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Poste Italiane: l’utile sale del 50%, il titolo corre

I profitti trimestrali hanno raggiunto quota 321 milioni, un risultato molto superiore alle attese del mercato – Il dividendo di gruppo per il 2018 è pari a 0,44 euro per azione, in aumento del 5% su base annua

Poste Italiane archivia il terzo trimestre con profitti per 321 milioni, in crescita del 50% su base annua e oltre le attese del consensus, che non andava oltre i 273 milioni. Nei nove mesi gli utili hanno superato il miliardo di euro, a 1,056 miliardi (+45,9%). La pioggia di profitti è stata particolarmente apprezzata dagli investitori, che hanno subito premiato il gruppo sui mercati. Dopo la comunicazione della trimestrale, a pochi minuti dall’apertura di Borsa il titolo di Poste italiane guadagna il 3,6%, a 6,924 euro, mettendo a segno uno dei migliori rialzi del Ftse Mib.

Tornando ai numeri diffusi oggi, i ricavi trimestrali si sono attestati a 2,5 miliardi (+5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Nei nove mesi sono risultati pari a 7,9 miliardi (+0,7%).

Il dividendo di gruppo per il 2018 è pari a 0,44 euro per azione, in aumento del 5% su base annua, come previsto dal piano quinquennale Deliver 2022, grazie a un utile per azione di 0,81 euro nei nove mesi del 2018.

Da qui alla fine dell’anno, inoltre, Poste Italiane rafforzerà la struttura del capitale “con particolare attenzione all’evoluzione dello spread tra BTp e Bund e agli impatti” sul Poste Vita. Il gruppo, precisa la nota, “monitora costantemente l’andamento dello spread e sono allo studio soluzioni per mitigare l’eventuale ulteriore innalzamento del valore dello stesso”. Per il momento, tuttavia, lo spread non ha avuto un impatto negativo sul business.

D’altra parte, Poste Italiane è già intervenuta per alzare il Solvency II ratio di Poste Vita, che a settembre, come conseguenza dell’aumento dello spread, era sceso a 172%. Le misure di gestione del capitale messe in campo alzeranno il Solvency II su base proforma fino al 210% fully loaded. Un supporto ulteriore è atteso dai criteri transitori europei previa approvazione da parte della autorità di vigilanza italiane. Sulla base delle attuali stime il coefficiente beneficerà di un incremento pari a circa 20 punti percentuali e dunque il proforma Solvency II transitional ratio si attesterà intorno al 230%.

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