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Italo-Ntv diventa americano: sì all’offerta del fondo Usa da 2,5 miliardi

Poco prima di mezzanotte il Cda di Ntv ha approvato l’offerta finale per i treni di Italo del fondo americano Global Infrastructure Partners per 1,98 miliardi di euro più 450 di debiti, che ha rilanciato nel finale chiudendo la partita – Montezemolo e Cattaneo resteranno – Niente Ipo a fine mese – La vendita può essere una sveglia anche per le Fs

Italo-Ntv diventa americano: sì all’offerta del fondo Usa da 2,5 miliardi

I treni ad Alta velocità di Italo diventano americani. Nella tarda serata di ieri, poco prima che scoccasse la scadenza della mezzanotte, il consiglio d’amministrazione di Ntv, che gestisce i treni di Italo, ha dato il definitivo via libera all’offerta d’acquisto del fondo americano Global Infrastructure Partners (Gip) guidato dal mitico Adebayo Ogunlesi, l’uomo d’affari di orgini nigeriane che fa parte di diversi cda tra cui quello di Goldman Sachs.

Per assicurarsi Ntv il fondo americano pagherà 2 miliardi di euro più 450 di debiti per arrivare così a circa 2,5 miliardi di euro in tutto. Decisivo è stato il rilancio di Gpi effettuato a consiglio d’amministrazione in corso: di fronte alla divisione del board tra soci che volevano accettare l’offerta originaria degli americani di 1,9 miliardi (tra cui Intesa Sanpaolo e Bombassei) e soci che propendeva per l’Ipo di fine mese da cui speravano di ricavare un maggior profitto, il rilancio a da 1,9 a 2 miliardi (più debiti) di Gip ha spazzato via ogni dubbio.

Sì dunque all’offerta del fondo americano e niente più quotazione in Borsa, malgrado per questa seconda opzione si fossero pronunciati anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.

Cambia così bandiera il secondo operatore ferroviario italiano che è nato nel 2006 e che, malgrado l’ostruzionismo iniziale delle Ferrovie dello Stato allora guidate con mentalità monopolistica da Mauro Moretti, ha guadagnato terreno ogni anno di più tra i passeggeri e ha ampliato la propria offerta ma soprattutto ha riscoperto l’utile dopo anni di sofferenza. Gran parte del merito del risanamento e rilancio è dell’attuale ad Flavio Cattaneo, che è anche azionista e che gli americani vogliono che resti alla guida della società insieme al presidente Luca Cordero di Montezemolo. Ai soci italiani è stata offerta la possibilità di riacquistare azioni di Italo fino al 25 del capitale.

L’ingresso in forze in Europa e soprattutto in Italia di un fondo americano molto dinamico e specializzato nelle infrastrutture è un elemento di novità e, se non stravolgerà i criteri di gestione e le regole di Italo-Ntv, può rappresentare uno stimolo ulteriore alla concorrenza a beneficio dei viaggiatori e una sveglia alle Ferrovie dello Stato che hanno rimandato troppo a lungo lo sbarco in Borsa.

Non è invece il caso di stracciarsi le vesti per il cambio di bandiera di Italo in nome di un antistorico nazionalismo economico. Difendere gli asset strategici del Paese è sacrosanto ma solo se sono realmente tali, ma nella ferrovie di strategico c’è solo la rete, che resta di proprietà delle Ferrovie dello Stato, controllate dal Tesoro: tra le società di gestione è giusto invece che prevalga il pluralismo e la concorrenza a vantaggio dei consumatori. E su questo fronte bisogna riconoscere che l’Italia è all’avanguardia in Europa.

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