Condividi

La meccanica quantistica e la detestabile moda d’invocarla a sproposito

Tutti sono affascinati dall’alone di mistero che circonda la fisica quantistica ma è un fascino che purtroppo non suscita curiosità e pochi sanno davvero che cosa sia

La meccanica quantistica e la detestabile moda d’invocarla a sproposito

Meccanica quantistica, fisica quantistica, teoria dei quanti. Sono parole ormai sulla bocca di tutti, ma nonostante si tratti di materie affrontate in maniera adeguata quasi esclusivamente all’Università, per altro avendo alla base della propria preparazione un’approfondita conoscenza della fisica classica, vengono utilizzate come fossero pietre tombali per chiudere qualunque discorso di scienza o pseudoscienza in virtù della sola invocazione.

Chi arriva per primo a chiamare in causa “la meccanica quantistica” ha vinto. Chi è il primo a dire che questa o quella teoria si spiega con la fisica quantistica (senza mai aggiungere altro) può ritenersi custode della verità.

Tutti sono affascinati dall’alone di mistero che gravita intorno alla fisica quantistica, ma è un fascino che non genera curiosità. Basta la parola. Nessuno vorrebbe mai trovarsi ad ascoltare spiegazioni che fanno uso di strumenti matematici così poco familiari e difficili da comprendere. Perciò nessuno fa domande.

Dall’omeopatia all’agricoltura biodinamica, dalla telepatia all’alimentazione bioenergetica, passando per i massaggi olistici e la medicina energetica vibrazionale: sono solo alcuni esempi delle discipline che tirano in ballo spesso, ma a sproposito, la fisica quantistica.

Ogni anno a febbraio, complice la ricorrenza dedicata agli innamorati, i quanti s’insinuano fin dentro le relazioni delle persone. Per molti esiste “l’equazione dell’amore“, che non è nient’altro che quella di Dirac e che non vale, come vorrebbero gli amanti, per i sistemi macroscopici, ma solo a livello sub-atomico. Per non parlare del fatto che descrive il moto di una sola particella, libera di muoversi, ma che non interagisce con altri campi o particelle.

Una scrittrice molto in voga ha perfino usato l’espressione dell’equazione di Dirac (in una formulazione scorretta dal punto di vista matematico) per il lancio di un suo libro, accostando ancora una volta tale formula matematica al concetto generale di entanglement quantistico.

Nessuno è sfuggito al richiamo della fisica quantistica “che tutto può, ma nessuno sa come”. Anche i social network sono stati invasi dalla magia dei quanti: un video virale mostra centinaia di biglie colorate che, introdotte in una scatola di plexiglass trasparente, vengono suddivise perfettamente per colore. Senza che ci sia alcun intervento meccanico, solo rimbalzando. La spiegazione parla di “vibrazione risonante“, ovviamente figlia della fisica quantistica. Ma è solo un trucco di computer grafica.

La scienza merita rispetto. Utilizzare il suo nome, o il nome delle sue diverse emanazioni, senza averne compreso almeno il principio fondamentale è scorretto e controproducente. L’errore è proprio quello di applicare un’etichetta ad un problema, demandando agli esperti la spiegazione di un fenomeno che proprio secondo questi ultimi non ha nulla a che vedere con l’etichetta utilizzata.

C’è poi l’aggravante di essere fermi al significato. “Quantistico” è relativo ai “quanti”, ma in concreto, di cosa si sta parlando? Cos’è un “quanto“? In fisica, si è in presenza di un “quanto”, quando una grandezza ha due connotati: è indivisibile e discreta. Questo significa che non esiste “un quanto e mezzo” o “mezzo quanto”. Non si tratta semplicemente di una unità di misura (che ha multipli e sottomultipli frazionari), ma di un mattone indistruttibile tramite il quale si costruisce, ad esempio, tutta la teoria relativa allo studio dell’energia come radiazione elettromagnetica. Un altro esempio di grandezza quantizzata è la carica elettrica. Se non si considerano i quark e le stringhe, non esiste alcun oggetto che possiede una carica inferiore a quella dell’elettrone. Per questo motivo, l’elettrone rappresenta l’unità di carica fondamentale.

A questo punto, come specificato all’inizio, per andare oltre servono necessariamente quattro o cinque corsi universitari. Se arriviamo a sei, forse possiamo pensare di appassionarci all’argomento. Di sicuro abbiamo bisogno dei primi due corsi di Analisi Matematica e di Fisica Generale. Indispensabile è anche il corso di Geometria e Algebra. Dirac, che è uno dei creatori della meccanica quantistica, in modo indipendente dai colleghi che studiavano la materia, elaborò una nuova formulazione della teoria quantistica, denominata “algebra quantistica“. Pensate quindi quanto si debba costruire oltre, su queste basi, per poter comprendere quello che vorremmo invocare come “scienza certificatrice”, ma che ci condanna inesorabilmente allo studio.

2 thoughts on “La meccanica quantistica e la detestabile moda d’invocarla a sproposito

  1. Bellissimo articolo, insolitamente scorrevole per l’argomento trattato. Finalmente ho capito che cos’è un “quanto” e perché la gente farebbe meglio a stare zitta quando non sa.

    Reply
  2. I fuffari invocano a sproposito la meccanica quantistica perchè in un modo o nell’altro ci guadagnano…

    “LEGGE DI ATTRAZIONE” e altre super bufale sono ormai divenute virali. Hanno messo in bocca a David Bohm cose mai dette dall’eminente fisico.

    Non è per farmi pubblicità (e, quindi, guadagnarci 🙂 ), ma mi sto smazzando scrivendo (CON RIGORE MATEMATICO) nozioni di meccanica quantistica, le potete trovare nel mio profilo amazon https://www.amazon.it/Libri-Marcello-Colozzo/s?i=stripbooks&rh=p_27%3AMarcello+Colozzo ma anche completamente free nel mio blog http://www.extrabyte.info/

    Reply

Commenta