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Istat: l’11,1% delle famiglie italiane in povertà, oltre 8 milioni di persone

La percentuale si alza al 23,3% al Sud – In tutto si tratta di 8 milioni e 173mila persone, 2 milioni 782mila famiglie – La povertà risulta complessivamente stabile ma peggiora tra le famiglie di operai.

Istat: l’11,1% delle famiglie italiane in povertà, oltre 8 milioni di persone

In Italia l’11,1% delle famiglie è povero. Si tratta complessivamente di 8 milioni e 173mila persone, 2 milioni 782mila famiglie. Lo rileva l’Istat nel rapporto sulla Povertà in Italia. La povertà risulta complessivamente stabile ma peggiora tra le famiglie di operai.

Nel 2011 la povertà in Italia, rileva l’Istat, è risultata stabile rispetto all’anno precedente sia per la poverà relativa sia per quella assoluta. Lo scorso anno l’11,1% delle famiglie è stato relativamente povero e il 5,2% lo è stato in termini assoluti. La soglia di povertà relativa per una faiglia di due componenti è pari a 1.011,03 euro. La povertà colpisce quasi un quarto delle famiglie al Sud con un tasso di povertà relativa pari al 23,3% di cui 8% è povero tra i poveri.

La sostanziale stabilità della povertà relativa rispetto al 2010 deriva dal peggioramento del fenomeno per le famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro o vi sono operai – spiega l’Istat – compensato dalla diminuzione della povertà tra le famiglie di dirigenti o impiegati. In particolare, l’incidenza della povertà relativa aumenta dal 40,2% al 50,7% per le famiglie senza occupati né ritirati dal lavoro e dall’8,3% al 9,6% per le famiglie con tutti i componenti ritirati dal lavoro, essenzialmente anziani soli e in coppia. Tra quest’ultime aumenta anche l’incidenza di povertà assoluta (dal 4,5% al 5,5%).

Particolarmente colpito il meridione. Quasi una famiglia su quattro pari al 23,3% è risultata povera al Sud nel 2011. Tra queste l’8% è stata colpita da povertà assoluta vale a dire con un tenore di vita che non permette di conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.

Nel rapporto l’Istat evidenzia inoltre come a fronte della stabilità della povertà relativa al Nord e al Centro, nel Mezzogiorno si osserva un aumento dell’intensità della povertà relativa: dal 21,5% al 22,3%. In questa ripartizione la spesa media equivalente delle famiglie povere si attesta a 785,94 euro (contro gli 827,43 e 808,72 euro del Nord e del Centro. Ad eccezione dell’Abruzzo, dove il valore dell’incidenza di povertà non è statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le altre regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Sicilia (27,3%) e Calabria (26,2%), dove sono povere oltre un quarto delle famiglie.

Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, la provincia di Trento (3,4%), la Lombardia (4,2%), la Valle d’Aosta e il Veneto (4,3%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà. Si collocano su valori dell’incidenza di povertà inferiori al 6% la Toscana, l’Emilia Romagna e le Marche (5,2%), il Friuli Venezia Giulia (5,4%) e il Piemonte (5,9%).

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