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Italiani, Ipsos: “Formiche sui risparmi, cicale sui conti pubblici”

Secondo l’ultima indagine di Ipsos e Acri, gli italiani dimostrano ancora una forte propensione al risparmio, ma sui conti dello Stato c’è molta più indulgenza – Pagnoncelli: “Il problema è che le competenze finanziarie sono basse: solo un intervistato su 4 sa cosa sia lo spread” – Italiani contrari a Italexit ma delusi dall’Europa

Italiani, Ipsos: “Formiche sui risparmi, cicale sui conti pubblici”

“Negli italiani c’è una forte contraddizione fra i comportamenti privati e l’approccio alla questione dei conti pubblici: uno strabismo che distorce la percezione della realtà”. Lo ha detto Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos, presentando a Roma la nuova edizione dell’indagine su “Italiani e risparmio”, realizzata dall’istituto insieme all’Acri in occasione della 94esima giornata Mondiale del Risparmio.

A fronte di una propensione al risparmio ancora alta (quest’anno il 39% delle persone è riuscito a mettere da parte dei soldi, in crescita dal 37% del 2017), gli italiani “dimostrano una diffusa indulgenza sullo sforamento della soglia del deficit”, continua Pagnoncelli.

Il motivo? Secondo il numero uno di Ipsos, “i mercati sono avvertiti come un’entità esterna e nemica principalmente perché nel nostro Paese le competenze sui temi finanziari sono molto basse. Soltanto un italiano su quattro è in grado di dare una definizione corretta dello spread, ed è per questo che nella testa delle persone non c’è correlazione fra spread e risparmio”.

ITALEXIT: 2 ITALIANI SU 3 LA RIFIUTANO. MA NON C’E’ FIDUCIA NELL’UE

Eppure, gli italiani hanno anche un rapporto non schematico, ma articolato e problematico con la questione europea. Dall’indagine Ipsos emerge infatti che i nostri connazionali mettono in discussione la scelta europeista ancor meno che nel passato: due su tre (il 66%) rifiutano l’idea dell’Italiexit, contro il 61% dell’anno scorso. Allo stesso tempo, però, l’Ue continua a dividere gli italiani: il 47% ne ha fiducia, mentre il 53% si fida poco. Nel 2017, invece, la maggioranza degli italiani (il 51%) aveva ancora fiducia nell’Unione europea. Percorso inverso per la moneta unica: gli insoddisfatti dell’euro erano il 74% nel 2014 e il 65% nel 2017, mentre oggi sono scesi al 63%. “L’impressione – sottolinea Pagnoncelli – è che normalmente si dia una lettura troppo frettolosa del rapporto fra italiani ed Europa, che invece è più complesso di come si pensi”.

RISPARMIO: L’INVESTIMENTO IDEALE NON ESISTE PIÙ

Quanto al modo in cui gli italiani impiegano i loro risparmi, secondo l’indagine Ipsos quasi due persone su tre preferiscono ancora la liquidità, ma rispetto all’anno scorso aumentano del 4% coloro che scelgono di investire una parte (seppur minima) dei propri soldi. Su questo fronte, la sicurezza del mattone è ormai storia passata: oggi solo il 32% degli italiani indica l’investimento ideale negli immobili, mentre il 31% ritiene che gli investimenti finanziari siano più sicuri. Infine, il 30% sostiene che l’investimento ideale non esista affatto.

INTESA, GUZZETTI: “NESSUN RISCHIO DI AUMENTO DI CAPITALE”

A margine della presentazione del rapporto, il presidente di Acri e della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, ha detto di “non vedere rischi di aumento di capitale” per Intesa Sanpaolo, nonostante l’allargamento dello spread Btp-Bund svaluti i titoli di Stato in pancia alle banche italiane.

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