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La Fed rinvia il rialzo dei tassi a dopo l’estate

La Fed mantiene una politica espansiva: nel 2016 solo 2 rialzi dei tassi, non più 4 – Salgono Wall Street, il petrolio e l’euro – Materie prime in rally – Londra brinda alle nozze della City – Fca conferma i target: cadono i vincoli sul cash di Chrysler – Si complica la fusione Bpm-BancoPop – Finmeccanica si chiamerà Leonardo

La Fed rinvia il rialzo dei tassi a dopo l’estate

Nel corso del 2016 ci saranno solo due aumenti dei tassi da 0,25% l’uno, contro i quattro previsti a dicembre. Lo ha annunciato la Federal Reserve, con toni assai più morbidi del previsto. Nonostante “la crescita dell’economia e i significati progressi dell’occupazione”, ormai avviata al 4,7%, la Banca centrale ritiene che gli Usa “siano ancora di fronte al rischio di una frenata dell’economia globale”. Insomma, il primo rialzo dei tassi ci sarà a settembre e non, come già previsto, a giugno. La Fed, dunque, si è unita alle strategie espansive già decise dalla Bce e in Giappone, anche per contrastare gli effetti negativi di un nuovo indebolimento dello yuan sul dollaro.

La risposta dei mercati non si è fatta attendere: Wall Street ha accelerato la corsa, ai massimi da inizio anno: Dow Jones +0,43%, S&P +0,26%, Nasdaq +0,75%.

Ancor più rilevante l’impatto sui mercati valutari, come auspicato dalla Fed, preoccupata dagli effetti del superdollaro: l’euro risale a quota 1,12 (contro 1,11) rispetto alla moneta Usa, s’indebolisce anche lo yen (112,55 da 113,11).

Il rendimento dei Tbond ieri è sceso bruscamente, di cinque punti base in meno di un’ora, stamattina tratta a 1,89%, 11 punti base in meno rispetto alle quotazioni precedenti gli annunci della Fed. La nuova traiettoria del rialzo dei tassi ha messo le ali all’oro, in rialzo del 2,4% a 1282 dollari.

La frenata del dollaro ha contribuito infine al rally delle materie prime, a partire dal petrolio. Il Brent, con un balzo del 4 % abbondante, è risalito oltre i 40 dollari (ultimo prezzo 40,33 al barile). Il Wti torna a 38,46 dollari. A spingere al rialzo il greggio ha contribuito l’andamento delle scorte Usa di greggio e di benzina, assai più deboli del previsto. Hanno influito anche le attese di un incontro tra i produttori.

CINA, MENO ACCIAIO E CARBONE. FRENA TOKYO

Il calo del dollaro ha frenato il rialzo delle Borse asiatiche. Dopo un avvio in rialzo, Tokyo è in calo dello 0,7%. Hong Kong +0,9%. Salgono le Borse cinesi: Shanghai +0,9%, Shenzhen +2,8%. Ieri il premier Li Kequiang ha chiuso la conferenza del partito illustrando le caratteristiche del nuovo piano economico: crescita più limitata, grande attenzione a limitare l’impatto sociale della frenata. “Abbiamo già cominciato – ha detto – a ridurre l’eccessivo di capacità produttiva dell’acciaio e del carbone. Ma sarà nostra impegno ridurre gli effetti negativi della svolta: dobbiamo garantire a tutti una ciotola di riso”.

L’effetto della Fed si farà sentire anche sull’apertura delle Borse europee, ieri poco mosse. I futures segnalano Parigi in crescita di 17punti, Francoforte+47 bp, Londra +29. A Milano l’indice FtseMib ha chiuso ieri la seduta in calo dello 0,1%, la Borsa di Parigi è scesa dello 0,2%, Francoforte +0,5%.

LONDRA FESTEGGIA IL DONO DELLO SCACCHIERE. E LE NOZZE DELLA CITY

Meglio Londra (+0,6%), anche in risposta al budget espansivo annunciato dal Cancelliere dello Scacchiere David Osborne. Tra le novità della manovra, a poche settimane dal referendum sul Brexit, un regalo di 1.000 sterline ai cittadini tra i 18 e 40 anni che risparmieranno almeno 4.000 sterline all’anno. La somma potrà essere utilizzata per pagarsi la prima casa o il proprio piano pensionistico. Al compimento dei 60 anni, tutti i soldi accumulati in questo modo potranno essere ritirati e non verranno tassati. Chi li ritira invece prima dei 60 anni perderà il bonus del governo, gli interessi su di esso e dovrà pagare una tassa del 5%.

E’ ufficiale l’accordo per la fusione tra il London Stock Exchange e la Deutsche Boerse. Ora comincia la battaglia per il via libera delle autorità antitrust europee alla nascita di un mercato che comprende 3.200 società per un giro d’affari di oltre 5.200 miliardi di scambi. Nei giorni scorsi era ventilata l’ipotesi potesse cedere il controllo di Borsa italiana per ottenere il disco verde.

PETROLIO E CREDIT SUISSE SOSTENGONO ENI

Il rialzo del petrolio ha interessato anche Piazza Affari. Eni ha guadagnato l’1,2%, sostenuta dalla nuova raccomandazione Outperform di Credit Suisse (target price di 15,50 euro). Domani il cane a sei zampe svelerà agli analisti alla City il piano strategico 2016/19. Il consensus prevede un taglio degli investimenti intorno al 20% mentre la produzione può salire del 4%. Ci sarà la conferma del dividendo (0,80 euro) così come della cessione di Versalis. Gli analisti sono divisi sulle altre dismissioni: una parte degli operatori prevede che Claudio Descalzi procederà alla vendita di parte degli asset in Egitto ed in Mozambico.

