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La Fed inasprisce il rialzo dei tassi (0,75%) e la Bce frena lo spread: le banche e le Borse corrono

Fed sempre più aggressiva contro l’inflazione: un rialzo dei tassi dello 0,75% non si vedeva dal 1994, ma le Borse l’hanno già metabolizzato – La Bce medita lo scudo anti-spread

La Fed inasprisce il rialzo dei tassi (0,75%) e la Bce frena lo spread: le banche e le Borse corrono

Dopo la valanga di critiche che ha investito le banche centrali, colpevoli per il mancato controllo dell’inflazione, i mercati hanno ieri corretto il tiro in seguito alle decisioni prese a Francoforte e dalla Federal Reserve. La Bce, in particolare, ha saputo spegnere l’incendio dello spread, volato in mattinata oltre i 250 punti, prima di ripiegare attorno a 210, assicurando così lo spazio per un robusto rimbalzo della Borsa italiana. In serata, la Fed ha scelto, quasi all’unanimità (10 voti a favore su 11), di applicare un aumento monstre dei tassi, lo 0,75 %, adottato l’ultima volta nel 1994. Anche in questo caso, Wall Street ha applaudito al coraggio della Banca centrale. I problemi, insomma, restano, ma le banche centrali sembrano aver superato l’immobilismo, la malattia peggiore.

La forbice Btp/Bund scende a 214 punti. Milano al top

La piazza italiana, il verso terreno di scontro in Europa, tra falchi e colombe, ha reagito alla grande alle misure, pur incomplete, adottate in tutta fretta ieri mattina per evitare il peggio.

Il Btp decennale chiude al 3,75%, 38 punti base in meno della vigilia. Lo spread scivola a 214 punti base da 240 di ieri.

Piazza Affari è la migliore in Europa e chiude con un guadagno del 2,87%, risalendo a 22.473 punti base grazie allo strappo delle banche.

L’euro, dopo un avvio di corsa, torna sui livelli di ieri contro il dollaro e tratta intorno all’1,04%.

L’aumento “eccezionalmente forte” negli Usa non resterà isolato

Non meno eloquente la reazione di Wall Street all’aumento deciso dalla Fed, una mossa che lo stesso presidente della Banca centrale, Jerome Powell, ha definito “insolitamente robusta”, peraltro anticipando che a luglio si procederà con un altro aumento dello 0,50% (o dello 0,75%). La Fed, così come la responsabile del Tesoro Janet Yellen, ammette di non aver previsto l’ondata inflattiva (+8,6% a maggio) e corre ai ripari con una mossa anni Ottanta. Wall Street apprezza.

Anche negli Usa l’azione della banca centrale ha bloccato l’ascesa dei rendimenti dei bond: il decennale scende da 3,482% a 3,31%, una boccata d’ossigeno per i mutui sulla casa e per i prestiti degli studenti.

L’indice S&P (+1,5%) ha interrotto una striscia negativa di cinque sedute. Dow Jones +1%. Meglio di tutti il Nasdaq (+2,5%), grazie alla riscossa dei titoli tecnologici: Microsoft, Nvidia, Netflix e Amazon salgono del 3% abbondante.

Bene anche le banche (+1,6%): JP Morgan ha già alzato il prime rate al 4,75%. Gli operatori prevedono che i tassi ufficiali, oggi all’1,50/1,75%, saliranno entro l’anno al 3-4%.

Oggi anche la Bank of England aumenterà il costo del denaro

Oggi anche la Bank of England aumenterà i tassi per la quinta volta in un anno. Non dovrebbe seguire la corrente la Banca centrale svizzera. Ma i riflettori sono concentrati sulla riunione di domani, ben più incerta, della Bank of Japan.

Bloomberg: “Ora la Bce deve riempire il panino vuoto”

Crisi superata? Troppo presto per dirlo, anche se alcune sortite dei falchi lasciano ben sperare. Ieri Klaas Knot, presidente della Banca centrale olandese, ha ribadito con fermezza a Milano che “se l’utilizzo dei fondi del piano pandemico non bastasse, useremmo tutta la flessibilità necessaria”.

In ogni caso, lo scarno comunicato (150 parole) emesso ieri dopo la riunione d’emergenza imposta dall’impennata dello spread assicura soltanto che “la Bce applicherà flessibilità nel reinvestimento di fondi recuperati con la scadenza dei titoli acquistati con il programma pandemico”, ma rinvia “ai gruppi di lavoro tecnici” il compito “di accelerare il completamento del disegno di un nuovo strumento anti-frammentazione”.

Insomma, per dirla con Bloomberg, si è preso atto che i mercati hanno rifiutato senza se e senza ma “il panino vuoto” proposto dalla Lagarde. Ma non c’è ancora accordo sugli ingredienti dell’hamburger.

Prevista apertura in rialzo in Europa. Giù il petrolio

I mercati hanno invece apprezzato la mossa della Fed che, come ha detto ai microfoni di Cnbc Kevin O’Leary, presidente di O’Shares ETFs, “ha preso il Toro per le corna”. Stamattina il future dell’indice EuroStoxx 50 sale dello 0,7%. Le borse dell’Europa Asia Pacifico sono quasi tutte positive. Nikkei di Tokyo +1,2%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,3%, Kospi di Seul +1,2%.

Rimbalza anche il Bitcoin oltre quota 22 mila, interrompendo una striscia da incubo.

In calo invece il petrolio. Il WTI ha chiuso in ribasso del 3% e stamattina il greggio del Texas rimbalza a 116 dollari il barile, +0,7%. La sensazione è che la stretta Usa comporterà un calo dei consumi.

Capital Day a Maranello, Labriola (Tim) promette “buone sorprese”

Stamane il ceo Benedetto Vigna illustrerà a Maranello, che festeggia i 75 anni dello stabilimento più famoso dell’auto, l’atteso piano industriale della Ferrari (+3,26% ieri). La Rossa ha ottenuto la settimana scorsa la deroga di un anno per adeguarsi alle norme che vietano i motori a combustione.

Pietro Labriola, ad di Telecom Italia, si augura che il gruppo sorprenda il mercato con “risultati positivi” per il primo semestre. È quanto detto dal manager durante la presentazione a Milano della nuova campagna di comunicazione del gruppo. “Il 3 agosto abbiamo i risultati del primo semestre, speriamo di sorprendere con risultati positivi, il business è business va in parallelo al tema societario”, ha detto Labriola.

Continua l’altalena di Saipem, ieri -5%. Morgan Stanley ha alzato il target price a 98,57 euro.

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