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La Tav e gli azzeccagarbugli che screditano l’Italia

La tendenza dei Cinque Stelle a nascondere la testa sotto la sabbia è penosa ma non meno desolante è la ricerca del premier di cavilli che ne coprano le contraddizioni sulla Tav – Ma smentire all’ultimo miglio le scelte di un Paese che ha firmato ben 5 Trattati internazionali sulla Tav è come colpire al cuore l’Italia e di questo anche il leghista Salvini porta grandi responsabilità – VIDEO.

La Tav e gli azzeccagarbugli che screditano l’Italia

Niente bandi ma solo avvisi, e per di più revocabili, per la Tav. Mezzo passo avanti e due indietro ma non del tutto per non perdere i fondi europei e non restare con il cerino in mano. Che desolante spettacolo si consuma in queste ore sulla Tav. “Roba da Repubblica delle banane”, commenta sarcastico il Governatore del Piemonte, Chiamparino, da sempre SI’ Tav. Ma si sa: se un Governo sceglie come suo premier un Azzeccagarbugli di professione come l’algido “avvocato del popolo” Giuseppe Conte, per il quale la politica non è visione, passione e concretezza ma arida soluzione tecnica di controversie politiche, un cavillo per dribblare le decisioni complicate si trova sempre.

Sì, un cavillo come quello degli avvisi al posto dei bandi per i lavori che restano da compiere per completare la Tav si trova sempre. Ma non a costo zero. Il leader leghista, Matteo Salvini che, intuendo come la telenovela della Tav sarebbe finita perchè i grillini non hanno nè la forza di rompere la maggioranza nè quella di fare marcia indietro sulla Tav, ha astutamente preso il primo aereo per Milano e lasciato crogiolare i Cinque Stelle nelle loro contraddizioni. Ma ha sbagliato il suo giudizio generale sull’incresciosa vicenda. Forse il leader leghista voleva essere generoso e non voleva infierire sui grillini ma non è affatto vero che per ora il caso Tav si chiude – come ha dichiarato ieri – senza vincitori nè vinti.

E’ vero che sulla Tav di vincitori non se ne vedono ma un vinto c’è eccome ed è il Paese intero. L’indecorosa sceneggiata con cui i Cinque Stelle stanno nascondendo la testa sotto la sabbia per eludere una realtà che li inchioda alle loro responsabilità sta facendo ridere tutto il mondo. Al di là del merito stesso di un’opera già avviata che collega l’Italia all’Europa e all’Asia e al di là dei costi del non fare, qui si sta scherzando con il fuoco. Non s’è mai visto che un Paese, che ha firmato ben 5 Trattati internazionali sulla Tav che hanno impegnato 8 Governi e che ha fatto 7 analisi costi-benefici, all’ultimo miglio tentenni e si arrampichi sui vetri per non archiviare la favole che una forza di governo ha raccontato per anni, anche se esse rischiano di costare care, molto care e non solo in termini economici, all’Italia intera.

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Da questa storia gli uomini di governo escono tutti malissimo ma se dai Toninelli e dai Di Maio era illusorio attendersi uno straccio di autocritica e di coraggio intellettuale, il profilo professionale del premier poteva far pensare che egli dedicasse il suo tempo non a cercare cavilli e scorciatoie per coprire la debolezza dei Cinque Stelle ma  motivi di razionale riflessione per indurre la sconclusionata compagnia grillina a più sensati ragionamenti. Non è stato e non è così e questo è davanti agli occhi di tutti.

Conte e i grillini escono con le ossa rotte dalla telenovela Tav ma non ne esce bene nemmeno Salvini, perchè non basta dirsi a favore del completamento dell’infrastruttura ferroviaria se poi non se ne traggono tutte le conseguenze. In fondo basterebbe un pronunciamento del Parlamento – come ha saggiamente proposto il sottosegretario Giorgetti – per risolvere il caso una volta per tutte, ma difficilmente Salvini lo chiederà perchè è il primo a sapere che, se si chiamassero le Camere a decidere sulla Tav, la maggioranza andrebbe definitivamente in frantumi e lui pensa che gli sia più elettoralmente conveniente non assumersi la responsabilità della crisi.

Eppure, oggi come oggi, una crisi di governo non sarebbe la fine del mondo e non lo sarebbe nemmeno il ricorso alle urne se il dissidio sulla Tav, che va molto al di là del caso in sè e mette a nudo l’inadeguatezza della attuale classe di governo, non dovesse ricomporsi. Meglio chiedere il parere del popolo che assistere al crollo di credibilità del Paese e attendere che le nuvole che si addensano minacciose sulla nostra economia si trasformino in tempesta.

One thought on “La Tav e gli azzeccagarbugli che screditano l’Italia

  1. Egr. Direttore,
    Dopo lo scoop di Mentana circa l’affidabilità di Marco Ponti, se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio, ora ne ha certezza.
    Questo signore si adegua alle esigenze della committenza: vuoi un parere positivo? Eccolo! Ne vuoi uno negativo? No problem, ecco a te!
    A pensare che insegna all’Università! Ma che serietà professionale è questa?
    Ci rendiamo conto in mano a chi abbiamo affidato i nostri destini e la nostra credibilità internazionale?
    Uno pseudo ministro del lavoro e dello sviluppo economico che, sino a ieri, faceva lo stuart allo stadio (parola gentile per dire che vendeva noccioline e pop corn)
    Uno pseudo ministro delle infrastrutture e trasporti che, sino all’altro ieri faceva il carabiniere, poi il perito automobilistico, che prende come suo consigliere un barista.
    Uno pseudo ministro dell’interno che, in nome nostro, viola Costituzione, trattati internazionali e codice penale.
    Ma gli Italiani, quelli con gli attributi, si vogliono svegliare?
    Certo le teorie di uno pseudo comico fallito possono affascinare i deficienti di metacognizione, cioè coloro che mancano della capacità di sapere quando non si è bravi in qualcosa, di arretrare di un passo, osservare ciò che si sta facendo e così rendersi conto che lo si sta facendo male. Sono gli invidiosi del collega intelligente e bravo, che va avanti, mentre loro restano al palo. Che non si rendono conto che le loro capacità sono limitate e che devono limitarsi a fare, forse anche male, quello a cui sono addetti.
    A tale categoria appartengono i nostri odierni pseudo governanti, che si contornano di soggetti in malafede come questo sig. Marco Ponti, pronti a soddisfare il proprio cliente, avvalorando, con ragionamenti pseudo tecnici, i loro desiderata.
    A tal proposito riporto l’autodescrizione che fa questo carneide “Sono del ’41, ho una laurea in architettura al Politecnico di Milano. Ho studiato un pò negli Stati Uniti, poi ho lavorato nei trasporti in giro per il mondo per 13 anni come consulente per la Banca Mondiale”. Un laureato in architettura che insegna economia!
    Dulcis in fundo, ma Marco Ponti, controfigura in peggio del compianto Macario, fa semplicemente come il pizzaiolo: parte dal risultato per poi creare il resoconto.
    Complimenti architetto fallito! È quanto dire: un architetto (e per prendere tale laura devi essere un inconcludente) che si dedica all’economia!
    Saluti
    Franco Mele
    P.S. Chiedo scusa alla Sig.ra Litizzetto per aver paragonato il pizzaiolo Monti al suo esimio ed acclamato Zio

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