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La Fed non tocca i tassi. Oggi Generali alla ribalta

Le banche centrali non muovono i tassi: Wall Street festeggia, il Nikkei piange per il boom dello yen – Crolla Apple, vola Facebook – Brillano i petroliferi – Draghi accetta la sfida al Bundestag – In mattinata asta Btp – Exploit Pininfarina – Oggi l’assemblea delle Generali con il debutto di Donnet numero uno

La Fed non tocca i tassi. Oggi Generali alla ribalta

Il gioco non cambia. Nessuna delle quattro banche centrali riunite tra ieri e stamane (Usa, Giappone, Brasile e Nuova Zelanda) ha introdotto novità sul fronte dei tassi. Ma le reazioni dei mercati sono state ben diverse.

Soddisfazione negli Usa: la Fed non ha tradito Wall Street. La congiuntura Usa, recita il comunicato finale dopo la riunione del comitato monetario della banca centrale, continua a migliorare, mentre si riduce il rischio contagio dalla Cina o da altri punti deboli dell’economia globale.

Ma la Federal Reserve ritiene che questi dati non siano sufficienti per rimettere in moto il rialzo del costo del denaro. I tassi, perciò, restano fermi e, secondo l’opinione generale, non saliranno neanche in occasione del meeting della Banca centrale del prossimo 14-15 giugno: l’inflazione, infatti, resta sotto il 2 per cento, e i consumi delle famiglie rallentano nonostante la crescita dell’occupazione.

Nessuna sorpresa, dunque. Ovvero il verdetto più gradito ai mercati che hanno reagito così: Dow Jones +0,28%, S&P +0,16%. Arretra il Nasdaq (-0,51%), zavorrato dalle perdite di Apple.

YEN + 11,5 % DA GENNAIO. TONFO DEL NIKKEI: -3,2%

Tassi fermi anche a Tokyo. Ma in questo caso la Bank of Japan ha tradito le attese dei mercati. Anche qui la Banca centrale, al termine della riunione mensile, ha deciso di non modificare la politica monetaria: restano i tassi negativo assieme ai forti acquisti di titoli (80 miliardi di yen al mese). Ma gli operatori si aspettavano misure più energiche per frenare la corsa dello yen e combattere l’inflazione, scivolata nel frattempo a -0,3%, per la prima volta in terreno negativo da oltre due anni. La scelta del governatore Haruhiko Kuroda è stata interpretata come un segno di impotenza.

Di conseguenza stamane la valuta nipponica ha ripreso la corsa al rialzo: 108,24 sul dollaro (+2,4%). Brusca caduta invece della Borsa, in rialzo prima del verdetto a sorpresa della Banca centrale: ad un’ora dalla chiusura l’indice Nikkei perde il 3,2%. Scivola in ribasso Shanghai (-0,7%). Sono in rialzo invece Hong Kong (+0,5%) e Sidney (+0,8%).

APPLE KO, LA CORONA SPETTA A FACEBOOK (+8%)

Il messaggio di Janet Yellen ha aiutato la Borsa ad assorbire la brusca caduta di Apple (-7%) dopo la frenata di ricavi e profitti nel primo trimestre. Anche a giugno, avverte la società di Cupertino, fatturato ed utili scenderanno, anche più di quanto previsto dagli analisti: fino a 43 miliardi di euro contro i 50,5 di fine marzo. In una sola giornata il valore del titolo è arretrato di 46 miliardi di dollari.

Altra musica per Facebook, protagonista di un balzo all’insù dell’8% nel dopo Borsa, sull’onda dei brillanti dati del trimestre: volano i ricavi della app mobile, così come l’uso dei video del social network. La società ha messo in cantiere una nuova categoria di azioni per proteggere la leadership di Mark Zuckerberg.

