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L’Arbitro Bancario Finanziario verso la riforma: pro e contro

L’Arbitro Bancario Finanziario è sommerso dai ricorsi, soprattutto per la cessione del quinto, e per mantenerlo in efficienza va razionalizzato: la Banca d’Italia ha aperto una consultazione che fa discutere con l’obiettivo di migliorare il servizio. Ecco le questioni in campo.

L’Arbitro Bancario Finanziario verso la riforma: pro e contro

C’è fermento intorno alla decisione di “riformare” il funzionamento dell’Arbitro Bancario Finanziario, lo strumento alternativo alla giustizia ordinaria creato dalla Banca d’Italia per risolvere le controversie che oppongono le banche e gli intermediari finanziari ai loro clienti.

L’arbitro bancario finanziario, noto anche con l’acronimo Abf, rischia paradossalmente di diventare vittima del suo stesso successo. Nel corso degli anni infatti, l’efficienza e soprattutto la velocità del sistema hanno prodotto un vero e proprio boom di ricorsi che, senza un’adeguata razionalizzazione, potrebbero rischiare di mandare in tilt proprio quelle caratteristiche del sistema che ne hanno determinato il successo.

Arbitro Bancario Finanziario: che cos’è

L’Abf è un sistema che permettere di risolvere le controversie tra le banche, i clienti e gli intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari senza ricorrere alla giustizia ordinaria, garantendo una velocità e un costo (basso) inarrivabili per chiunque decida di rivolgersi a un Tribunale.

L’Abf è un organismo indipendente e imparziale, sostenuto nel suo funzionamento dalla Banca d’Italia, che consente di presentare un ricorso senza l’assistenza di un avvocato e basandosi esclusivamente sulla documentazione prodotta dalle parti (ricorrente e intermediari)o. Rispetto alle decisioni di un giudice però, quelle dell’Abf non sono vincolanti.

LEGGI ANCHE: Arbitro Bancario Finanziario: boom di ricorsi, ecco come funziona

Arbitro Bancario Finanziario: il boom di ricorsi

Nel 2017 l’Abf ha ricevuto circa 30.600 ricorsi, il 42% in più rispetto al 2016. Il 73 per cento di questi ricorsi ha riguardato la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Nel primo trimestre 2018 (ultimo dato disponibile), il numero dei ricorsi ha raggiunto quota 8mila.

Secondo i dati forniti da Abf, ancora sul 2017, le decisioni sono state 24mila, mentre il 77% dei ricorsi ha avuto un esito sostanzialmente favorevole al cliente (47% accolti; 30% cessati) con restituzioni che hanno raggiunto la cifra record di 19 milioni di euro.

L’efficacia dello strumento ha prodotto anche un cortocircuito diventato di giorno in giorno più fuorviante. Quello dei ricorsi seriali e sempre più audaci nati essenzialmente a causa di due fattori: intermediari finanziari non sempre affidabili ed eccessivo “zelo” di alcuni avvocati che hanno creato una vera e propria “industria dei ricorsi” su cui lucrare.

Il rischio, di fronte a tutto questo, è che uno strumento nato per snellire e velocizzare venga paralizzato da comportamenti ben oltre il limite della correttezza.

Arbitro Bancario Finanziario: cosa prevede la riforma

Sono questi i motivi che hanno spinto la Banca d’Italia a mettere in consultazione un documento che prevede di razionalizzare il meccanismo di funzionamento dello strumento dell’Abf.

Tra i cambiamenti principali spiccano quelli relativi al rafforzamento del ruolo dei presidenti dei collegi, ma anche del collegio di coordinamento e della conferenza dei collegi. Si prevede poi un allungamento dei termini per la decisione dell’arbitro. Nel dettaglio la fase istruttoria potrà arrivare fino a 70 giorni dal ricevimento del ricorso e, successivamente, il collegio avrà 180 giorni di tempo per prendere una decisione. Cambiano anche i tempi stabiliti per i risparmiatori: prima di poter presentare un ricorso all’Abf, i clienti dovranno attendere 60 giorni (oggi sono 30) dal giorno della presentazione del reclamo all’intermediario.

Modifiche anche alla prescrizione, che passerà da 10 a 5 anni dall’invio del ricorso. Infine il documento propone anche il possibile accentramento presso uno stesso collegio dei ricorsi riguardanti materie omogenee.

Arbitro Bancario Finanziario: le critiche alla riforma e la risposta di Bankitalia

Di fronte al documento, alcuni consulenti finanziari hanno sollevato perplessità. La prima riguarda proprio il dimezzamento dei tempi di prescrizione che potrebbe rendere inammissibile la maggior parte dei ricorsi, escludendo coloro che hanno sottoscritto o estinto mutui o cessioni del quinto prima del 2014.

Sulla questione, FIRSTonline ha interpellato direttamente via Nazionale, che alle critiche risponde così: “Per quanto riguarda il tema della competenza temporale, ricordiamo che in sede di avvio dell’ABF, nel 2009, potevano essere sottoposte all’Arbitro le controversie insorte soltanto nei due anni precedenti (il limite di competenza temporale era fissato al 1° gennaio 2007).  Il termine è stato poi fatto scorrere “in avanti” di due anni al 1° gennaio 2009, in occasione delle modifiche alle Disposizioni introdotte nel 2011, tenendo conto del fatto che la funzionalità della procedura di risoluzione della lite rischiava di essere minata dalla sottoposizione all’Arbitro di controversie molto datate, per le quali poteva risultare difficile reperire tutta la documentazione rilevante. Sappiamo che la funzionalità dell’ABF, caratterizzato da un procedimento su base esclusivamente documentale, è influenzata dalla presentazione di controversie datate, per cui reperire la documentazione può non essere semplice. Obiettivo prioritario della revisione è quindi migliorare la funzionalità dell’arbitro per assicurare maggiore rapidità nelle risposte. Non è semplicissimo calcolare la percentuale dei ricorsi attuali che in teoria sarebbe inammissibile: quelli più “datati” sono i ricorsi in materia di cessione del quinto, che si stanno progressivamente riducendo.”

Questi sono i dati di partenza della consultazione. Vedremo come finirà, ma l’Abf è un gioiellino che va assolutamente preservato e, se possibile, migliorato ed è interesse di tutti farlo.

2 thoughts on “L’Arbitro Bancario Finanziario verso la riforma: pro e contro

  1. Quindi quello che da fastidio è il BOOM di ricorsi, mi sembra che si stia un po’ esagerando, spostando l’attenzione dal risparmio delle banche ovvero anche 15 miliardi da una manovra del genere.
    Giusto un appunto sulla frase in risposta citata “Sappiamo che la funzionalità dell’ABF, caratterizzato da un procedimento su base esclusivamente documentale, è influenzata dalla presentazione di controversie datate, per cui reperire la documentazione può non essere semplice” ecco questa è un’idiozia: le banche hanno già in questo momento l’obbligo di conservazione documentale di 10 anni.
    Complimentoni

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