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Lavoro, segnali di ripresa: disoccupati in calo, aumento degli occupati

I disoccupati sono in lieve calo a gennaio (12,6%) e l’occupazione fa un altro piccolo passo avanti. Per la disoccupazione, che rimane a livelli record (42,7% quella giovanile), è il secondo calo mensile consecutivo – Tra dicembre e gennaio, rileva l’Istat, gli occupati sono 104.000 in più – Poletti: “Segnali incoraggianti”.

Lavoro, segnali di ripresa: disoccupati in calo, aumento degli occupati

Leggero calo per la disoccupazione a gennaio. Secondo ia stima preliminare diffusa dall’Istat, infatti, nel primo mese dell’anno il tasso di disoccupazione ha registrato una lieve flessione al 12,6% contro il 12,7% di dicembre, tornando, così, allo stesso livello su cui si era attestato nello stesso mese dell’anno precedente.  Per il tasso di disoccupazione si tratta del secondo miglioramento consecutivo.

Sempre secondo l’Istat, a gennaio 2015 gli occupati sono 22 milioni 320 mila, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11 mila) ma in aumento dello 0,6% su base annua. Il tasso di occupazione, invece, si è attestato al 55,8%, in aumento dello 0,1% su dicembre e dello 0,3% su base annua.

Nei due mesi di dicembre 2014 e gennaio 2015, in cui si è toccato il fondo e si intravedono piccoli segnali di ripresa, gli occupati sono 104 mila in più.

Per quanto riguarda l’intero 2014, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha segnato un aumento dello 2,6%, arrivando a toccare un nuovo record storico del 42,7%, con un picco del 58,5% per le giovani donne del Mezzogiorno

Sempre nel 2014, l’occupazione torna ad una crescita, seppur lieve, dopo due anni di calo, registrando un aumento dello 0,4%, pari a 88.000 unità in confronto all’anno precedente. A fronte di un aumento nel Nord (+0,4%) e nel Centro (+1,8%), al Sud Italia l’occupazione ha conosciuto un nuovo calo nel Mezzogiorno (-0,8%).

Il tasso di occupazione, invece, si attesta al 55,7%, in crescita dello 0,2% su base annua. Anche in questo caso, alla crescita nel Centro e nel Nord si contrappone il calo nel Mezzogiorno (-0,2%). La crescita dell’occupazione interessa in misura contenuta i lavoratori a tempo indeterminato (+18.000 unità) e in modo più sostenuto i lavoratori a termine (+79.000 unità). Prosegue, invece, a ritmo meno sostenuto il calo degli indipendenti (-9.000 unità).

Nella media del 2014, il tasso di disoccupazione ha fatto segnare una crescita al 12,7%, contro il 12,1% registrato un anno prima. Si tratta del livello massimo mai raggiunto dal 1977, anno di inizio della serie di rilevazioni storiche.

Nella media del 2014 continua la crescita della disoccupazione con un aumento di 167.000 unità (+5,5%), che interessa entrambe le componenti di genere e tutte le ripartizioni geografiche. L’incremento è dovuto in quasi sette casi su dieci a quanti sono alla ricerca di prima occupazione. L’incidenza della disoccupazione di lunga durata (dodici mesi o più) sale dal 56,4% del 2013 al 60,7% del 2014.

La popolazione inattiva tra 15 e 64 anni torna a diminuire (-233.000 unità, pari a -1,6%). Il calo interessa esclusivamente la componente italiana, sia tra gli uomini sia, soprattutto, tra le donne. Alla riduzione degli inattivi non disponibili a lavorare (-503.000 unità) si contrappone la crescita di coloro che cercano lavoro non attivamente o pur non cercando lavoro sono disponibili a lavorare (nel complesso +293.000 unità).

“Il lieve incremento registrato anche a gennaio porta ad un aumento complessivo di 131 mila occupati su base annua – ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti –. E’ un risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell`occupazione, che – insieme ai segnali positivi di crescita della produzione industriale e della fiducia di imprese e consumatori – fa intravedere la possibilità di un 2015 migliore per l`occupazione e l`economia, con un quadro di maggiore stabilità in grado di favorire gli investimenti delle imprese. Nei prossimi mesi potremo anche vedere l`effetto pieno delle misure varate dal Governo con la riforma del lavoro e con la legge di stabilità per sostenere la ripresa e, in particolare, per favorire l`occupazione stabile: la decontribuzione triennale per i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato, la deducibilità dal calcolo dell’IRAP e l’introduzione del nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti”.

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