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La Fed rialzerà i tassi dopo le elezioni e la Bce si muove

La previsione dei mercati è che il rialzo dei tassi americani avverrà solo dopo le presidenziali – Courè avverte: “Se le riforme tardano, la Bce dovrà fare di più” – Boom del mercato immobiliare e dei titoli high tech Usa – Piazza Affari si risveglia sulla scia delle banche ma oggi lo shock del terremoto influenzerà anche i corsi di Borsa – Tutti gli occhi su Unicredit e Mediaset

La Fed rialzerà i tassi dopo le elezioni e la Bce si muove

I sogni, talvolta, si realizzano. Per la Fed (ma anche per Wall Street) il sogno è un’economia capace di sostenere l’aumento dei tassi senza rallentare a crescita. Ma, in piena campagna elettorale, non c’è molto spazio per i sogni: un aumento dei tassi rischia di condizionare la corsa di Hillary Clinton, meglio rinviare la decisione a dicembre, a urne chiuse. È questa la previsione delle Borse alla vigilia dell’apertura del meeting di Jackson Hole, dove Janet Yellen parlerà venerdì.

E l’Europa? Benoit Coeuré, membro del direttorio della Bce, parlando delle riforme che tardano ad arrivare, ha detto: “Se non succede niente la Banca centrale dovrà fare di più”. L’economia migliora, ma troppo poco e con eccessiva lentezza, è la diagnosi di Francoforte a poche settimane dalla riunione del vertice dell’istituto. Comunque vada a Jackson Hole, il Qe europeo continuerà.

Le Borse, in attesa delle decisioni dei banchieri, si muovono in rialzo. Avanza con prudenza Wall Street, ad un passo dai nuovi record: il Dow Jones sale dello 0,1%, S&P 500 +0,2% a soli 5 punti dal record storico. Il Nasdaq (-0,3%) ha chiuso a 5.260,08, ad un passo dai massimi assoluti.

A favorire il rialzo è il boom del mercato immobiliare, su livelli di scambi che non si vedevano da nove anni. Le vendite di case nuove sono balzate del 12,4% a 654.000 unità, il più forte rialzo mese su mese dal 2010. Il costruttore di abitazioni di lusso Toll Brothers (+1,5%) ha annunciato una crescita del 23,5% dei ricavi trimestrali, sostenuti da un incremento di vendite e prezzi delle case.

In grande movimento i titoli tecnologici: Apple (+0,6%) punta sul settore della salute e benessere acquistando Gliimpse, azienda specializzata nella gestione e nella condivisione dei dati medici personali. Amazon (+0,4%) sta lavorando a un servizio di musica in abbonamento che costerà circa 5 dollari al mese. La catena di negozi di elettronica di consumo Best Buy sale del 19,6% dopo il forte incremento dei ricavi e degli utili.

Torna a salire il petrolio. Il Brent +1,5% si è di nuovo fatto sotto quota 50 dollari; l’Iran si è detto disponibile a prendere in considerazione un congelamento della produzione di petrolio. A Piazza Affari Eni sale dell’1,3%. Saipem (+4,6%) rimbalza dai cali precedenti. Ma il titolo resta tra i peggiori del listino: da gennaio il calo è del 58%.

Modeste le variazioni sulle Borse asiatiche: lo yen debole favorisce il rialzo di Tokyo +0,5%, fiacchi i listini cinesi. Hong Kong perde lo 0,7%.

Lo shock del terremoto di stanotte peserà sulla seduta di Piazza Affari. Prevista un’apertura debole per gli altri listini europei. La seduta di ieri è stata confortata dalle buone notizie in arrivo dall’indice Pmi. La fiducia delle imprese dell’area euro è migliorata a 53,3 da 53,2 di luglio, restando sui massimi da sette mesi: la Brexit per ora non abbia prodotto particolari danni all’economia continentale. “Il Qe della Bce potrebbe essere esteso oltre marzo 2017”, ha commentato Greg Fuzesi di JP Morgan dopo la pubblicazione del dato. Ma a settembre, secondo l’analista, “la Bce prenderà tempo”, adottando un tono “da colomba”.