E’ salita anche Tenaris (+1,1%). Saipem -0,9%: l’esercizio 2016 si è chiuso con un rosso di 806 milioni (contro 230 del 2014) e un indebitamento di 5,39 miliardi (contro 4,42). Il cda ha confermato la decisione di non distribuire il dividendo.

FCA CONFERMA GLI OBIETTIVI. CADONO I VINCOLI SUL CASH DI CHRYSLER

In Europa ha brillato il settore Automotive (indice Stoxx europeo +2,1%) sull’onda del forte incremento delle vendite (+14%): lo scorso febbraio è stato il trentesimo mese consecutivo di crescita delle vendite. Bmw ha guadagnato il 3,9%, Daimler +1,8%, Volkswagen+1,6%.

A Milano Fiat Chrysler è salita del 2,5%. Il gruppo Fiat con 80.963 veicoli e un incremento del +22,4% anno su anno ha fatto ancora una volta meglio del mercato. La quota è pari al 7,4%. Al termine dell’incontro con i sindacati è stata emessa una nota: “L’aggiornamento del business plan, resosi necessario alla luce dell’andamento di alcuni mercati, in particolare quello cinese e quello brasiliano, non comporta alcun ridimensionamento dei target economici, che restano integralmente non solo confermati ma addirittura rivisti in rialzo, insieme all’obiettivo di piena occupazione degli stabilimenti italiani”.

La società ha infine comunicato che sono state rimosse le limitazioni alla libera circolazione della liquidità all’interno del gruppo. A seguito del venir meno di questi vincoli, la controllata statunitense è libera di distribuire gli utili generati alla capo gruppo, inoltre, si rende disponibile la seconda tranche del debito da cinque miliardi di euro già erogato da un pool di banche. Complessivamente, Fiat Chrysler si ritrova a poter accedere, da subito, a 2,5 miliardi di dollari di liquidità.

FINMECCANICA SI CHIAMERA’ LEONARDO. SALE L’UTILE, INDAGINE SU ANSALDO

Il gruppo guidato da Mauro Moretti festeggia il varo del nuovo nome, Leonardo, con un rialzo del 2% che spinge la quotazione sui massimi da inizio febbraio a 11,05 euro. Ieri sera l’ex Finmeccanica ha archiviato i conti del 2015 con un utile netto in crescita a 527 milioni dai 20 milioni del 2014 (inclusa la plusvalenza per la cessione della divisione Trasporti). I ricavi sfiorano i 13 miliardi e risultano in aumento dell’1,8%. Gli ordini calano del 2,3% a 12,37 miliardi, con un portafoglio che cala anch’esso del 2% a circa 28,8 miliardi. L’indebitamento finanziario netto scende del 17,3% a circa 3,28 miliardi. Per il 2016 il gruppo stima un ebita sostanzialmente in linea sul 2015 in una forchetta tra 1,22 e 1,27 miliardi, ricavi in leggero calo sul 2015 tra 12,2 e 12,7 miliardi, ordini anch’essi grossomodo in linea con il 2015 tra 12,2 e 12,7 miliardi.

La Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni presso gli uffici di Roma, Genova, Napoli e Milano di Ansaldo Sts, di Hitachi e di Finmeccanica, su mandato della Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla cessione di Ansaldo Sts e di Ansaldo Breda. L’inchiesta è nata dall’esposto del fondo azionista di minoranza Bluebell sull’ipotesi di una intesa tra Finmeccanica e il gruppo giapponese nella cessione a quest’ultimo del 40% di Ansaldo Sts (con conseguente poi lancio dell’Opa obbligatoria sul restante 60% al prezzo di 9,50 euro per azione), in parallelo però alla vendita sempre ai giapponesi pure di Ansaldo Breda.

SCIVOLA IL BANCO POPOLARE: SI COMPLICANO LE NOZZE CON BPM

In tutta Europa arretrano le banche (Stoxx -1,2%). Dopo una partenza brillante, MontePaschi ha chiuso invariata. “Stiamo verificando la cosa da un punto di vista tecnico”, ha detto stamattina l’amministratore delegato Fabrizio Viola così confermando la notizia che Il Ministero dell’Economia potrebbe accrescere la sua partecipazione nella banca Monte dei Paschi attorno al 7% dall’attuale 4% con il pagamento in azioni degli interessi residui sui Monti Bond, diventando il primo azionista della banca.

Intesa è scesa del 2,1%,Unicredit -0,4%. Banco Popolare ha perso il 3,2%, Pop.Milano -0,2%. Avanzano le assicurazioni: Generali +1%, Axa +0,9%.

A Piazza Affari Eni ha guadagnato l’1,2%, sostenuta dalla nuova raccomandazione Outperform di Credit Suisse (target price di 15,50 euro). Domani il cane a sei zampe svelerà agli analisti alla City il piano strategico 2016/19. Il consensus prevede un taglio degli investimenti intorno al 20% mentre la produzione può salire del 4%. Ci sarà la conferma del dividendo (0,80 euro) così come della cessione di Versalis. Gli analisti sono divisi sulle altre dismissioni: una parte degli operatori prevede che Claudio Descalzi procederà alla vendita di parte degli assets in Egitto ed in Mozambico.

AVANZA ANCORA CAMPARI. D’AMICO COPRE GLI INVESTIMENTI

Su Campari (+1,29%) prosegue l’effetto Grand Marnier. Poco mossa Enel (+0,1%). Telecom Italia è scesa dell’1,2%, Mediaset -0,9%.

Si è messa in luce ieri D’Amico International Shipping (+3,3%). La società ha sottoscritto una linea di credito da 250 milioni di dollari coprendo così il 100% dei fabbisogni finanziari di lungo termine legati al piano di investimenti da 755 milioni avviato nel 2012.

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