Condividi

La Gioconda non la vedremo solo al Louvre: diventerà itinerante

La Gioconda potrà essere ospitata nelle sale di altri musei – Ma chi era la vera Monna Lisa? Tutti i segreti del capolavoro di Leonardo da Vinci

La Gioconda non la vedremo solo al Louvre: diventerà itinerante

Secondo la ministra francese Françoise Nyssen, la Gioconda potrà lasciare il Louvre, ospitata in altre sale di altri musei.  Intanto, a candidarsi per primo ad ospitare la famosa Monna Lisa  è stato il sindaco di Lens, Sylvain Robert,che ne ha fatto domanda diretta al presidente della Repubblica. Primo candidato ad ospitare il capolavoro di Leonardo, la filiale del Louvre a Lens, nel nord della Francia.

Ai microfoni di Europe 1, la ministra ha confermato un’intenzione già ventilata ad inizio anno: “non vedo perché certe cose debbano restare confinate certamente, poi, bisogna fare attenzione alla conservazione e a quello che certe opere rappresentano. Ma il mio obiettivo è stato sempre quello della lotta alla segregazione culturale. E per questo, uno dei pilastri resta il piano delle opere itineranti”.

Mentre rimane ancora riservata l’opinione di conservatori ed esperti che non hanno espresso ancora alcuna dichiarazione in merito.

Chissà se tra i prossimi viaggi non ci sia anche il Louvre di Abu Dhabi?

Ma chi è la signora, vera custode di mille segreti?

A Monna Lisa  è riservata un’intera parete del Louvre, dove una spessa lastra di vetro la protegge dal tempo e dagli sguardi dei visitatori che a migliaia incrociano il suo. Sono tanti gli studiosi che hanno cercato di comprendere i lineamenti del suo viso; molte le interpretazioni – senza capire. Di lei incanta il fascino e il sorriso misterioso. Un sorriso che trova parecchie versioni, a seconda di come la si osserva.

A Parigi la Gioconda é una specie di monumento nazionale, non stupisce che attiri lo stesso numero di visitatori della Torre Eiffel e di Notre Dame.

I critici considerano il quadro il capolavoro di Leonardo Da Vinci, e anche se al Louvre ci sono centinaia di quadri importanti é a lei, Monna Lisa, che ci si inchina; le sono state dedicate poesie, opere liriche e romanzi.

Si tratta di un dipinto eseguito su una tavola di pioppo, dove è stata applicata uno strato di pigmento estremamente sottile con grande maestria. I colori furono sovrapposti per velature così sottili che la mano di fondo bianco e duro, – con cui la tavola fu preparata -, traspariva dando all’insieme una straordinaria luminosità. Il quadro dei quadri misura appena – 76 centimetri per 53 centimetri – e fu realizzato da Leonardo a Firenze oltre 500 anni fa.

Gran parte della magia del dipinto sta nel modo in cui le mani, poggiate l’una sull’altra, conducono lo sguardo intorno alla figura, mentre la testa e gli occhi leggermente voltati lo riportano alle mani. Le tonalità di luce e ombra che creano forma e volume, insieme con la composizione e lo stile del quadro, segnarono una nuova tappa nella storia della pittura.

Anche l’assenza di gioielli e i capelli che ricadono lisci sulle spalle furono una innovazione audace, che aprì gli occhi a gran parte dei pittori sulle possibilità di dipingere bellezze semplici – di condizione sociale non elevata.

Pur tuttavia, lo stra-famoso e lievemente ironico sorriso non era nuovo. Infatti, era già presente sui volti delle statue gotiche a Rheims e in altre cattedrali. Forse non sapremo mai chi era Monna Lisa.

Secondo la tradizione popolare si pensa fosse Lisa Gherardini, andata in sposa ad un modesto cittadino fiorentino dal nome Francesco Zanini del Giocondo (da dove deriva il nome la Gioconda); sembra non avesse ancora trent’anni quando dal 1503 al 1507 posò per il ritratto.

Si dice anche che per mantenerle il sorriso sul volto, durante i quattro anni di pose, Leonardo facesse venire musici e cantastorie. Altri autorevoli storici sostengono che non fu Lisa a posare. È certo che per oltre un secolo quest’opera fu indicata nell’inventario reale della corte di Francia come La cortigiana dal velo.

Qualche indizio porta a credere che la modella del ritratto sia stata l’amante di Giuliano de Medici, Costanza d’Avalos.

Un’altra candidata come possibile modella sembra essere la Marchesa Isabella d’Este, di cui si sa solo che aveva grande ammirazione per Leonardo; ma che lui avesse caro il ritratto della Gioconda é provato dal fatto che fu il solo dei suoi quadri che portò con se, quando disgustato dalla vita in Italia andò a  stabilirsi in Francia: dove re Francesco riuscì ad acquistargli il ritratto.

Dopo i sovrani di Francia, l’unica persona che per un certo periodo è stata in possesso della vera Monna Lisa fu un muratore italiano, Vincenzo Peruggia (con due G, naturalmente!). Il quale Peruggia, in un giorno d’estate del 1911, insieme ad una squadra di imbianchini staccò la Gioconda dal muro, ne tolse la cornice e avvolse il dipinto nel suo camice uscendo dalla porta laterale del museo.

Quando fu scoperto il furto la polizia interrogò tutte le persone che avevano lavorato al Museo e perquisì le loro case, – compreso il Peruggia -, ma non trovarono nulla.

Per due anni la “dama” fu nascosta dentro una valigia sotto il letto di Peruggia, che ogni tanto prendeva il quadro e l’ammirava. Finché nel 1913 un mercante d’arte fiorentino, Alfredo Geri, ricevette una lettera in cui gli si offriva la Gioconda; sulla busta c’era in bella mostra il  timbro postale di Parigi con l’indirizzo del mittente: Bureau de Poste n. 6, Place de la République.

In principio si pensò che fosse lo scherzo di un pazzo, poi il mercante fiorentino decise di invitare Peruggia a Firenze. L’incontro avvenne alla presenza di un funzionario della Galleria degli Uffizi e davanti a lui Vincenzo sostenne che il suo scopo era di restituire il dipinto all’Italia; però voleva 500.000 franchi in oro, naturalmente fu arrestato e il quadro restituito al Louvre.

Monna Lisa viaggiò spesso nel corso degli anni successivi, ricordiamo quando nel 1963 attraverso l’Atlantico per andare alla inaugurazione della National Gallery di  Washington, dove in presenza del presidente Kennedy si mostrò ai visitatori.

Lo storico Jules Michelet diceva della Gioconda: “Questo quadro mi chiama, mi assorbe, s’impossessa di me e mio malgrado ne sono attratto“.Ad osservare Monna Lisa, sembra quasi che ci inviti a giocare con lei per scoprire altri segreti – che non rivelerà mai. Forse per un patto con Leonardo, che l’amò con il riguardo di chi sa bene che non sarà mai tradito.

Commenta