole?”.

“È stato fatto tutto nella maniera più corretta possibile, per il resto è otto mesi che si continua a parlare di questo – ha replicato Conte. – Non ci voglio entrare, voglio restare concentrato sui protagonisti di questa stagione e non su altri”.

Anche perché, ora più che mai, la vicenda non dipende da lui: l’unico modo per risolverla pacificamente sarebbe una cessione, scenario quantomai complesso visto che Mauro continua a rifiutare tutto ciò che non si chiami Juventus, guarda caso unico club a cui l’Inter non lo darebbe mai in prestito. A questo comunque penseranno Marotta e Ausilio, oggi invece è tempo di giocare, per giunta su un campo che nasconde sempre delle insidie.

“Mi aspetto una partita tosta, il Cagliari si è rinforzato molto alzando la qualità della rosa – ha ribadito Conte. – Questa trasferta è uno step che dobbiamo affrontare con la giusta mentalità, dopo avremo le idee ancora più chiare sul nostro vero valore”.

Squadra che vince non si cambia, a maggior ragione se dall’infermeria non arrivano novità né su Godin né su De Vrij. Il tecnico nerazzurro confermerà così il 3-5-2 del 4-0 sul Lecce, dunque Handanovic in porta, D’Ambrosio, Ranocchia e Skriniar in difesa, Candreva, Vecino, Brozovic, Sensi e Asamoah a centrocampo, Lautaro Martinez e Lukaku in attacco, con il neoacquisto Sanchez pronto a subentrare dalla panchina.

Maran, scottato dalla sconfitta interna contro il Brescia e dal brutto infortunio di Pavoletti (almeno 5 mesi di stop), tenterà il colpaccio con un 4-3-1-2 che vedrà Olsen tra i pali, Pinna, Klavan, Ceppitelli e Pellegrini nel reparto arretrato, Rog, l’ex Nainggolan e Nandez in mediana, Castro alle spalle della coppia offensiva composta da Joao Pedro e il neo arrivato Simeone.

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