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La banche collassano ma Piazza Affari difende la parità

Yellen anticipa l’imminente rialzo dei tassi ma non turba Wall Street – Borse europee ai massimi tranne Piazza Affari, su cui pesano le forti perdite dei titoli bancari – Spread Btp-Bund oltre quota 180 – In controtendenza Luxottica, Buzzi, Campari, Eni ed Enel

La banche collassano ma Piazza Affari difende la parità

Janet Yellen rassicura i mercati: non ci sarà conflitto tra la Fed e il presidente Donald Trump. Nella sua audizione di oggi al Congresso, la numero uno della Banca Centrale americana ha segnalato che l’incremento dei tassi di interesse arriverà “relativamente presto”. Yellen ha come sempre precisato che la salita sarà graduale, ma ha anche avvertito che temporeggiare troppo a lungo potrebbe essere dannoso per l’economia. “È mia piena intenzione finire il mio mandato”, ha poi detto, aggiungendo di “non prevedere dimissioni anticipate”. Queste parole hanno contribuito a rasserenare le Borse, sia in Usa che in Europa.

A Milano l’indice Ftse Mib, in forte calo fino all’ultima ora di contrattazioni, ha chiuso in parità. Nel resto d’Europa, Francoforte ha guadagnato lo 0,2%, Parigi e Londra lo 0,6%. L’indice Eurofirst è salito dello 0,6%.

L’Italia torna a vacillare e lo spread fa paura, sale a 184 punti base, un livello mai toccato nell’era Renzi. Il rendimento del BTp a dieci anni sale di sei punti base a 2,09%, massimo dal 2015, mentre il Bund è invariato a 0,29%. Acquisti convinti sul dollaro, salito ai massimi da dicembre 2015 contro l’euro. Corre anche la sterlina, che si porta sui massimi da settembre. 

A Wall Street l’S&P500 è in rialzo dello 0,3% ed il Nasdaq dello 0,2%. Il Dow Jones invece è sulla parità, frenato da Wal- Mart, che è in calo del 4% anche se i dati del terzo trimestre, un periodo che si chiude in ottobre, sono stati complessivamente superiori alle aspettative. L’unica delusione sono stati ricavi, saliti dello 0,7% a 118,2 miliardi di dollari, meno del previsto.

Il petrolio tipo Brent è stabile a 46,65 dollari il barile. Tra gli energetici Eni sale dell’1,4%. In rialzo pure Enel (+1,4%).

La Borsa italiana è stata piegata dalla bufera sui titoli bancari. L’indice del comparto perde il 2,44% dopo aver toccato un ribasso del 4%, ai minimi di cinque settimane. Al contrario, il settore in Europa chiude in rialzo dello 0,3%.

A Milano la pioggia di vendite è stata innescata da Unicredit (-4,7%), sull’onda della notizia che l’istituto di credito sta preparando un aumento di capitale da 13 miliardi di euro ed una cartolarizzazione di crediti in sofferenza da 20 miliardi di euro, secondo quanto riportato stamattina da Il Sole 24 Ore. In arrivo anche rettifiche sui crediti in sofferenza per 7-8 miliardi a valori più elevati di quelli attuali.

L’ipotesi di allineare le sofferenze dell’intero sistema al nuovo livello ha provocato grossi ribassi, corretti in parte nell’ultima ora di scambi. Intesa Sanpaolo ha così recuperato dai minimi (-4%) per chiudere a -1,1%; Ubi Banca -1,7%, Monte Paschi -3,3%, Banco Popolare -5,5%.

Scende Mediobanca (-2,2%). La società ha annunciato stamattina un piano industriale di focalizzazione sul risparmio gestito che prevede l’acquisto della quota non ancora posseduta in Banca Esperia.

Anche Generali (-1,8%) ha dimezzato la perdita nel finale. Il Financial Times riporta che Mediobanca è pronta a vendere una parte della sua quota nella compagnia assicurativa per finanziare i suoi progetti di crescita in nuove aree di business. Banca Mediolanum arretra dell’1,1% dopo aver venduto il suo 50% di Banca Esperia.

Fiat Chrysler (-0,3%) scende nel pomeriggio in terreno negativo. Le immatricolazioni auto in ottobre in Europa sono scese dello 0,3% su anno, a 1,141 milioni, con il gruppo Fca che si è mosso in controtendenza, arrivando a 75.108 veicoli venduti, +6,6% su anno. Buzzi +3,2%. Frena Leonardo -2,1%.

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