DA TOTAL A EXXON, PETROLIFERI SUPERSTAR. DOMANI TOCCA A ENI

A sostenere gli indici ha contribuito il petrolio, ancora in ripresa: Brent +2% a 46,7 dollari. Si è messa in luce Chevron (+1%). Brilla anche la stella di Exxon (+0,9%) ai massimi dal maggio 2015: il colosso petrolifero ha reagito al taglio del rating da parte di S&P con l’aumento del dividendo da 0,73 a 0,75 dollari.

Anche in Europa i titoli petroliferi sono stati i migliori (Stoxx del settore +1,8%). In evidenza, dopo i buoni risultati Total (+2,8%). A Milano Eni è salita dello 0,9%. Secondo il consensus degli analisti i conti del trimestre, in programma venerdì, registreranno un utile operativo adjusted di 217 milioni di euro (-86% da 1,57 miliardi) e un risultato netto adjusted negativo per circa 15 milioni (dall’utile di 650 milioni del primo trimestre 2015). Grazie al deconsolidamento di Saipem (+1,8%), l’indebitamento è in forte calo: 11,8 miliardi contro 15,1. Tenaris +1,8%.

MILANO +0,4%. LA GRECIA NON SPAVENTA L’EUROZONA

Una volta tanto, in attesa delle decisioni della Fed, le Borse europee non sono cadute in letargo, grazie anche ai dati delle trimestrali. Oggi sono in programma, tra gli altri, i conti di Deutsche Bank e di Airbus. Nel lusso riflettori accesi su Hermès. La Borsa di Parigi ha guadagnato lo 0,5%, come Londra e Madrid. Francoforte +0,3%.

Non ha avuto alcun peso, invece, il mancato accordo tra la Grecia (-2,5% la Borsa, -7,5% le banche) e i creditori internazionali sulle misure addizionali di austerità. Slitta così il meeting straordinario dell’Eurogruppo previsto per oggi. Il Fondo Monetario “sta avanzando richieste che esulano dal piano di salvataggio – accusa Atene – e mettono a repentaglio gli sforzi compiuti dal governo e dalle istituzioni europee”.

A Milano l’indice Ftse Mib è salito dello 0,43%, in linea con gli altri listini del Vecchio Continente.

BTP OGGI ALL’ASTA. DRAGHI ACCETTA LA SFIDA AL BUNDESTAG

Le tensioni non mancano, ma i titoli di Stato non perdono colpi. Ieri l’asta dei Bot a sei mesi ha registrato nuovi rendimenti minimi record: -0,172%, con una domanda superiore ai dieci miliardi. Oggi toccherà ai titoli a medio lungo termine per un importo fino a 7,75 miliardi. È in arrivo la riapertura del Btp a 5 anni insieme al decennale giugno 2026. Ma l’impegno più oneroso riguarda il nuovo CctEu luglio 2023, che sul grey market ha segnato ieri prezzi in area 0,97%.

Mario Draghi ha accettato l’invito del Bundestag per difendere la politica monetaria ultra-espansiva davanti ai parlamentari tedeschi. Ma in un’intervista alla Bild il banchiere avverte che “qualsiasi percezione che l’indipendenza Bce sia sotto attacco può turbare le imprese e i consumatori che potrebbero posporre gli investimenti e le decisioni di spesa che sono un bene per crescita e lavoro”.

STM SUPER, SOTTO TIRO TELECOM. MEDIASET IN ALTALENA

Tra le trimestrali di Piazza Affari merita sottolineare la performance di StM (+9,6%) tanto più notevole perché realizzata in contemporanea con la caduta di Apple e di buona parte del settore tech. I conti del primo trimestre (giro d’affari di 1,61 miliardi di dollari) sono appena sotto le aspettative del consensus, ma il mercato ha apprezzato l’indicazione del management sui segnali di miglioramento del business, soprattutto nel segmento automotive. Per il secondo trimestre, il produttore di chip si aspetta un incremento dei ricavi del 5,5% mentre il margine lordo dovrebbe posizionarsi intorno al 34%. 

