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Intesa Sanpaolo, utile sopra i 3 miliardi nel semestre (+17,8%)

La banca guidata da Carlo Messina ha già quasi raggiunto l’obiettivo di utile dell’intero 2021 (almeno 4 miliardi) e conferma una elevata patrimonializzazione, largamente superiore ai requisiti normativi previsti dalla Vigilanza europea – Entro fine anno dividendi 2020 per 1,9 miliardi di euro più 1,4 miliardi di acconto cedole 2021

Intesa Sanpaolo, utile sopra i 3 miliardi nel semestre (+17,8%)

Un’altra trimestrale molto positiva per Intesa Sanpaolo. La prima banca italiana per capitalizzazione e per numero di clienti chiude bene la prima metà del 2021: non che il 2020 fosse andato male, ma nei primi sei mesi di quest’anno l’utile netto è ulteriormente cresciuto del 17,8%, superando la sbarra dei 3 miliardi di euro. Un traguardo che rilancia le ambizioni per l’esercizio dell’intero anno, testimoniando un largo anticipo sulla tabella di marcia: per l’intero 2021, infatti, l’utile netto è previsto di minimo 4 miliardi di euro. Il 75% della soglia minima è dunque già stata raggiunta in sei mesi, tanto che il CEO Carlo Messina ha parlato di “target molto conservativo”. E sono andati bene anche tutti gli altri indicatori economico-finanziari: il risultato della gestione operativa è cresciuto del 6%, i costi operativi sono diminuiti del 2,3%, il risultato corrente lordo segna un +1,7%, le commissioni nette rispetto al primo semestre del 2020 sono cresciute del 13,2%, con un livello di patrimonializzazione sempre più solido, largamente superiore ai livelli richiesti dagli stress test della Bce. A regime, il common equity tier 1 ratio pro forma è infatti al 15,7%, pur deducendo 2,1 miliardi di dividendi maturati in questa fase.

Secondo quanto comunicato da Intesa Sanpaolo, sta migliorando anche la qualità del credito, con un calo degli stock di crediti deteriorati che calcolato da dicembre 2017 arriva a -33 miliardi di euro. Questo significa che è stato raggiunto con diversi mesi di anticipo, e persino migliorato, l’obiettivo di ridurre i crediti deteriorati di 26 miliardi. Rispetto a fine 2020, lo stock è diminuito di un ulteriore 9,6%, al netto delle rettifiche. Il cost/income ratio, che misura l’efficienza, è tra i migliori a livello europeo col 49,2%. “I risultati riflettono la redditività sostenibile, che deriva dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato, dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi e dalla qualità dell’attivo di Intesa Sanpaolo, caratteristiche che hanno permesso di mitigare efficacemente l’impatto nello scenario avverso dello stress test EBA/BCE 2021 e che si traducono in un basso profilo di rischio”, commenta la banca in una nota.

Per quanto riguarda i dividendi, confermato l’acconto sulla cedola da 1,4 miliardi. Esclusa dunque una somma maggiore, ma Messina ha spiegato che “è la prima volta che paghiamo un acconto sul dividendo. Credo che in un anno come questo sia molto meglio lavorare sulle previsioni di utile netto e su quella base derivare il dividendo che può essere pagato, anche come acconto”. Confermato payout 2021 al 70%. In vista del prossimo piano strategico (quello in corso scade proprio alla fine di quest’anno), il CEO Carlo Messina ha spiegato agli analisti che “stiamo lavorando sulla preparazione del piano di impresa nel senso di creare le condizioni per accelerare la crescita dell’utile netto per il futuro. La redditività è collegata al costo del rischio e ai ricavi, mentre sulla base di costi siamo nella posizione di beneficiare di sinergie da Ubi senza avere il rischio di rilevanti costi di integrazione”.

L’istituto creditizio infine ha tenuto come sempre a ricordare anche il proprio impegno per il sistema Paese, in particolare in questa fase di pandemia e giocando un ruolo centrale nella partita del PNRR: “Circa 43 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine nel primo semestre 2021 – elenca un comunicato stampa -, con circa 37 miliardi in Italia, di cui circa 31 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese; circa 5.000 aziende italiane riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato nel primo semestre 2021 e circa 128.000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 25.000 e 640.000 posti di lavoro; resi disponibili dal Gruppo oltre 400 miliardi di euro di finanziamenti a medio-lungo termine per imprese e famiglie a supporto del Piano di Ripresa e Resilienza italiano”.

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