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L’Arabia Saudita lancia green bond 100 anni: auto elettrica, impianti solari e piste da sci sul Mar Rosso

Green bond da 500 milioni di dollari e interesse al 6,7%: servirà a finanziare le grandi ambizioni di Mohammad Bin Salman che sfida Biden e si allea con Putin

L’Arabia Saudita lancia green bond 100 anni: auto elettrica, impianti solari e piste da sci sul Mar Rosso

Sorpresa: l’Arabia Saudita lancia un green bond a 100 anni. Eppure stavolta hanno esagerato. L’Amministrazione USA non ha escluso alcuna opzione in risposta al taglio della produzione di petrolio. Una “provocazione” dell’Opec Plus che contribuisce a far salire il prezzo del greggio per il quinto giorno di fila. Tutta colpa di Mohammad bin Salman, il principe dell’Arabia Saudita già giudicato un “paria” dal presidente Joe Biden. Poi costretto l’estate scorsa a rendere omaggio all’uomo forte del petrolio. Contro di lui Biden, che tra l’altro vede il rischio di un aumento della benzina alla vigilia del voto di mid term (8 novembre), lascia trapelare di esser pronto a ritirare le truppe e i sistemi di difesa missilistici. “Non ci sono ragioni per continuare a offrire servizi a questi Paesi che stanno attivamente lavorando contro di noi. Se l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti vogliono aiutare Putin, allora dovrebbero farsi difendere da lui”, affermano alcuni i deputati democratici. Intanto, al  Senato spunta una legge che consentirebbe agli USA di denunciare i produttori per manipolazione di mercato.

L’Arabia Saudita lancia green bond 100 anni: gli obiettivi

Tutto questo avviene mentre in un grattacielo di Manhattan i rappresentanti del Pif (Public Investment Fund) saudita, il fondo sovrano di Riyad che conta 600 miliardi di dollari di asset, chiudevano con la crema della finanza Usa (Citigroup, JP Morgan e Goldman Sachs) l’affare del secolo: l’emissione di un green bond a 100 anni, interesse annuo al 6,7% che, assieme a due tranche più brevi a 5 e 10 anni, dovrà sostenere la transizione energetica dello scrigno del petrolio. Una novità, anche se Riyad ha già corso operazioni rilevanti, tra cui spicca l’emissione di un bond da parte di Aramco, il colosso del petrolio. Ma la decisione di Riyad di entrare nel ristretto club dei Paesi che hanno emesso bond secolari (prima di tutti la Cina nel 1996, poi Austria, Messico, Filippine e perfino l’Argentina) colpisce perché avviene in un momento di particolare turbolenza del mercato dei bond. 

Ma anche questo è un segnale che i sauditi confidano in un prezzo del greggio così attraente da favorire l’assorbimento dell’emissione, del resto limitata a soli 500 milioni di dollari, quasi un’esca per misurare l’appeal del Regno sulla piazza di Wall Street. Anche se il fondo saudita, per legittimare la sua patente verde, non ha interessi diretti nel petrolio. 

Green bond saudita: le grandi ambizioni del principe bin Salman

I fondi raccolti sul mercato serviranno a finanziare solo progetti verdi per una decina di miliardi. Ma il prospetto dell’operazione aiuta a capire qualcosa delle ambizioni del principe saudita. Primo fra tutti lo sviluppo di Neom, un’area sulla riva del Mar Rosso grande come il Massachussetts su cui sorgerà una città futuribile (non mancheranno le piste di sci ad un tiro di schioppo dalle spiagge), ma anche lo sviluppo di Lucid, l’auto elettrica che farà concorrenza a Tesla e di decine di impianti di energie rinnovabili disseminati lungo tutto il Regno. 

Il piano faraonico dell’Arabia Saudita: Biden che farà?

Un piano faraonico che ha bisogno di uno stretto rapporto con la tecnologia made in Usa, anche se l’Arabia Saudita vende assai più petrolio alla Cina che agli States. Fino a che punto, però, Biden accetterà la sgradita alleanza con il principe che, tra l’altro, è probabilmente il primo finanziatore delle imprese di Jared Kushner, il genero di Donald Trump? E’ probabile che il presidente dovrà ingoiare altri rospi. L’Arabia Saudita è il principale cliente dell’industria americana delle armi. Oltre che un partner insostituibile per le strutture militari del Pentagono in Medio Oriente e, non meno importante, da sempre impegnato in azioni comuni di intelligence. Un socio insostituibile, a meno di ipotizzare un accordo con l’Iran, alle prese con la protesta femminile. In attesa di far la pace con il Venezuela di Maduro, altro Stato canaglia che il presidente Biden dovrà in qualche maniera riabilitare per poter contare su qualche barile di petrolio in più. 

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