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Juve, dimissioni Conte: dietro la rottura c’è la delusione del tecnico per il mercato bianconero

La spiegazione delle dimissioni di Conte dalla Juce va ricercata nel mercato: l’allenatore aveva chiesto rinforzi di primissimo lignaggio, gente tipo Sanchez o Cuadrado – L’acquisto di Evra e quelli imminenti di Iturbe e Morata non sono bastati a convincerlo – Il colpo di grazia è arrivato con la possibile cessione di Vidal al Manchester United.

Juve, dimissioni Conte: dietro la rottura c’è la delusione del tecnico per il mercato bianconero

La notizia per antonomasia del calciomercato 2014 arriva alle 19.52 di un tranquillo (almeno così pareva) martedì di metà luglio. Antonio Conte e la Juventus si lasciano dopo tre anni ricchi di successi (3 scudetti e 2 Supercoppe Italiane) scatenando di fatto un polverone senza precedenti. Perché il divorzio sarebbe già stato traumatico a metà maggio, figuriamoci adesso a ritiro iniziato e con la nuova stagione alle porte. Ufficialmente si tratta di rottura consensuale, in realtà però la decisione è tutta di Antonio Conte. 

“Comunico la rescissione del contratto, do il mio addio dopo un lungo percorso che mi ha portato a prendere una decisione molto chiara – ha spiegato il tecnico in un video sul canale ufficiale Youtube della Juventus. – Quando sei in una società così importante devi vincere per forza, ma questo può essere faticoso”. Problemi di motivazioni o di stimoli? No, o almeno non solo. La spiegazione di una rottura tanto anomala va ricercata un po’ più in profondità, ossia nel mercato. 

Alla fine del campionato scorso Conte aveva chiesto rinforzi di primissimo lignaggio, gente tipo Sanchez o Cuadrado tanto per capirci, oltre alla conferma di tutti i big già presenti in rosa. La società aveva preso tempo, promettendogli che avrebbe fatto tutto il possibile (ma non l’impossibile) per farlo felice. Evidentemente però l’acquisto di Evra e quelli imminenti di Iturbe e Morata non sono bastati e gli spifferi di Vinovo raccontavano di un Conte piuttosto strano nel giorno del raduno, troppo silenzioso e taciturno, molto più assorbito dai suoi pensieri che dagli allenamenti. E ne aveva ben donde il tecnico, perché alle porte stava per esserci un incontro con Marotta che avrebbe stravolto il mondo bianconero da capo a piedi. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è però arrivata dall’Inghilterra, precisamente dalla sponda rossa di Manchester. Lo United vuole Vidal e, come vi avevamo anticipato già nei giorni scorsi, la porta di Corso Galileo Ferraris è tutt’altro che chiusa. Conte ha così deciso di togliere il disturbo, scatenando così il popolo juventino. Che ora si divide sul web: da una parte i suoi sostenitori si scagliano contro la società, dall’altra i detrattori lo accusano per le tempistiche di queste incredibili dimissioni. 

“Sei stato un grande condottiero per i nostri ragazzi e la notizia mi rattrista enormemente” il succo della lettera di Agnelli sul sito ufficiale bianconero, “è un fulmine a ciel sereno, abbiamo perso un valore aggiunto” il pensiero di capitan Buffon. Tutti scossi insomma e il bello (si fa per dire) deve ancora venire. Già, perché ora la Juventus deve trovare al più presto un allenatore. Missione difficile già due mesi fa, figuriamoci ora che la maggior parte dei big è accasata altrove e la stagione è cominciata. 

La rosa dei papabili insomma è ristretta e, salvo (ulteriori) colpi di scena, vede i nomi di Mancini, Allegri, Spalletti e Guidolin. Guarda caso tutti candidati alla panchina della Nazionale, che ora però vede proprio in Conte il grande favorito. Un vero e proprio scossone, nel quale fare previsioni è praticamente impossibile. L’unica cosa certa è il tempo: quello proprio non c’è e la Juve deve risolvere il rebus panchina il prima possibile.

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