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La Borsa dribbla il rischio di crisi di Governo

Ancora una volta la variabile politica (in Italia come negli Usa) pesa meno di una volta sui mercati finanziari – Piazza Affari, nel giorno cruciale della crisi, chiude addirittura in rialzo grazie ad Azimut e alle utilities

La Borsa dribbla il rischio di crisi di Governo

Borsa in frazionale progresso e spread in calo: il giallo sull’esito della crisi politica italiana è ancora irrisolto, ma l’esito non spaventa Piazza Affari che chiude la seduta in rialzo dello 0,43%, a 22.743 punti, mentre sul secondario il differenziale di rendimento fra decennale italiano e tedesco scende a 112 punti base (-1,67%) e il tasso del Btp riavvolge il nastro dopo la risalita di ieri, fermandosi a +0,56%. 

A breve Italia Viva alzerà il velo sulle sue intenzioni, dopo che il premier, Giuseppe Conte è salito al Quirinale per un incontro interlocutorio. Il mercato però sembra scommettere su una soluzione che eviti la crisi o almeno le elezioni.

A migliorare il clima, in una seduta ancora volatile a livello europeo, ha contribuito Christine Lagarde. La presidente della Bce è pronta a “ricalibrare” la potenza di fuoco del programma per l’emergenza pandemica, il Pepp, oggi pari a 1.850 miliardi di euro. In occasione del Forum Reuters Next Lagarde ha detto che restano valide le stime sul pil pubblicate dalla banca centrale a dicembre (+3,9% nel 2021 e +4,2% nel 2022) ma che le previsioni dipenderanno sia dalla velocità nel predisporre lo stimolo di bilancio del pacchetto Next Generation Eu, sia dalla velocità nelle vaccinazioni, sia dagli sviluppi della pandemia. Le attuali stime si fondano infatti sull’ipotesi che le misure di lockdown nazionale siano ritirate entro il mese di marzo. 

Il finale di seduta è simile anche per le altre piazze della zona euro, anche se Milano è la migliore: Francoforte +0,16%; Parigi +0,214%; Madrid +0,17%. Nel resto d’Europa sono in calo Londra -0,12 e Zurigo -0,28%. 

Oltreoceano è intanto partita piano Wall Street, che si muove cauta in attesa dell’avvio della stagione delle trimestrali e nel giorno del voto alla camera sulla messa in stato di accusa del presidente Donald Trump “per incitamento all’insurrezione”. Secondo fonti stampa l’impeachment sta incontrando l’approvazione di un numero crescente di esponenti del partito repubblicano. In ambito economico invece era atteso il dato sull’inflazione. A dicembre, i prezzi al consumo negli Usa sono aumentati dello 0,4%, come da attese; anche il dato “core” ha rispettato le stime degli analisti, con un aumento dello 0,1%. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +1,4%, più dell’1,2% di novembre, con quello “core” rimasto all’1,6%.

Il dollaro mantiene un’intonazione positiva. Il cambio tra moneta unica biglietto verde è in area 1,215.

Per quanto riguarda le monete virtuali il Bitcoin è in leggero calo 34.678 dollari, mentre Christine Lagarde invita alla cautela su quest’asset “altamente speculativo” e afferma che sia necessaria una regolamentazione globale più stringente. 

Fra le materie prime è poco mosso il petrolio. Il Brent cede lo 0,57% e tratta a 56,26 dollari al barile. Sono in rialzo invece i future dell’oro. Il contratto febbraio 2021 vale 1857,60 dollari l’oncia, (+0,73%).

In Piazza Affari si conferma in denaro Azimut, +3,87%, dopo i numeri annunciati ieri e con Kepler Cheuvreux che ha alzato il prezzo obiettivo a 20 euro da 17 euro precedente. Nel settore le prese di profitto penalizzano invece Banca Mediolanum -1,23%.

Compie un balzo Hera, +2,93%, con il nuovo piano strategico che prevede investimenti per 3,2 miliardi di euro e stima di raggiungere un margine operativo lordo di 1,3 miliardi di euro al 2024. Per quanto riguarda la politica dei dividendi è confermata la cedola di 10,5 centesimi sull’esercizio 2020 con la prospettiva di un incremento fino a 12,5 centesimi nell’ultimo anno di piano. Bene il comparto delle utility con i progressi di Italgas +2,79%; A2a +2,3%; Enel +1,39%. Acquisti su Diasorin +2,7%.

Positiva Inwit, +0,64%, sulla scia della cessione delle torri di Telefonica ad American Tower.

La blue chip peggiore del giorno è Leonardo, -1,91%, parte lesa in un’inchiesta della procura di Milano su presunte tangenti internazionali. Dieci dipendenti della società sono infatti accusati di corruzione perché avrebbero preso tangenti da una piccola società fornitrice. Da inizio anno il titolo è in rosso dello 0,7%, ma viene da un 2020 in cui ha perso oltre il 47% per i timori legati alla Brexit.

Chiudono in rosso le banche: Bper -1,23%; Banco Bpm -1,09%: Unicredit -0,88%. Oggi il cda dovrebbe aver discusso dei progressi per l’individuazione di un nuovo ad. Per il Financial Times in pole position ci sono Andrea Orcel, ex direttore della banca UBS da novembre 2014 a settembre 2018 e l’ex amministratore delegato di Credit Suisse Tidjane Thiam .

Giù Mps (-0,71%), col piano che prevederebbe un rosso di oltre 500 milioni per il 2021, per tornare in utile l’anno successivo.

Fra i petroliferi Tenaris cede l‘1,4%.

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