Condividi

La Grecia non paga l’Fmi, Borse appese al Greferendum

La Grecia non paga la rata da 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario e finisce nell’arena dei morosi mentre i mercati, di fronte all’impasse dell’Eurogruppo, restano appesi al risultato del referendum ellenico di domenica in un clima di alta tensione – Banche in mano a Draghi – Bofa retrocede il lusso – Mondadori vende Radio 101 a Mediaset

La Grecia non paga l’Fmi, Borse appese al Greferendum

La Grecia è dalla mezzanotte il primo Paese avanzato che non ha restituito un debito al Fondo Monetario, finendo al pari di Zimbabwe e Sudan “into arrears”, ovvero nell’arena dei morosi, formula più delicata che evita di pronunciare la parola default. E’ andato in fumo un tentativo dell’ultima ora di ottenere un nuovo rinvio così come l’appello all’Eurogruppo. Le Borse si preparano così alla terza giornata consecutiva ad altissima tensione. Per ora in una calma surreale. Mai colpi di scena non mancheranno nemmeno oggi.

ASIA IN RIPRESA, S&P CHIUDE IL TRIMESTREIN ROSSO

I listini asiatici registrano un lieve rialzo, a partire da Tokyo +0,3%, spinta da buoni dati economici. Anche le Borse cinesi, sull’onda della decisione di consentire acquisti sul mercato dei fondi pensione, sono in territorio positivo. Dagli indici Pmi emerge un rallentamento dell’attività manifatturiera superiore alle previsioni , ma crescono i servizi che, secondo la Banca Mondiale, nel 2017 rappresenteranno più della metà del Pil. 

La crisi greca pesa anche sui listini Usa, in attesa di eventi: l’intervento di Obama su Angela Merkel e François Hollande non ha sortito per ora alcun effetto. A fine giornata Dow Jones +0,1%, S&P500 +0,3%. L’indice chiude il secondo trimestre in rosso, come non accadeva dal 2012. Il Nasdaq ha recuperato lo 0,6% dopo il tonfo di lunedì. Il default di Atene non incide per ora sull’andamento dell’euro, stabili a quota 1,12 sul dollaro.

MILANO, IN DUE SOLI MINUTI, PERDE LO 0,7%

Le Borse europee hanno registrato, momento per momento, l’andamento del confronto tra Bruxelles, Berlino ed Atene. Piazza Affari, che guadagnava lo 0,3% alle 17 e 28, ha chiuso con un ribasso dello 0,4% maturato negli ultimi due minuti di contrattazioni, sull’onda del no di Angela Merkel ad un accordo prima del referendum greco di domenica. 

Un finale da brivido a chiusura di un semestre comunque assai positivo. L’indice FtseMib compie il giro di boa con un guadagno intorno al 19%, collocandosi tra i migliori listini del mondo e al primo posto tra le Borse europee. 

L’anno scorso il FtseMib si presentò a fine giugno con un progresso del 12%, poi interamente bruciato nella seconda parte dell’anno, tanto che il risultato finale del 2014 fu un misero +0,2%. E’ andata peggio alle altre piazze del Vecchio Continente. La Borsa di Parigi ha perso l’1,6%, Francoforte -1,2%.

ASTA BTP, SI RIVEDONO I PREZZI PRE-QE 

Giornata ad alta volatilità anche per il debito sovrano. Alla fine, il Btp si è apprezzato andando a chiudere a un rendimento del 2,32%, dal 2,38% della sera prima. In mattinata l’asta dei titoli a medio-lungo termine ha registrato una domanda stabile ma a tassi in forte ascesa: il Btp 5 anni è stato collocato all’1,25%, rendimento che non si vedeva dal 27 giugno 2014. Il decennale è stato aggiudicato al 2,35%, ai tassi del settembre scorso.

ALLE 11 E 3 SI RIUNISCE L’EUROGRUPPO, BANCHE IN MANO A DRAGHI

“Elementi importanti si stanno verificando ad Atene che forse permetteranno che non si verifichi ciò di cui i giornali hanno descritto stamattina”. Così il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker alla platea giornalisti corrispondenti a Bruxelles nel tardo pomeriggio di ieri, prima della riunione dell’Eurogruppo convocata d’urgenza per esaminare le controproposte in arrivo dalla Grecia all’ultima offerta di Bruxelles.

