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La Cina spegne la crisi di Evergrande ma soffre la mancanza di elettricità

La Banca centrale cinese promette di farsi carico dei diritti degli acquirenti coinvolti nel crack del gigante immobiliare, ma la mancanza di elettricità ferma le fabbriche e può costare il 2% del Pil – A Piazza Affari brillano Unicredit e Generali

La Cina spegne la crisi di Evergrande ma soffre la mancanza di elettricità

Pur con qualche malanno di stagione, il Toro, per ora, tiene testa agli ostacoli. Ma l’aumento delle materie prime e la parallela corsa dei rendimenti, specie dei T-bond, consigliano ai mercati una certa prudenza. È quel che suggerisce l’allarme di John Williams, presidente della Fed di New York, che ieri sera ha messo in guardia contro le “catastrofiche conseguenze” di un mancato accordo a Washington sul tetto del debito pubblico. Salvo un’intesa entro metà ottobre, il Tesoro Usa non riuscirà a far fronte alle richieste dell’amministrazione, un rischio che sta già facendo volare i rendimenti del decennale oltre 1,5% e del 30 anni oltre il 2%. Per carità, alla fine un accordo lo si troverà, anche se le divisioni tra e dentro i partiti sono assai profonde.

SI FERMANO LE FABBRICHE CINESI. A RISCHIO IL 2% DEL PIL

Meno facile venire a capo dei problemi dell’energia, sia a Ovest, dove continuano a crescere i prezzi del gas naturale, sia in Cina, costretta a fermare le fabbriche del Nord, quelle dove si montano gli i Phone, per il rischio blackout. Come a Jilin, città di 13 milioni di abitanti, dove ieri si è cenato a lume di candela. Pesa il boom della domanda, ma anche la decisione di sospendere, causa inquinamento, l’uso del carbone. Secondo Goldman Sachs, il 44% dell’industria cinese è colpito dalla mancanza di elettricità, un nodo che comporterà un taglio del Pil del 2% nell’ultimo trimestre. I problemi dunque non mancano. Ma verranno superati, ammonisce BlackRock, che continua a scommettere sul Drago: ieri ha alzato ad overweight il peso della Cina nei suoi portafogli.

LA BANCA CENTRALE SPEGNE LA CRISI DI EVERGRANDE

L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo dello 0,4%. L’indice Hang Seng guadagna l’1,5%, con tutti i titoli del mattone in rally. La Banca del Popolo della Cina ha diffuso una nota nella quale dice di volersi impegnare nel riequilibrio del mercato della proprietà e nella difesa dei diritti degli acquirenti delle abitazioni. Il titolo Evergrande sale dell’8%.

Altrove in Asia Pacifico, il Nikkei di Tokyo perde lo 0,3%, il Kospi di Seul l’1% e l’S&P ASX 200 di Sidney l’1,5%.

MATERIE PRIME AI MASSIMI DAL 2016, BRENT OLTRE QUOTA 80

Prosegue la corsa delle materie prime. L’indice Bloomberg Commodity, in rialzo stamattina per il quinto giorno consecutivo, è a 101,7, massimo dal 2016. Livelli mai visti negli ultimi anni anche per il petrolio. Il Brent supera gli 80 dollari il barile per la prima volta in tre anni, mentre il greggio WTI è in rialzo dello 0,8%, a 76 dollari il barile.

DIMISSIONI ALLA FED PER ACQUISTI SOSPETTI

I future di Wall Street sono contrastati, in calo quello del Nasdaq, in rialzo quello del Dow Jones. Nel corso della notte i repubblicani hanno bloccato un disegno di legge destinato a finanziare l’attività della Casa Bianca.

Per la prima volta nella storia centenaria della Fd due presidenti, Eric Rosengren di Boston e Robert Kaplan di Dallas, hanno dovuto dare le dimissioni per aver acquistato azioni durante il loro mandato.

Il Treasury Note a dieci anni si è portato a 1,50% di rendimento. Il biennale è sui massimi degli ultimi diciotto mesi, allo 0,31%, anche per effetto di un’asta deludente di titoli su questa scadenza.

LAGARDE: L’INFLAZIONE UE SALIRÀ, I TASSI NO

“Se le carenze temporanee di materiali e attrezzature limitassero la produzione in modo più persistente di quanto attualmente previsto, potrebbero diffondersi in maniera più incisiva lungo la catena dei prezzi”, concede Christine Lagarde. Ma anche se ciò accadesse (e non è detto), la Bce non anticiperà i tempi dell’aumento dei tassi al 2023. “Assolutamente no” ha risposto la presidente della Banca Centrale Europea nell’audizione al Parlamento europeo, difendendo anche il programma di acquisti di titoli Pepp, nel mirino dei falchi. “Non ci sono dubbi sul fatto che il Pepp ha funzionato – ha detto – è inequivocabile che il piano di acquisti anticrisi Covid della Bce sia stato efficace: secondo i tecnici dell’istituzione ha aumentato di 1,8 punti la crescita economica e di 1,2 punti l’inflazione nel periodo 2020-2021″.

