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La Tari in 5 punti: le novità della tassa sui rifiuti

GUIDA ALLA TARI – Chi paga? Quali sono le scadenze? Come si calcola e come si paga? Come funziona per le agevolazioni? Ecco le risposte a cinque dei dubbi più frequenti sulla nuova tassa sui rifiuti.

La Tari in 5 punti: le novità della tassa sui rifiuti

Dopo Tarsu, Tia e Tares, l’ultima arrivata nella dinastia delle tasse sui rifiuti è la Tari, che insieme a Imu e Tasi fa parte della Iuc. Introdotta con la legge di Stabilità dell’anno scorso – e poi modificata con il decreto Salva Roma –, è in vigore dal primo gennaio al posto dei precedenti prelievi su raccolta e smaltimento. E’ tenuto a pagarla chiunque risieda in un immobile o lo occupi a qualsiasi titolo, compresi quindi affittuari e negozianti. 

1) QUALI SONO LE SCADENZE?

La norma consente di pagare in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno, ma allo stesso tempo il Comune deve fissare delle scadenze per dividere il pagamento in due o quattro rate. Non esiste perciò alcun calendario valido a livello nazionale. Per consultare le singole delibere comunali è possibile utilizzare l’archivio pubblicato sul sito del Tesoro.

2) COME SI CALCOLA LA TARI?

L’obiettivo è rispettare il principio “chi inquina paga” stabilito dalla normativa europea: purtroppo ancora non esiste un criterio generale per la misurazione dei rifiuti effettivamente prodotti, perciò l’importo da pagare si calcola in base alle dimensioni dell’abitazione e al numero di persone che vi risiedono, con una base imponibile legata alla superficie calpestabile (al netto cioè di muri interni e perimetrali, pilastri, locali con altezza inferiore a 1,5 metri, scale, pianerottoli e ballatoi comuni). Le operazioni non sono affatto semplici, ma spesso se ne occupa il Comune. 

3) COME SI PAGA?

Nella maggioranza dei casi, infatti, l’amministrazione invia ai contribuenti un modello precompilato che può essere utilizzato come bollettino per pagare la tassa. I Comuni che inviano i bollettini in ritardo deliberano quasi sempre una moratoria di 15-20 giorni. In caso contrario, niente paura: se la colpa è dell’amministrazione, lo statuto del contribuente prevede che si possa pagare in ritardo senza ricevere sanzioni.

Pur non essendo un obbligo di legge, i Comuni scelgono quasi sempre la strada del modello precompilato per ridurre gli errori ed evitare brutte sorprese sul gettito finale, dal momento che – in virtù di un’altra regola europea –  la tassa deve coprire integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti (esclusi quelli speciali, il cui smaltimento è a carico dei produttori).

In alternativa, però, il versamento può essere effettuato con il modello F24 o tramite le altre modalità di pagamento elettronico offerte da banche e Poste. Chi sceglie di utilizzare il modello F24 deve fare riferimento agli stessi codici tributo validi per la Tares:

– Tari: 3944;

– interessi Tari: 3945;

– sanzioni Tari: 3946.

Ma non è finita: “Le amministrazioni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico – si legge sul sito del Tesoro – avranno la facoltà di applicare una tariffa avente natura di corrispettivo in luogo della Tari”.

In questi casi i codici tributo sono i seguenti: 

– tariffa: 3950;

– interessi tariffa: 3951;

– sanzioni tariffa: 3952.

4) QUALI SONO LE AGEVOLAZIONI?

Il ministero dell’Economia chiarisce inoltre che “per la Tari i Comuni potranno, nel rispetto del principio comunitario ‘chi inquina paga’, rimodulare la tassa e introdurre agevolazioni a favore dei contribuenti che versano in particolari condizioni di disagio economico”. Anche in questo caso, dunque, bisogna far riferimento alle singole delibere comunali. 

Ad esempio, Milano ha previsto due sconti del 10% fino a un massimo di 15 euro: uno per i nuclei familiari composti da almeno una persona over 75 e uno per le famiglie monogenitoriali di massimo tre componenti (un adulto e due minorenni) in alloggi fino a 80 metri quadrati. Il Comune di Roma, invece, ha stabilito l’esenzione sull’abitazione principale per i nuclei con Isee fino a 6.500 euro, purché al 31 dicembre dell’anno scorso non avessero debiti con il Campidoglio in tema di tasse sui rifiuti.

5) PAGHEREMO PIU’ DEGLI ANNI PASSATI?

Il conto della Tari è assai differenziato a livello geografico: si passa dagli 1,7 euro al metro quadro di Cremona ai 5,7 di Cagliari, il Comune dove la spesa è più alta. In media, secondo un’analisi di Ref Ricerche su un campione di 25 capoluoghi, quest’anno le famiglie numerose pagheranno il 3,4% rispetto al 2013. Se però si prende come termine di confronto il 2010 il rincaro arriva addirittura al 24,4%. 


Allegati: Leggi anche: “La Tasi in 10 punti: dalle aliquote alle detrazioni, dagli affitti agli F24″https://www.firstonline.info/a/2014/10/13/limu-2014-in-10-punti-dalle-aliquote-ai-codici-tri/fbd30f36-b019-4a74-9c06-712a93a1affa

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