Ma l’attesa è andata delusa. “Nessun accordo è possibile prima del referendum” ha sillabato Angela Merkel, imbufalita con la delegazione greca. I ministri europei hanno respinto al mittente la proposta di concedere ad Atene una nuova proroga ed un piano di nuovi aiuti (stavolta a carico del fondo Esm) per 29,1 miliardi, tanto quanti ne servono alla Grecia per ripagare i debiti in scadenza entro il 2017. Oggi, però, è in programma un nuovo summit dei ministri finanziari per le 11 e 30. 

Intanto è scaduto il termine per il pagamento della rata del debito greco nei confronti del Fmi. Standard & Poor’s ha tagliato il rating delle quattro principali banche elleniche Alpha Bank, Eurobank Ergasias, National Bank of Greece e Piraeus Bank, a SD (rischio default) da CCC/C. 

Che indicazioni trarre dopo una giornata del genere? 

1) “Tsipras – è il commento di Anthilia sgr – non ha abbandonato le trattative ma continua a tempestare i creditori di richieste”.

2) Lo spazio per un accordo in extremis, dunque, c’è. Ma pesa la perdita di credibilità della squadra greca.

3) Si sprecano le indicazioni sui sondaggi. In particolare, prende quota la possibile affermazione del “no”. 

A PIAZZA AFFARI TENGONO LE BANCHE

A sostenere Piazza Affari è stata la ripresa del comparto bancario che ha retto nonostante la pressione esercitata dall’aumento dei rendimenti dei Btp. Socgen ha confermato la raccomandazione overweight sul settore sottolineando che, “a causa della Grecia si possono creare interessanti occasioni di acquisto”.

Sono salite le banche: Pop.Milano +2,2%, Unicredit +0,4%, deboli Intesa -0,4% e MontePaschi -1,3%. Generali -0,6%, UnipolSai -0,7%. 

BRILLA BUZZI, IL GIUDICE AFFONDA FINCANTIERI

Il titolo migliore è Buzzi, in rialzo del 3,9% dopo la promozione di Goldman Sachs che ha inserito il titolo nella sua Conviction Buy List. In forte discesa invece Saipem (-2,3%), inserita nel portafoglio short di Mediobanca. Giù anche Eni -1,12% , nonostante la notizia della firma di un importante contratto nel Mar Caspio per la ricerca di idrocarburi e di un contratto per la vendita di gas naturale liquefatto in Indonesia,

Significativo ribasso anche per Fincantieri (-2,92%), che ha sospeso le attività produttive nel cantiere di Monfalcone dopo che i carabinieri del nucleo operativo ecologico di Udine hanno sequestrato 4 aree per la raccolta e lo stoccaggio dei rifiuti derivanti dalla lavorazione.

Enel ha perso l’1,4%, Snam -1,5%. Ha chiuso in rialzo Telecom +,098%.Invariata Fiat Chrysler (+0,08% a 13,14 euro), che ha alzato da 4,8 miliardi a 5 miliardi una linea di credito revolving sottoscritta con un gruppo di 24 banche lo scorso 9 giugno.

BOFA RETROCEDE IL SETTORE LUSSO 

In forte ribasso anche il comparto del lusso condizionato dall’uscita del report di Bank of America – Merryl Lynch che ha rivisto al ribasso le previsioni sull’intero settore, a partire dall’ammiraglia Lvmh (-2% a Parigi). Secondo gli analisti “la crescita sarà moderata, la redditività non vedrà un recupero e i rendimenti resteranno ai livelli correnti”.

Il report ha abbassato il rating di Tod’s -1,50% da neutral a underperform e il prezzo obiettivo da 98 a 60 euro. In forte calo Salvatore Ferragamo -3,6% su cui la casa Usa ha mantenuto il rating neutral e il target price a 30 euro.

RADIO 101, MONDADORI VENDE A MEDIASET

Il Cda della Mondadori ha deciso di tenere in famiglia il controllo di Radio 101. Nella riunione di ieri, infatti, è stato conferito all’ad il mandato di procedere “all’accettazione della manifestazione di interesse ricevuta da parte di Rti, controllata direttamente da Mediaset, in relazione all’acquisizione dell’80% del capitale sociale di Monradio, cui fa capo l’emittente radiofonica R101”.

L’offerta prevede un periodo di esclusiva sino al 20 settembre. Il board presieduto da Marina Berlusconi ha così accantonato l’offerta ricevuta dal gruppo Rtl 102.5 di Lorenzo Suraci che si aggirava intorno a 35-40 milioni di euro.

Commenta