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La schiarita sulla Siria fa bene alle Borse ma Piazza Affari partecipa solo in parte alla festa

Piazza Affari, dopo il rally dei giorni scorsi, è quella che guadagna meno (+0,5t%) ma resta in territorio positivo – Brillano Pirelli, Ferragamo, Intesa – Exploit di Indesit – Ancora vendite su Mps ma anche su Fiat Industrial – Euforici i listini europei specie a Francoforte e a Parigi – Spread: la spagna meglio dell’Italia che paga l’incertezza politica

La schiarita sulla Siria fa bene alle Borse ma Piazza Affari partecipa solo in parte alla festa

La possibile schiarita sulla Siria allenta le tensioni sui listini mondiali, complici i buoni dati macro cinesi. Bene fanno infatti le piazze asiatiche che archiviano la nona buona seduta di fila: Hong Kong con +0,99% con i dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio in Cina che segnalano la ripresa; Tokyo +1,54% spinta dal pil e dalle Olimpiadi 2020. Parte bene anche Wall Street, dove c’è attesa per le novità di Apple, e chiudono in netto rialzo le Borse europee. Milano però rimane indietro a +0,51% , appesantita dalle tensioni politiche e dal rischio della caduta del governo Letta (alle 20 c’è la Giunta che dovrà decidere su Berlusconi). Parigi +1,9%, Londra +0,82%, Francoforte +2,1%. Bene anche Madrid +1,96%. In giornata si consuma per la prima volta da 18 mesi il sorpasso sullo spread della Spagna che ha ridotto il differenziale con il decennale tedesco a 248 punti. Lo spread Btp-bund si muove invece attorno ai 250 punti base.

In Italia l’Istat ha indicato che il Pil italiano è calato dello 0,3% congiunturale nel secondo trimestre e del 2,1% tendenziale, peggiorando le stime di un decimo di punto rispetto al dato preliminare di agosto. La variazione acquisita per il 2013 è -1,8%. Per l’Ocse la disoccupazione a luglio è migliorata leggermente al 7,9% mentre rimane stabile nell’Eurozona al 12,1%. Migliora l’Italia al 12% dal 12,1% ma la disoccupazione giovanile sale al 39,5% dal 39%.

L’euro è invariato sul dollaro a 1,3255 mentre il petrolio Wti scende del 2% a quota 106,66 dollari al barile. Intanto l’Opec ha rivisto leggermente al rialzo le previsioni sulla domanda globale di greggio per il 2013 e l’anno prossimo, sulla spinta della ripresa del mercato automobilistico in Europa: una domanda di 89,74 milioni di barili al giorno nel 2013, dai precedenti 89,71 milioni e 90,77 milioni di barili/giorno nel 2014 dai precedenti 90,75 milioni.Giù anche l’oro dell’1,75% a 1.362 dollari l’oncia.

Il Ftse Mib è appesantito da Mps -4,8%, sospesa al ribasso. La banca sta mettendo a punto il nuovo piano per venire incontro alle richieste europee e dovrà varare un aumento da 2,5 miliardi e non 1 miliardo come originariamente disposto. Giù anche Fiat Industrial -2,47% che incassa il giudizio negativo di Ubs e Bper -2%. In attesa di novità sul riassetto Telecom Italia -0,8%.

In evidenza sul FtseMib Salvatore Ferragamo +4% in linea con lòe buone perfromance del settore del lusso europeo, Pirelli +3,4% e Intesa Sanpaolo +2,4%. Positive anche Unicredit +1,15% e Bpm +0,13%. Contrastato però il comparto bancario: Ubi –0,71%, Carige -4,3%, Banco popolare -0,82%. Mediaset chiude invariata dopo una seduta sull’ottovolante con scambi elevati (9 milioni di azioni Mediaset, contro una media quotidiana dell’ultimo mese di 6,8 milioni).

Mediaset beneficia di un report di Goldman Sachs che alza il target a 3,6 euro con giudizio fermo a neutral mentre il mercato è in attesa della decisione della Giunta su Berlusconi.

Infine, sul fronte della Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, va segnalato che i servizi legali del Consiglio europeo, incaricati di verificare la legittimità della tassa dal punto di vista giuridico, hanno bocciato in parte il principio di residenza in base al quale paga la tassa quella società il cui quartier generale è in uno degli Stati che aderisce alla Tobin, indipendentemente da dove avviene la transazione. Per la Commissione Ue, autore della proposta sulla Tobin, il parere legale è parziale e non cambia la posizione di Bruxelles che vorrebbe vedere la tassa approvata il prima possibile.

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