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La bagarre Trump-Fed sui tassi colpisce tutte le Borse

L’onda ribassista americana contagia Wall Street ma anche i listini europei – Su Piazza Affari (-1,15%) pesa anche il crollo di Saipem (-6,55%) e le cattive perfromance di Brembo e Unipol – In controtendenza Mediaset e le utilities

La bagarre Trump-Fed sui tassi colpisce tutte le Borse

Dicembre si fa sempre più rosso per le Borse mondiali. I listini europei chiudono in calo e Wall Street apre negativa dopo l’ennesimo affondo di Donald Trump sulla Banca centrale americana. Al momento il Nasdaq tenta il recupero e si muove intorno alla parità. Arretrano petrolio e dollaro, mentre negli Usa arrivano segnali di rallentamento nel manifatturiero, con l’indice Empire State sull’area di New York in netto calo.

Piazza Affari perde l‘1,15% e scende a 18.693 punti. Blue chip peggiore è Saipem, -6,55%, male le banche, l’auto, la moda. Mediaset, +2,05%, è l’unico titolo in netta controtendenza. Poco mosso l’obbligazionario. Si respira un cauto ottimismo sul dialogo fra Roma e Bruxelles, in attesa sui dettagli della manovra 2019: il rendimento del Btp 10 anni sale leggermente al 2,96%; ma lo spread con il Bund scende dello 0,81% a 269.40 punti base.

Il nervosismo accomuna tutte le Piazze del Vecchio Continente, strette fra la Brexit, i gilet gialli e la manovra italiana. Francoforte -0,86%; Parigi -1,11%; Madrid -0,83%; Londra -1,05%; Zurigo -1,27%.

Una prima botta nella mattinata arriva con il gruppo e-commerce di abbigliamento Asos (-37,55% a Londra), dopo il dato deludente sulle vendite di novembre e le stime sull’anno. Un crollo che manda al tappeto i titoli reatil e delude le aspettative di spese natalizie. Un’altra spinta al ribasso la forniscono nel pomeriggio i listini americani, che rischiano di chiudere il dicembre peggiore da 30 anni. Sulla Piazza di New York pesano i titoli del settore sanità, a seguito della dichiarazione di incostituzionalità della riforma Obamacare da parte della Corte Federale. Giù anche Goldman Sachs dopo che la Malesia ha fatto causa alla banca e a due ex dipendenti. Gli investitori aspettano inoltre il meeting della Fed di mercoledì, che si potrebbe concludere con il quarto rialzo dei tassi d’interesse nel 2018. Una prospettiva contro cui si scaglia ancora una volta il presidente americano in un tweet:  “È incredibile – scrive . che con un dollaro molto forte e con un’inflazione virtualmente inesistente, con il mondo che sta esplodendo intorno a noi, con Parigi che brucia e la Cina che rallenta di molto, la Fed stia anche solo pensando a un altro rialzo dei tassi”.

Il dollaro perde quota nei confronti dell’euro e il cambio, per la moneta unica risale in area 1,34. La parziale debolezza del biglietto verde fa bene all’oro, che si avvicina a 1243 dollari l’oncia.

È in calo il petrolio. Il Brent cede lo 0,88% e scende sotto i 60, a 59,75 dollari al barile.

In Piazza Affari vanno a tappeto i titoli oil. È steso Saipem (-30% da ottobre; -8% da inizio anno), con Merril Lynch che conferma la sua posizione “sell” sul titolo del gruppo italiano. Perdono Eni, -1,33% e Tenaris -1,32%. 

Fra i maggiori ribassi del giorno, sul Ftse Mib ci sono anche Brembo, -3,7%; Unipol -3,15%; Banco Bpm -2,69%; Unicredit -2,39%. Bene Mediaset, dopo che Fininvest ha rafforzato ulteriormente la sua presenza quale primo azionista. Tengono le utility con Italgas +0,51%. Recordati sale dello 0,35%.

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