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La Cina si prepara ad accogliere gli operai-robot

La Cina pensa a dei nuovi lavoratori. Non sono esseri umani, ma robot pensati per ridurre ulteriormente il costo del salario minimo. Per raggiungere la completa automazione delle fabbriche ci vorranno anni e intanto in molti si chiedono se l’innovazione abbatterà i costi di produzione.

La Cina si prepara ad accogliere gli operai-robot

La Cina pensa ad una nuova rivoluzione: un nuovo lavoratore, ma non si tratta di esseri umani. Con l’impennata dei salari e dell’invecchiamento della popolazione i dirigenti delle fabbriche di elettronica sostengono che si avvicinerà il giorno in cui i ‘lavoratori robotici’ sostituiranno fisicamente le persone sui pavimenti delle industrie cinesi.

Una nuova ondata di robot industriali è in fase di sviluppo, dalle sofisticate macchine con sembianze umane, dotate di vista, tatto e capacità di apprendimento, ai i robot a basso costo pensati per ridurre ulteriormente il salario minimo della Cina.

Nel corso dei prossimi cinque anni queste tecnologie trasformeranno il settore industriale cinese, dicono i dirigenti, e riusciranno anche a sopperire una carenza di manodopera giovanile dato che i ragazzi cinesi diventano sempre meno disposti a svolgere lavori manuali. Tale trasformazione potrebbe anche incidere sulla futura fornitura elettronica destinata a rimanere nel Paese asiatico.

Ma alcuni dirigenti del settore avvertono che per lo spostamento verso l’automazione probabilmente ci vorranno anni e ci saranno un sacco di sfide da affrontare, tra cui il prezzo elevato di robot avanzati, il rischio di imitazioni tecniche continue e anche la mancanza di flessibilità che si avrà portando i robot nelle fabbriche.

“E’ chiaro che l’automazione è il trend futuro in Cina, ma la grande domanda è come abbattere i costi per tali apparecchi”, ha detto in un’intervista il presidente della società Delta, Yancey Hai. “Siamo convinti che possiamo farlo perché noi stessi produciamo due terzi dei componenti che dovremo utilizzare”.

Questi robot sono più costosi dei lavoratori ma il divario di costo si riduce considerando che i salari cinesi sono in aumento di una percentuale a due cifre ogni anno.

Delta sta testando, inoltre, un robot snodato che può spostare gli oggetti e unire componenti. Entro il 2016, Delta spera di vendere una versione per un minimo di 10.000 dollari, il che sarebbe meno della metà del costo degli attuali robot tradizionali. E il prezzo sarebbe anche più conveniente dello stipendio di un operaio, considerando che una macchina può lavorare anche tutto il giorno. La società ritiene di poter ottenere un prezzo competitivo nei suoi stabilimenti in Taiwan.

A dire il vero i robot a lungo sono stati tecnicamente in grado di svolgere compiti necessari per il montaggio finale, come posizionare i componenti su circuiti, avvitare insieme gli involucri e pulire esternamente i dispositivi. Ma mani umane sono ancora notevolmente più economiche per tali posti di lavoro. Le persone inoltre non richiedono la riprogrammazione o la commutazione.

Anche Foxconn, forte sostenitore del settore dell’automazione, continua a fare affidamento su città-fabbriche in cui più di 1,1 milioni di lavoratori fanno il grosso del montaggio di iPhone e altri dispositivi a mano. Foxconn aveva originariamente previsto di installare 1 milione di robot nelle sue fabbriche entro il 2014, ma i dirigenti avevano poi detto che ci sarebbe voluto molto più tempo per raggiungere tale obiettivo.

Pegatron ha investito circa 100 milioni di dollari lo scorso anno per automatizzare la produzione di involucri di dispositivi elettronici, che coinvolgono sostanze chimiche aggressive.

Quanta, il più grande produttore di PC al mondo, si aspetta di fare un massiccio spostamento di automazione nei “prossimi due anni o giù di lì”, dato che i costi del lavoro aumentano. Lo ha detto il Capo dell’Ufficio finanziario, Elton Yang.

La sfida robot-uomo è ancora aperta, tecnicamente la macchina può spuntarla, ma quanto giova la corsa all’intelletto umano?

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