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La Borsa di Milano paga la sfiducia dell’Europa

La nuova mazzata della Commissione europea sulla manovra di bilancio italiana affossa Piazza Affari (-0,57%) – Unicredit e Mediaset i peggiori del Ftse Mib – In controtendenza Banco Bpm, maglia rosa della giornata, Fineco, Azimut e Poste Italiane – Anche Wall Street apre male.

La Borsa di Milano paga la sfiducia dell’Europa

Sembra già finito il rialzo post-elettorale di Wall Street: la Borsa americana, storicamente, festeggia le spaccature in seno al Congresso (solo due volte, nella storia, un presidente è uscito indenne dai primi due anni di mandato), ma oggi torna la cautela in attesa delle decisioni della Fed, che dovrebbe confermare i tassi invariati al 2-2,25% ma annunciare una nuova stretta a dicembre. Dopo i primi minuti di scambi, il Dow cede 60 punti, lo 0,2%, a quota 26.120. L’S&P 500 perde 8,7 punti, lo 0,3%, a quota 2.804. Il Nasdaq segna una flessione di 44,5 punti, lo 0,6%, a quota 7.526.

A Piazza Affari, che chiude negativa -0,57% dopo la nuova bocciatura dell’Ue, sono giorni intensi di trimestrali. Sale Poste +2% dopo i conti che hanno mostrato un utile in crescita del 50% nei nove mesi. Piatta Generali, che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un risultato operativo di 3,6 miliardi (+3,9% su anno) grazie “al contributo di tutti i segmenti di business”, si legge in una nota. I premi sono aumentati del 6,1%, a quasi 50 miliardi, grazie anche a un’accelerata del settore Danni. Meno rosea la situazione delle banche, che anzi trainano al ribasso tutto il listino. Soprattutto Unicredit, peggiore del Ftse Mib col -3,8%, dopo che il terzo trimestre si è chiuso con un utile di soli 29 milioni. Appena meglio Mediaset -3,6%.

Male anche Intesa Sanpaolo -1,27%, così come Banca IFIS -4,3%, dopo che nei conti ha registrato a seguito di operazioni straordinarie un utile al -40%, a fronte tuttavia di un margine di intermediazione salito del 7,5%, a 403,6 milioni. In assoluta controtendenza e anzi in vetta al Ftse Mib Banco Bpm +3%, grazie all’utile da record presentato mercoledì a mercati chiusi: il dato è praticamente decuplicato, a 524,5 milioni dai 52,7 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Nel solo terzo trimestre dell’anno, la banca ha realizzato un utile netto di 171,9 milioni di euro, battendo tutte le attese.

Rispetto al Ftse Mib e agli altri energetici è in controtendenza anche Saipem +0,93% che non risente nemmeno dell’ulteriore discesa del petrolio: il rally del greggio delle ultime settimane sembra essersi spento, in scia al settimo incremento consecutivo delle scorte Usa, solo parzialmente controbilanciato dalla riapertura delle discussioni in seno all’Opec su eventuali tagli alla produzione nel 2019. Wti sui 61 dollari al barile, Brent poco sopra i 71.

Bene Telecom Italia +1,35% sulle voci di un “dialogo avanzato” con Open Fiber per un accordo commerciale sulla fibra. Si tratterebbe appunto di un’intesa commerciale, per ora distinta dall’eventualità di un matrimonio tra la rete Telecom, al momento ancora non scorporata dal gruppo, e Open Fiber. Ne discute proprio oggi il Cda.

Intanto sul rischio Italia oggi è intervenuto anche il Fondo Monetario Internazionale: “In Italia i rendimenti dei bond sovrani sono saliti ai massimi da 4 anni a causa delle difficoltà nel formare il governo e dell’incertezza sulle politiche. Per ora gli effetti di contagio ad altri mercati sono stati piuttosto contenuti ma vi è una sensibile incertezza e il contagio da stress futuri potrebbe essere notevole, specie per le economie con fondamentali più deboli e cuscinetti fiscali limitati”.

Non manca una stoccata sulla manovra: “Nel medio periodo – si legge nel rapporto Fmi – potrebbero derivare rischi dalla possibilità di cambiamenti nelle agende politiche e dall’implementazione di misure macroeconomiche politicamente popolari ma insostenibili, da ritardi nel varare riforme strutturali, da sfide demografiche, da un aumento delle ineguaglianze e da un declino della fiducia nelle politiche dominanti”. Trova ovviamente anche spazio lo scenario di un no-deal sul Brexit, che avrebbe conseguenze negative per la crescita qualora portasse all’erezione di barriere commerciali fra Ue e Gran Bretagna.

Lo spread Btp Bund risale e riavvicina quota 300, intorno ai 294 punti base, col rendimento del Btp decennale a 3,41%. L’euro rallenta leggermente il suo trend rialzista nei confronti del dollaro Usa: oggi chiude col valore di 1.1425. Contrastati e poco mossi gli altri listini europei: Francoforte perde quasi mezzo punto percentuale, Londra in territorio positivo +0,22%, Parigi -0,13%, Madrid +0,1%

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