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Lavoro, Istat: disoccupazione record a luglio, fra i giovani al 35,3%

I senza lavoro rimangono ai livelli più alti dal 2004 – Nel secondo trimestre il dato grezzo sulla disoccupazione ha toccato il 10,5%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – Si tratta del livello più elevato dal secondo trimestre del 1999 (11,2%) – Record di precari dal 1993.

Lavoro, Istat: disoccupazione record a luglio, fra i giovani al 35,3%

Ancora numeri allarmanti sul mercato del lavoro italiano, che fa segnare l’ennesimo record negativo. Secondo gli ultimi dati Istat, a luglio il tasso di disoccupazione è rimasto stabile rispetto a giugno, attestandosi al 10,7%, il dato più alto dal 2004 (anno d’inizio delle serie storiche mensili). Su base annua il tasso dei senza lavoro è cresciuto invece di 2,5 punti percentuali. 

“La dinamica della disoccupazione – hanno spiegato i tecnici dell’Istat – continua ad essere in crescita, i ritmi di crescita della disoccupazione sono in aumento dagli ultimi mesi del 2011″.

La situazione è ancora più grave se si prende a riferimento il secondo trimestre dell’anno, quando il dato grezzo sulla disoccupazione ha toccato il 10,5%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta del livello più elevato dal secondo trimestre del 1999 (11,2%). 

Come sempre quando si parla di lavoro, la condizione più difficile è quella dei giovani. Il tasso dei senza lavoro fra le persone d’età compresa tra 15 e 24 anni il mese scorso al 35,3% dal 33,9% di giugno.

“Il ritmo di crescita del tasso di disoccupazione dei giovani – hanno spiegato ancora dall’Istituto di statistica – è tre volte più elevato di quello complessivo”.

Si è toccato inoltre un nuovo record di precari nel secondo trimestre del 2012. I contratti a termine sono quasi 2,5 milioni: si tratta del livello più alto dal secondo trimestre del 1993 sia in valore assoluto, sia per l’incidenza sul totale degli occupati che ha toccato il picco del 10,7%. Sommando i collaboratori al numero dei contratti a termine si arriva inoltre alla cifra record di 3 milioni di precari.

Il numero dei dipendenti a termine, dunque, continua a crescere (+4,5% pari a 105mila unità), ma esclusivamente nelle posizioni a tempo parziale, coinvolgendo per circa i due terzi lavoratori di età inferiore a 35 anni. La crescita del lavoro precario interessa soprattutto agricoltura, alberghi, ristoranti e sanità.

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