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Istat: giù le vendite, stipendi fermi

A luglio l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio segna una lieve contrazione (-0,1%) rispetto al mese precedente – Quanto alle retribuzioni contrattuali orarie, sono rimaste ferme ad agosto rispetto al mese precedente segnando un +1,1% rispetto allo stesso mese di un anno fa.

Istat: giù le vendite, stipendi fermi

Vendite in calo e stipendi fermi. Il quadro dipinto dagli ultimi dati in arrivo dall’Istat è ancora una volta poco incoraggiante. Secondo l’Istituto di statistica, a luglio l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio segna una lieve contrazione (-0,1%) rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre maggio-luglio 2014, l’indice mostra una flessione rispetto ai tre mesi precedenti pari allo 0,5%. 

Nel confronto con giugno 2014, le vendite di prodotti alimentari segnano una diminuzione (-0,5%) mentre quelle di prodotti non alimentari restano invariate. Rispetto a luglio 2013, l’indice grezzo del valore totale delle vendite registra un calo dell’1,5%. Variazioni tendenziali negative si registrano per le vendite sia di prodotti alimentari (-2,5%) sia di quelli non alimentari (-1,0%).

Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di luglio 2013 le vendite diminuiscono sia per le imprese della grande distribuzione (-0,9%) sia per quelle operanti su piccole superfici (-2,0%). Nel primi sette mesi del 2014, l’indice grezzo diminuisce dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2013. Una variazione negativa di pari entità (-1,1%) si è registrata sia per le vendite di prodotti alimentari sia per quelle di prodotti non alimentari.

Quanto alle retribuzioni contrattuali orarie, sono rimaste ferme ad agosto rispetto al mese precedente segnando un +1,1% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Nei primi otto mesi del 2014 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Le retribuzioni registrano un incremento tendenziale dell’1,4% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che ad agosto presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono i seguenti: telecomunicazioni (3,1%), estrazione minerali (2,9%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi e legno, carta e stampa (entrambi 2,8%). Variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione e variazione negativa nel settore dei trasporti, servizi postali e attività connesse (-0,3%).

Alla fine di agosto la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 59,0% nel totale dell’economia e del 47,0% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 32,0 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 17,1 mesi per quelli del settore privato.

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