BTP E BUND AI MASSIMI DA LUGLIO

La conferma che l’inflazione potrebbe rivelarsi superiore alle stime è arrivata in contemporanea alle indicazioni al rialzo sui rendimenti dei T-bond Usa: il trentennale è balzato in avvio oltre il 2%, mentre il cross euro/dollaro scendeva sotto 1,17.

 Sotto pressione i rendimenti del mercato obbligazionario. I rendimenti dei Btp, in sintonia con i Bund, sono risaliti ai massimi da tre mesi, attorno allo 0,79%. I titoli tedeschi trattano a -0,23%. Poco mosso lo spread, stabile attorno ai 102 punti.

MILANO +0,63%, FRANCOFORTE POSITIVA

Piazza Affari chiude la seduta con un rialzo dello 0,63%, a quota 26.132. Francoforte, osservata speciale dopo il voto, allunga in avvio ma alla fine limita i guadagni allo 0,28%. Nel resto d’Europa la più brillante è Madrid (+1,45%), mentre sono moderatamente in rialzo Parigi (+0,19%) e Londra (+0,16%).

ZOOPLUS +4,25%. GUERRA DI RILANCI SUL CIBO PER ANIMALI

Si accende ancora di più la battaglia per il controllo di Zooplus (+4,25%) dopo che la svedese Eqt (partecipata da Nestlé) ha rilanciato sull’offerta del fondo Usa Hellman per il rivenditore online di alimenti per animali.

In grande spolvero i petroliferi: a Parigi TotalEnergies avanza del 3% abbondante, a Londra Shell +4,82%.

BANCHE E PETROLIO SPINGONO PIAZZA AFFARI

Anche a Milano la fiducia nella ripartenza dell’economia post-covid aumenta la propensione al rischio e favorisce il rialzo dei settori più sensibili al ciclo a scapito dei difensivi: si mettono in evidenza energetici, banche e assicurazioni, mentre perdono terreno farmaceutici e tech.

UNICREDIT +5,1%. A OTTOBRE L’ACCORDO SU MPS

Corre il settore del credito. Guida la corsa Unicredit (+5,10%), miglior blue chip e ai nuovi massimi dell’anno. Il ministero dell’Economia ritiene che un accordo con Unicredit sulla privatizzazione di Banca Mps (+1,10%) sia a portata di mano e possa essere annunciato nel mese di ottobre, secondo quanto riferiscono a Reuters quattro fonti vicine al dossier.

IntesaSanpaolo +2%. Avanza anche Bper (+3,84%), seguita da Bam (+2,88%). In controtendenza Carige (-0,71%).

GENERALI, CONSIGLIO SPACCATO. DEL VECCHIO COMPRA

In denaro Generali (+1,6%), ai massimi dal 2010 in scia agli acquisti della Delfin di Leonardo Del Vecchio. Il patto con Caltagirone e Fondazione Crt è salito al 12,56%. Ieri, dopo un lungo e animato consiglio del Leone, che si è protratto per cinque ore, è stato approvato a larga maggioranza (9 favorevoli e 4 contrari) l’avvio della procedura della presentazione di una lista del cda per il rinnovo del board che scadrà in primavera, affidando l’incarico al presidente Gabriele Galateri di Genola.

LEONARDO SUPERSTAR, SEGUE TENARIS

In grande spolvero Leonardo (+4,2%), che, in combinazione con Cnh Industrial, ha presentato al ministero della Difesa una proposta per il programma Armored Infantry Combat System.

Scintille sui petroliferi: Tenaris +3,37%, Eni +2,32%, Saipem +1,68%. Prese di profitto su Diasorin (-3,7%) e Amplifon (-3%).

MONCLER-2%. RUFFINI: TORNANO RUSSI E AMERICANI

Moncler -2%. L’ad Remo Ruffini ha affermato di non aver intenzione di cedere azioni, ribadendo di non essere alla ricerca di nuovi obiettivi d’acquisto dopo la recente operazione su Stone Island. Ruffini ha poi spiegato che si osservano buoni segnali di ripresa in Europa, dove in estate i turisti americani e russi sono ritornati in numero superiori alle previsioni. Buono anche l’andamento dei mercati di Usa e Cina.

INVESTINDUSTRIAL TRATTA LA DORIA (-12%)

Crolla La Doria (-12%). I soci riuniti in un patto di sindacato a cui fa capo una partecipazione pari al 63% del gruppo sono in trattative con il private equity Investindustrial per cedere le loro quote a 16,5 euro per azione. È quanto si legge in una nota della società che produce legumi conservati, pelati e polpa di pomodoro, succhi e bevande di frutta, controllata dalla famiglia Ferraioli. A Investindustrial è stata data un’esclusiva fino al 20 ottobre per completare due diligence e trattative.

ALL’AIM VOLANO WEBSOLUTE (+31%) E VETRYA (+19%)

Sull’Aim vola Websolute (+31%), nuovo record storico. Integrae ha rinforzato il giudizio Buy sulla digital company alzando il target price a 5 euro, dai 2,5 precedenti. In un mese il rialzo ha superato il 50%.

Prede il volo anche Vetrya (+19,75%) dopo l’accordo con Open Fiber per portare connettività ultraveloce a privati e aziende.

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