Al contrario, Piazza Affari non ha affatto gradito il rinvio della trimestrale di Telecom Italia: -2,6% dopo l’annuncio che la società ha deciso di effettuare un approfondimento dei conti in seguito all’ingresso del nuovo amministratore delegato, Flavio Cattaneo. Il cda per l’approvazione dei risultati si terrà il 13 maggio. Intanto ieri l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine, è stato nominato vicepresidente senza deleghe. 

Contrastata la risposta del mercato agli annunci in arrivo dall’assemblea Mediaset, -1% dopo una seduta a più volti: il titolo è arrivato a guadagnare il 3% con un massimo di 4,1260 euro (il prezzo più elevato da metà dicembre) per poi annullare tutti i progressi e chiudere in calo a 3,9740 euro. Ad aprile, ha annunciato l’ad Pier Silvio Berlusconi, la raccolta pubblicitaria ha segnato un incremento del 10% sullo stesso mese del 2015, portando a +4,5% la crescita da inizio anno (primi quattro mesi). La cessione di Premium genererà una “bella plusvalenza” sul bilancio 2016, ha detto Berlusconi: “La differenza tra costi e ricavi di Premium in questi anni e’ di 244 milioni – si è limitato a dire l’ad – oggi portiamo a casa 750 milioni con la vendita a Vivendi, per cui fate voi i conti”.

BANCHE CONTRASTATE, MICCICHÈ LASCIA DA DIREZIONE DI INTESA

Sempre contrastato il comparto del credito. Poco mossa Intesa, +0,08% nel giorno dell’assemblea che ha segnato la fine del sistema di governance duale. Ha lasciato gli incarichi operativi Giovanni Bazoli, da oggi presidente emerito. L’ad Carlo Messina ha confermato “l’impegno di pagare 3 miliardi di dividendi nel 2016”. Gaetano Miccichè, che mantiene l’incarico in Banca Imi, lascia la direzione generale dell’istituto: riceverà 2,8 milioni di euro di cui 1,35 milioni “come corrispettivo della stipula di un patto di non concorrenza”.

Pollice verso di Berenbeg sull’istituto: Secondo il broker, gli utili della Banca “sono destinati a deludere le attese a causa di tassi ai minimi, una concorrenza in crescita nel settore bancario italiano e per i mercati azionari deboli”.

In ribasso Unicredit (-2,1%), Ubi Banca invariata, Banco Popolare -1,3%. Monte Paschi chiude in rialzo dello 0,7%. Il fondo di ristoro degli obbligazionisti delle quattro banche fallite alla fine del 2015 sarà quasi triplicato rispetto alla dotazione attuale di 100 milioni: gli istituti di credito si dovranno accollare l’ampliamento della dotazione di risorse.

GENERALI OGGI IN ASSEMBLEA. CALTAGIRONE: IO COMPRO

Generali -0,6% alla vigilia dell’assemblea. Francesco Gaetano Caltagirone non ha escluso un ulteriore aumento della sua quota in Generali, ora del 3% circa. “L’incremento della quota dipende da due cose: dai prezzi e dalle disponibilità”, ha detto ieri l’imprenditore interpellato a Trieste alla vigilia dell’assemblea della compagnia di cui è vicepresidente oltre che terzo maggiore azionista. “Io credo nella compagnia, tanto è vero che ho fatto un investimento importante per salire. Abbiamo superato di poco il 3%. Non è escluso un ulteriore arrotondamento”, ha aggiunto.

RIMBALZA FIAT CHRYSLER. BOOM DI PININFARINA

Da segnalare, infine, il rimbalzo di Fiat Chrysler (+1,7%) dopo l’accoglienza negativa di ieri alla trimestrale. Ieri gli analisti di Exane Bnp Paribas hanno alzato il target price del 2% a 6,30 euro. Il giudizio resta Neutral. Tra le small cap si segnala il balzo di quasi il 20% di Pininfarina. Finmeccanica +2,6%, Cnh Industrial +1,6%, Enel +1,3%, Snam +1,1%.

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