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La riforma della scuola è legge

La Camera approva, tra le proteste delle opposizioni, in via definitiva il testo che riforma la scuola italiana: 277 sì, 173 i no tra cui 5 Dem. Astenuti Bersani, Speranza, Cuperlo. A sostegno della maggioranza 4 verdiniani – Oltre 100mila precari saranno assunti gradualmente – Inglese obbligatorio, più musica e sport, economia per tutti alle superiori

La riforma della scuola è legge

Con 277 voti favorevoli e 173 voti contrari la Camera ha approvato, in un clima di tensione che ha portato alla sospensione della seduta e all’espulsione dall’Aula del capogruppo della Lega Nord Massimiliano Fedriga, in via definitiva il testo sulla riforma della scuola, che diventa dunque legge. Cinque dem hanno votano no, astenuti Bersani, Speranza, Cuperlo. Sì da 4 «verdiniani» Tra i contrari Lega, FI, M5S. Ecco i punti fondamentali dell’intervento fortemente voluto dal governo Renzi ma che ha fatto discutere all’interno della stessa maggioranza.

Assunzioni precari – Entro il 31 agosto prossimo vedranno la luce in fondo al tunnel del precariato – riceveranno, cioè, la proposta di assunzione a tempo indeterminato – in 36.627 tra posti comuni e di sostegno. In questa fase – denominata “zero” per indicare che non cambierà nulla rispetto agli anni passati – le convocazioni avverranno secondo le consuete procedure: il 50% dei posti verrà individuato dalle graduatorie dei concorsi a cattedra del 2012, del 1999 e del 1990 ancora in vigore; e l’altra metà dei posti sarà appannaggio dei precari inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento.

In questa prima tornata di immissioni in ruolo, le assunzioni avverranno per ambiti provinciali o regionali. E gli interessati non correranno nessun rischio di trasferirsi in altre regioni per coronare il sogno della cattedra fissa. A questo punto, scatta il Piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona scuola e cambiano le regole. La prima fase – fase A – si dovrà concludere entro il 15 settembre e interesserà sempre i precari delle graduatorie a esaurimento e i vincitori del concorso 2012 che si contenderanno i posti rimasti vacanti dalla fase zero più 10.849 posti vacanti oltre il turn-over indicati nella Relazione tecnica al provvedimento. Ancora una volta, è prevista una ripartizione dei posti al 50% tra precari e vincitori di concorso e l’assunzione si concretizzerà nella provincia in cui è inserito il supplente o nella regione in cui si è svolto il concorso 2012.

Questa prima fase mette in palio 47.476 posti che saranno subito effettivamente operativi: per i restanti 55.258 (per un totale di quasi 103mila posti da regolarizzare tra 2015 e 2016) le assunzioni si svolgeranno gradualmente nel corso dell’anno scolastico e avranno decorrenza giuridica dal primo settembre 2015, ma decorrenza economica dal momento dell’inizio del rapporto.

Concorso – 40mila assunzioni di giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più liste d’attesa che durano decenni.

Supplenze – Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

Merito – Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 professori su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

Trasparenza Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

Burocrazia – Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola e per abolirle tutte.

Scuola digitale – Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

Musica e educazione fisica – Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.

Lingue straniere – Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Inglese obbligatorio alle superiori. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

Scuola-lavoro – Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni negli istituti tecnici e professionali e anche nei licei, per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

Scuola per tutti – Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

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