Trionfale la cavalcata del listino milanese, che ha chiuso a quota 16.778 punti, in rialzo del 2,5% su scambi per 1,75 miliardi. Il superamento della soglia tecnica di 16.700 punti ha favorito gli acquisti. Positive ma con progressi assai più modesti gli atri listini europei: Madrid +1,39%, Francoforte +0,99%, Parigi +0,81%. Londra chiude a +0,66%.

A mettersi in luce, a livello settoriale, sono state le banche, con l’indice Stoxx salito del 2,4%. In rialzo del 2% l’indice Stoxx delle compagnie assicurative. 

Lo spread tra Btp e Bund sale a 124 (+4 punti base). Fa meglio la “carta” spagnola: la forbice Bono/Bund è di 104 pb (+2 rispetto alla vigilia). Il Portogallo resta sotto pressione su rischio downgrade da parte di Dbrs.

Al centro delle attenzioni del mercato è stata Unicredit (+6,6%), che ha ribaltato le perdite di venerdì. Diverse le ragioni del rally. Nei prossimi giorni potrebbe arrivare, secondo Reuters, un’offerta per il 40,1% banca Pekao da parte di PZU, la prima compagnia assicurativa polacca. Dalla cessione del 10% l’istituto aveva incassato il mese scorso 750 milioni di euro.

Scrive Banca Imi: “Crediamo che la cessione di Bank Pekao possa parzialmente compensare la necessità di capitale che stimiamo pari a 7 miliardi di euro. Ma l’uscita dalla Polonia ridurrebbe le opportunità di crescita a lungo termine del gruppo”. Confermato il rating hold e il target price a 2 euro”.

La cessione riduce l’eventualità di un nuovo collocamento di FinecoBank, in rialzo dell’8% (miglior blue chip di giornata).

Inoltre, Moody’s ha promosso l’outlook delle banche austriache da negativo a stabile, notizia che coinvolge anche Bank of Austria, controllata dalla banca italiana. L’agenzia di rating si aspetta per le banche austriache un asset quality stabile, con crediti.

Dagli aggiornamenti Consob, infine, è emerso che Capital Research and Management Company detiene il 5,082% del capitale dell’istituto nell’ambito dell’attività di gestione discrezionale del risparmio.

Il traino della banca di piazza Gae Aulenti ha favorito il rimbalzo del settore: Intesa +5%, Monte Paschi +3,6% e Ubi Banca +7%. Tra le assicurazioni, Generali +4,5% e Unipol Sai +3,4%.

Mediaset +4,3%. Una quota di Mediaset Premium potrebbe essere rilevata da un fondo d’investimento, scrive stamattina Il Corriere della Sera. All’operazione sta lavorando Mediobanca. Intanto, ieri Fininvest ha depositato presso il Tribunale di Milano un atto di citazione contro Vivendi per i danni subiti come azionista di Mediaset chiedendo 570 milioni di euro. Lo dice una nota della holding della famiglia Berlusconi dopo che venerdì la stessa Mediaset aveva reso noto di aver depositato al tribunale di Milano l’atto di citazione nei confronti di Vivendi a tutela dell’esecuzione del contratto stipulato tra le due società lo scorso aprile per la vendita di Premium.

Nell’atto – volto a ottenere che a Vivendi venga ordinato di dare pieno adempimento al patto parasociale allegato al contratto firmato con Mediaset l’8 aprile – “Fininvest chiede in ogni caso il risarcimento dei gravi danni già subiti”, si legge nel comunicato. “Tali danni ammontano ad una cifra non inferiore a 570 milioni di euro, correlati fra l’altro alla diminuzione di valore delle azioni Mediaset in conseguenza dell’accaduto, al mancato apprezzamento delle stesse ove si fosse dato corso all’esecuzione del contratto, nonché all’evidentissimo danno di immagine”.

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