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La birra Made in Italy conquista i mercati: export +12%, in crescita consumi e fatturato

Per Coldiretti il vino italiano risentirà per tutto il 2023 di costi lievitati, crollo della redditività e recessione. È la birra artigianale la regina della festa

La birra Made in Italy conquista i mercati: export +12%, in crescita consumi e fatturato

L’indagine congiunturale dell’Osservatorio di Unione italiana vini e Vinitaly, presentata al wine2wine di Veronafiere, non lascia molti spiragli. Per il vino italiano, i costi lievitati, le vendite in flessione, il crollo della redditività e la recessione si faranno sentire per tutto il 2023. Secondo lo studio, il surplus di costi registrato quest’anno dalle imprese italiane (1,5 miliardi) complicherà i bilanci 2022 delle imprese. Si parla dell’83% in più, derivante dai soli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime secche, come tappi, vetro e carta. A partire dal margine operativo lordo, previsto quest’anno al 10%, in discesa rispetto al 25% del 2021. Ancora peggio nel 2023: in uno scenario recessivo il Mol è previsto in caduta libera (4%), con un fatturato, a -16%, che in molti casi non riuscirà a coprire costi “previsti” in discesa (-11%) ma comunque relativamente alti. In termini monetari, la riduzione del Mol attesa per l’anno prossimo è di circa 900 milioni di euro, attestandosi così a 530 milioni contro 1,4 miliardi del 2022 e i 3,4 mld del 2021.

Relativamente al mercato, l’Osservatorio Uiv/Vinitaly prevede per il 2022 una chiusura d’anno con vendite generali in calo dell’1% a volume (41,4 milioni di ettolitri), per un valore in aumento, grazie all’horeca e alla vendita diretta, del 6%, a 14,3 miliardi. Molto meglio l’estero sulla dinamica valoriale (+10% contro +1% del mercato italiano), mentre i volumi sono attesi stabili in Italia e in leggera contrazione sui mercati internazionali, in particolare Usa, Germania, ma anche Cina e (naturalmente) Russia. Per quanto riguarda il dato del valore, l’incremento, del tutto inflattivo, del 7% sul prezzo medio non basta a coprire i costi, come dimostrato dalle richieste delle imprese alla distribuzione di aumentare i listini mediamente del 12%.

Se il vino piange, la birra sorride. Molto positivi i dati sui birrifici artigianali italiani che emergono dall’analisi della Coldiretti e del Consorzio di tutela e promozione della birra artigianale italiana sulla base dei dati Istat nei primi sette mesi dell’anno, in occasione della Giornata nazionale della birra 100% Made in Italy. Sono, infatti, triplicati i birrifici artigianali in Italia negli ultimi dieci anni, superando la quota record di 1085 realtà nel 2022 che fanno volare le esportazioni con un balzo del +12%. Coldiretti sottolinea come si tratti di una crescita che ha fatto salire la domanda di materie prime 100% Made in Italy con il luppolo che da zero ha raggiunto oggi un milione di metri quadrati coltivati lungo la penisola. Si aggiungono i 300 milioni destinati all’orzo per la produzione di malto, pari a quasi il 40% del fabbisogno nazionale con circa 83mila tonnellate.

Nel Salone della birra artigianale italiana sono stati esposti 81 campioni di luppolo per 20 varietà nazionali, per un successo della filiera della birra artigianale italiana che dal campo alla tavola offre lavoro a circa 93.000 addetti per una bevanda. Sempre secondo Coldiretti, quest’anno i consumi nazionali di birra sono destinati a superare il record di oltre 35 litri pro capite per un totale di 2 miliardi di litri. Si parla di un volume di fatturato che, considerando tutte le produzioni, vale 9,5 miliardi di euro. Come a dire, quasi 2 boccali su 3 sono riempiti con produzioni nazionali.

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