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La piramide di Conte: 1.260 soggetti in campo ma tutto il potere al premier

La controversa governance prevista da Conte per l’attuazione del Recovery Fund prevede una pletora di ben 1.260 soggetti in campo ma concentra il potere nelle sole mani del premier

La piramide di Conte: 1.260 soggetti in campo ma tutto il potere al premier

Meglio scegliere i cavalli prima di attaccarvi la carrozza, qualunque essa sia, nel carico e nella dimensione. Sembra questo il progetto del presidente Conte per giungere il più rapidamente possibile alla definizione e alla proposta alla UE dell’utilizzo dei fondi del Next Generation EU, semplificato in Recovery Fund, così come si usa dire.

Dalle prime informazioni, come di consueto non ufficiali e non rese minutamente pubbliche, il progetto del presidente Conte (nuovamente nelle vesti del furbetto di Palazzo Chigi) parrebbe prevedere una struttura piramidale al cui vertice figurerebbe lo stesso Conte affiancato da tre ministri. In tutto quattro decisori di ultima istanza con un primus inter pares necessariamente individuato nello stesso presidente Conte. Questo vertice di decisori sarà poi affiancato da sei importanti super manager (i cosiddetti “responsabili di missione”) con poteri di scelta fiduciaria di “un contingente di personale” (quanti?). In totale, 10 cavalli di razza al traino della carrozza ancora da definire sia nella dimensione sia nel carico che sarà proposto alla Ue, e con Conte in cassetta nel ruolo di cocchiere.

Pare anche che siffatti dieci cavalli di razza saranno affiancati da 300 esperti che dovranno riferire al vertice dei dieci supremi decisori. Questi, tuttavia, così come avviene in ogni struttura piramidale e come è necessariamente dato di prevedere, non potranno ricevere e studiare di persona ogni singolo report ricevuto da ogni singolo esperto. Da qui la necessità del “contingente di personale” all’uopo previsto.

Poiché è altrettanto ragionevole che ogni esperto avanzi la propria proposta (altrimenti che esperto è) saranno con ogni probabilità non meno di trecento le proposte che i dieci super decisori dovranno esaminare, di necessità assistiti da un gruppetto di altri esperti in grado di riassumere e riferire ad ogni singolo decisore. Nel caso di scuola che trecento report prodotti dagli esperti siano equamente distribuiti, ogni decisore sarà chiamato a esaminare trenta report (oppure cinquanta se Conte e i suoi tre ministri saranno esclusi in questa fase) a meno di scambi tra di loro più o meno proporzionali. Di necessità, per non perdere troppo tempo in questa fase, ognuno di questi dovrà essere assistito da collaboratori scelti fiduciariamente, qui prudenzialmente stimati nel numero di cinque, per un totale di cinquanta collaboratori che si aggiungono ai trecento esperti, ai dieci decisori e al primus inter pares. In tutto, fa 360 soggetti al traino e/o alla guida della carrozza verso la Ue, con in cassetta il presidente Conte.

Infine, è anche prudente e ragionevole ipotizzare che ognuno dei trecento esperti necessiti di un paio di collaboratori, al di fuori del contingente di personale riservato ai sei super esperti, per redigere il proprio report. Questi soggetti al servizio degli esperti, potrebbero dunque prudenzialmente ammontare a seicento persone, che porterebbero la platea degli esperti a novecento unità, da sommare ai precedenti 360 per un totale di 1260 soggetti coinvolti nella definizione del carico della carrozza da portare all’esame della Ue.

L’evento più probabile è che invece della distribuzione a pioggia dei fondi Ue, tanto esclusa dal presidente Conte, la sua piramide comporti la nebulizzazione dei fondi medesimi. Ipotizzare infatti che siffatta struttura piramidale operi con sufficiente solidità, rapidità e accortezza è assai difficile. Pare più una piramide di sabbia creata dal vento che non una piramide egizia di solidi blocchi di pietra. Meglio sarebbe, dunque, definire prima il carico prioritario da caricare nella carrozza e poi conseguentemente individuare i cavalli adeguati al traino.

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